Lo Stato Moderno - anno IV - n.9 - 5 maggio 1947

LO STATO MODERNO 209 IL CONI?LJT1~0INDOCINESE « Terra degli Annamiti » può essere, all'ingrosso, la tra– duzione di Viet Nam; e Viet Minh, nome del Partito Nazio– nale, potrebbe tradursi « Partito degli Annamiti e dei loro Al– leati ». Fra tutte le popolazioni dell'Indocina gli Annamiti sono, di gran lunga, i più numerosi e i più dotati di energia e di vitalità. Essi formano la quasi totalità della popolazione dèlleprovince del Tonkino, dell'Annam e della Cocincina. Le ragioni dell'improvviso risorgere di un sentimento di naziona– lità e di nazionalismo fra gli Annamiti, ,sono più o meno le stesse che hanno accompagnato un parallelo .sviluppo di simili sentimenti fra le popolazioni dell'Indonesia e della Birmania e di altre regioni dell:Asia sud orientale. Sono legate da una parte al progre~so sociale ed economico interno, d_all' altra agli svi– luppi della politica internazionale. In Indocina la guerra cominciò ben presto: nel '40 i Giap– ponesi occuparono tutti i territori indocinesi già in possesso de:la Francia, cioè la « Terra degli Annamiti »; in seguito, proprio il giorno di Pearl Harbour, il rappresentante del Go– verno di Vichy in Indocina, il Governatore Genera:e Decoux, firmava un accordo di piena coJ:aborazione con l'esercito oc– cupante per la difesa di e.5Si. In pratica i giapponesi acquistarono il contro!lo assoluto politicoe militare su tutta la regione e permisero .J'instaurazione di un governo provvisorio a Saigon ed ad Hanoi formato dai rappresentanti dei vari partiti annamiti. Di questo si valgono i francesi per accusare il Viet Minh di collaborazionismo; ma a favore degli Annamiti sta la realtà delle cose: il governo fu un governo fantoccio che solo formalmente fu l'espressione delle correnti nazionaliste annamite, mentre in verità fu stru– mento nelle mani dei giapponesi che volevano servirsene in funzione della loro politica pan-asiatica. Gli Annamiti invece si dettero, per tutto il paese, ad un accanita guerriglia contro l'esercito occupante e contro ~ francesi collaborazionisti. Si iniziò poi quella che per l'Indocina fu la seconda fase della guerra. Il Comando Alleato aveva diviso l'Indocina, per quanto riguardava le operazioni militari, jn due zone: una set– tentrionale nella quale avrebbero dovuto operare gli eserciti cinesi, una meridionale obbiettivo delle forze alleate anglo– francesi. Alla fine delle operazioni l'Indocina si trovò così di– visa fra due occupanti. I cinesi a nord si mantennero stretta– mente neutrali rispetto al ,problema politico interno; al sud gli inglesi tentarono di fare altrettanto. Ma il guaio cominciò quando cinesi ed inglesi partirono. Nella parte sud i francesi dovettero più o meno combattere per sostituirsi alle truppe inglesi,avanzando fra la ostilità delle popolazioni e dei guer– riglieri;nel nord non furono in grado di sostenere le operazioni militari per la riconquista della _zona evacuata dall'esercito cinese. Si addivenne aaora all'accordo famoso del marzo '46, che sarà poi l'origine di tutti .i mali futuri, tra francesi e Re– pubb:ica .del Viet Nam; e per esso iÌ Governo francese « rico– noscela Repubblica del Viet Nam come libero stato con pro– prio governo, proprio Parlamento, proprio esercito e sistema finanziario, nell'ambito della Federazione Indocinese e del– l'Unione Francese. Riguardo all'Unione de:le tre provincie (Tonkino, Annam, Cocincina) il Governo francese si impegna a ratificare le decisioni prese dal:a popolazione consultata con referendum. Le •parti contraenti prenderanno tutte Je misure per far immediatamente cessare le ostilità. Manterranno le truppe sulle rispettive posizioni e si impegnano ad una aper– tura immediata di negoziati liberi ed amichevoli ». Questo patto, invece di segnare l'inizio dell'accordo, fu il punto di partenza di ogni dissidio tra francesi ed annamiti. Anzi tutto le que parti