Lo Stato Moderno - anno IV - n.8 - 20 aprile 1947

170 LO STATO MODERNO Attraverso questa politica ambivalente il confessionalismo tenta di avvolgere la lotta elettorale e di conquistare indirettameme una più forte posizione politica e di governo. Se la manovra riuscirà, l'Italia potrà godere di un governo di assoluta mag– gioranza che « avrà cura » di applicare fedelmente il Concor– dato, co"mesi dice, a proposito del « carattere sacro » di Roma, nel primo articolo di questo. ' Nel campo dell'educazione la questione del confessio– nalismo è gravissima ed urgente. Recentemente 23 inse– gnanti di Piacenza protestarono contro il <riconoscimento della Conciliazione come festività nazionale e scolastica: controbat– terono 300 insegnanti cattolici o seguaci dei cattolici. La scuola elementare e media è interamente nel campo di forza del confessionalismo, e questo avviene anche laddove i cattolici, politicamente, sono in minoranza. Le scuole private par-ificate (leggi: cattoliche) sono salite a 2.000 ,recentemente, da po– che decine che erano. La democrazia cristiana si è accaparrata ora la gestione dei beni dell'ex-OIL, e l'ha decentrata jn modo che la maggior parte di essi possa essere amministrata dagli enti ecclesiastici di assistenza. -La battaglia perduta con la dittatura, .Ja battaglia per l'educazione della gioventù, il con– fessionalismo sta per vincerla ora, in <regime di democrazia. Anzi, l'ha ,già, virtualmente, vinta. In questi ultimi tempi in alcuni grandi centri si è verificato anche una notevole azione confessionale rivolta ad accaparrare le tipografie editrici, come è_avvenuto a Roma. Nelle stesse Università la propaganda cattolica è attivissima e sola, se al magistero di lettere di Ro– ma primeggiano gli avvisi delle conferenze dell'ormai famoso padre Lombardi. Le,scuole parificate cattoliche (e anche qui potremmo citarne alcune di Roma) hanno assunto un anda– mento sempre più disinvolto fino al punto di storcere Ja 5toria e lo stesso insegnamento della l:ngua italiana in senso con– fessionale: ora si tratta della figura di Garibaldi, ora delle poesie del Carducci! A Milano, infine, si è tentato di introdur– re l'esame di religione nelle scuole di stato (v. polemica del prof. Pioli,·« Eco della Scuola Nuova», « Avanti! » del 13 feb– braio '47 ed. milanese, « Il mondo libero• di Milano, 6 mano '47) e altrettanto è avvenuto a Roma (v. discorso dell'on. Lussu alla Costituente). La rete è completata ora dall'art 7 òella Costituzione che stab.ilisce il confessionalismo dello stato, che dà una investi– tura giuridica all'a:tlone confessionale libera. Che si tratti di confessionalismo lo dichiarò lo stesso guardasigilli Rocco pre– sentando alla Camera le leggi per r applicazione dei Patti Lateranensi. I cattolici oggi hanno la sua stessa posizione: « La dichiarazione solenne di confessionalità dello stato, la riaffermazione cioè del suo ca<rattere religioso e cattolico, non importa più abolizione della libertà di coscienza e di cul~o.•· In luogo dell'equivoco supposto del laicismo ecco l'equivoco del confessionismo... aconfessionale I Se -rimanesse un dubbio ecco che la Questura di Trnpani, su istruzioni del Ministero deli'Interno, ordina la chiusura del– la sala· di Culto Pentacostale di Trapani stessa. lii questore di Sal;rno per le feste pasquali proibisce gli spettacoli non cattolici e non religiosi: tali Je prime applicazioni dello spi– rito dell'art. 7, le prime manifestazioni del confessionalismo giuridicamente protetto nel campo del costume. Si tratta del costume privato che ne viene. influenzato più alla lunga del costume ,pubblico. Ma una grave influenza confessionale nel nostro costume pubblico, politico e giuridico, soprattutto per ii modo con cui è avvenuta, si è avuta già con la condanna dei g,iomalisti anticleri_caliin base agli articoli 402 e 403 del codice penale 1930, disposizioni che equivalgQno a una legge speciale e che derivano direttamente dalla legge contro la libertà di stampa del 3 gennaio 1925, (come dimostra l'articolo del Ruf– fini « li nuovo