interpretarono in Jilllniera diversa, ciò che si spiega con la poca chiarezza del testo, alcune clausole: e· cioè quelle riferentesi alla unione- delle tre province. Pietra dello scandalo la Cocincina, che è allo stesso tempo la regione più fertile dell'Indocina e una posizione strategica di prima importanza. Gli Annamiti sostengono che l'accordo prevedeva la sua inclusione nel Viet Nam insieme alle altre due province, il Tonkino e l'Annam, perchè insieme a queste forma la Terra dagli Annamiti, mentre i Francesi dichiarano di aver inteso il Viet Nam formato solo dalle provincie settentriona:i, men– tre la Cocincina la consideravano come Repubblica autonoma che, insieme al V-iet Nam, al Laos ed alla Cambogia, avrebbe formato la Federazione Indocinese. Il contrasto si fece sempre più acuto e la guerriglia rico– minciò. Le truppe francesi ebbero rinforzi e ripresero l'avan– zata verso nord, giungendo ad occup:/,re perfino il ,palazzo del Governo viet namese ad Hanoi. Intanto il governatore fran– cese proclamava la Repubblica ,autonoma -de]a Cocincina, · Tentativi per giungere ad un accordo non mancarono da ambo le parti. Le conferenze si succedettero una all'altra; prima in Indocina poi a Parigi. Ma il contrasto aumentava; le due parti si accusavano reciprocamente di malafede, e la situazione peggiorò rapidamente finchè nel novembre scorso la guerra vera e propria insanguinava di nuovo tutto il paese. La Fran– cia accusava il Viet Minh di totalitarismo, di estremismo, di aver eliminato gli altri partiti e di complottare con potenze straniere. Gli Annamiti accusano Ja ,F.rancia di aver rinne– gato ìe promesse e di voler ristabilire l'antico dominio as– soluto sui loro territori. Intanto le truppe francesi, sempre più rifornite e irrobustite, avevano la meglio quasi. dapertutto; ma la situazione veniva assumendo la fisonomia ·classica dei con– flitti co'.oniali, con i centri strategici in mano dei francesi- e con la maggior parte del territorio sotto il controllo dei parti– giani annamiti. Al punto in cui siamo i Francesi mirano solo a consolidare le loro posizioni, cosicchè la vera guerra sosta mentre la guerriglia div.ampa ovunque. Nel marzo scorso il Governatore francese venne sostituito. Ciò fece pensare a nuove possibilità di accordo in vista, ma per ora niente ne è sortito. I due punti di vista sembrano irrecon– ciliabili dopo che al prob!ema de]a Cocincina si è aggiunta la disputa sulle relazioni fra Viet Nam e Unione francese. Il Go– verno di Ho Chi Minh pare infatti che si stia orientando verso una fofma di autonomia molto più completa, che preyederebbe anche l'indipendenza riguardo alle ll'e;.azionicon l'estero; chiede insomma uno status simile a queUo dei Dominions britannici. In Francia la situazione è stata ulteriormente chiarita dall'ultima burrascosa sedut>a alla Camera sulla questione dei crediti al governo per la continuazione delle operazioni in Indocina. Tutti i parti ti 5ono d'accordo, compresi i comunisti, che la Francia non perda le sue posizioni un Asia Orientale; le opi– nioni si dividono invece circa i mezzi per giungere ad una si– stemazione del problema. I comunisti ~nfatti si oppongono alla continuazione delle operazioni militari, e sono per un accordo con gli annamiti sul-:abase delle -!ororichieste di indipendenza entro l'ambito dell'Unione Francese. Questo è solo uno degli aSP,Ctti,quello per così dire in– terno, di I.Inproblema più va.sto e di carattere internazionale che oggi è di primaria importanza: il problema che nasce dalle aspirazioni di indipendenza non solo degli Annamiti ma delle popolazioni dell'India, dell'Indonesia e di tutta l'Asia Sud Orientale, e che sta sviluppandosi con il'itrno impression;inte minacciando tutto il sistema:· strategico che assicurava ali Eu– ropa occidentale un predominio assoluto su quella parte del mondo. CARLO DE CUGIS

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