regime italiano sulla stampa e la libertà reli– giosa », in • Ofritti di libertà », Torino 1925). Ed ora? Se questo è il confessionalismo in atto, quale potrà essere quello in potenza? Quale sarà probabile che esso sia? ·Se lo sono dornan-dati coloro che hanno votato l'art. 7? Anzitutto, secondo lo spirito del discorso ~el Pontefice ai romani che dimostravano contro la stampa anticlericale e secondo la lettera del Concordato, la città di Roma è sacra: ivi la libertà di associazione, di parola, di culto ecc. potrà essere limitata da un governo che ne « abbia cura », come si è accennato. Nelle scuole statali, con il concorso degli inse– gnanti e del governo, l'educazione religiosa potrebbe effet– tivamente divenire « fondamento e coronamento » dell'intera istruzione (art. 35 del Concordato). Per questo si comincerà col chiedere agli insegnanti la loro fede religiosa. Tutto ciò porterà ad un avvilimento del costume democratico, ad un rinvigorimento del conformismo, ad un infiacchimento della sincerità educativa. L'art. 5 del Concordato (che fu applicato contro Buonaiuti) continuerà ad essere applicato contro nuovi Buonaiuti che già il nostro popolo comincia a conoscere. Que– sta disposizione· ed altre disposizioni concordatarie jmpedi– ranno ogni rinnovamento interno della Chiesa, ciò che è assai grave s_esi pensa che proprio un regime democratico diviene così il braccio secolare del sistema autoritario chiesastico, mentre i nostri nonni nel_Risorgimento pensavano tutto l' op– posto e sognavano il rinnovamento interno della Chiesa. Tutti i privilegi fiscali giuridici, economici rimangono per gli enti ecclesiastici, le parrocchie ecc.; e, poichè la democrazia è più facilmente circuibile di ogni altro regime in questo cam– po, il bilancio dello stato sarà 5empre più gravato dai sup– plementi di congrua, che poi andranno a vantaggio di una particolare propaganda politica, quella per la democrazia cri– stiana. A questo punto il cerchio si chiude. Forse il non aver visto nel suo insieme tale sistema può aver illuso taluno sul– !' efficacia pratica dell'art. 7. Mi vi è un fatto che rimane: il vantaggio in partenza del confessionalismo sulla democrazia, col concordato ormai garantito dalla Costituzione e con l' ese– cutivo in mani democristiane. Si tenterà disperatamente di afferrare un anello della catena e di spezzarlo; ma il rischio del fallimento rimane, laddove con una politica più onesta tutto sarebbe stato più facile. Infatti è stata aperta una via che il confessionalismo pre– ferisce ad ogni altra: quella legale; una via che conduce gra– datamente alla limitazione dei normali diritti di libertà, che introduce il confessionalismo nell'ordinamento educativo e giuridico. Tutte queste conseguenze erano implicite nelle cri– tiche ideologiche é giuridiche provocate dall'inserzione dei Patti Lateranensi nella Costituzione. Ma è mancato in esse il vigore di un'argomentazione storica che nel Risorgimento non sarebbe stata assente. La democrazia si trova pertanto disarma– ta, affidata ad iniziative individuali. Forse soltanto attraverso una viva lotta di queste· inizilltive potrà nascere un fronte co- ' mune e risorgere quella coscienza che, nonostante l'ecce· zionale elevatezza della discussione in sede costituente, non s'è manifestata nè nel Paese, nè nei suoi rappresentanti li confessionalismo in atto in definitiva usa, ad un tem· po, dei diritti costituzionali della democrazia e dei privilegi concordatari della dittatura. li confessionalismo i~ potenza è già tutto implicito nella posizione dottrinale cattolica, nel– l'intenzione di gettare in soffitta i diritti di libertà per non tenersi che i privilegi quando sia divenuto maggioranza e sia salito al potere. La politica attuale delle forze confessionali è partecipe di questi principi metodici già sperimentati nel– la storia dai gesuiti ed elaborati dai cattolici liberali nella Restaurazione. ·La democrazia presto o tardi dovrà protegger- sene ·mettendoli fuori legge. · ENZO SANTARELLI

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