Lo Stato Moderno - anno IV - n.8 - 20 aprile 1947

,4.t,oonammio per un 4nno L. '°" soc. Ed. Lo Stato Moderno • Atn• mlntstrazlone e Direzione: Milano, Vlo Senato 31, tetef. 12.•4-0, 71.911 t:sce il 5 e il 20 di ogni meist. LOSTATO MODER CRITICA POLITICA ECONOMICA E SOCIALE Anno .IV • N. 8 20 APRILE 1947 Una copia L 30 SOMMARIO •MARIO PAGGI: De Gaulle e la cri&idella de– mocrazia • MAGISTER: Analisi di uno sciopero . , ENZOSANTARELLI: Confessionalismo in atto e in potenza . ROMANUS: Matrimonio mancato : A DRZEJ NOWICKI: Un socialista polacco al compagno Silane t MARIOALBERTINI: Situazione del marxismo in Italia • GUGLIELMOARISTEI: Elezioni in Sicilia. ,GIOVANNI CARANO DONVITO: Immobilità del problema siciliano pag. 165 » 167 » 169 » 171 » ·112 » 173 » 175 » 176 1! GUSTAVO PREDAVAL: Programmi economici e realtà •L. L.: Controllo del credito . • EMILIO TACCANI: Altri vincoli alle inizia- tive industriali . t BRUNO PAGANI: Secolo americano? • ENRICO SERRA: Il giuoco del Caudillo . f GUGLIELMO CHILLEMI: L'Europa e l'anima dell'Oriente RASSEGNA DELLA STAMPA ESTERA RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA NOTE QUINDICINALl pag. » » 178 179 180 181 183 184 186 187 188 De Gaulle e la crisi della Democrazia A proposito di De Gaulle e della sua azione futura in Francia, molti interrogativi sono stati posti e molte analogie si è tentato di scoprire: ambizioso vacuo come Boulanger? o lucido despota· come Napo– leone? o cittadino savio 1 come Washington? Sia permesso di citare un quarto nome; e questo non già alla ricerca di sempre dubbie affinità psico– logiche, ma - mi pare - come un più preciso tenta– tivo di collocamento in un quadro politico. Non ambi– zioso,dunque; non "tlespota, non savio; solo un gene– rale armato di buone intenzioni. E allora un altro nome saie dalle profondità della storia francese, il nomedi un altro « brave soldat », di un altro generale ricco di dubbia gloria militare ma di sicura fama ci– vile,democratico sincero, antidemagogo convinto, ma che in fondo dovette rassegnarsi a capire che un ge– nerale armato di. buone inténzioni vale meno di un generale armato di una spada, che un colpo di stato minacciato è un colpo di stato perduto, che un soldato perde rapidamente sulla « roulette » politica la pop~– larità creatasi in mezzo alla polvere delle battaglie. Io non so se De Gaulle abbia letto prima di deci– dersi alla sua azione politica l'« Histoire des Giron– d.ins » di Lamartine e se abbia fermato la sua atten– zionesu quelle pagine dove si narra il rapido trapasso dal 20 giugno al 10 agosto 1793 e si indaga sul com– portamento di La Fayette per ,concluderne che « c'est la rnain sur son epée qu'. un général peut faire comp- ter avEjClui les factions. On n'obtient d'elles que ce qu' on leur arrache ». Naturalmente Lamartine diceva questo in tutta oggettività d'osservatore e non per dolente nostalgia del non fatto; ed io con lui. Ma la verità è che nè le fazioni nè i partiti si lasciano com– battere e distruggere da chi si ponga dal di dentro, fazione fra le fazioni, partito tra i partiti. U~ partito può fare la polemica contro un altro partito, non con– tro il regime dei partiti. Nessuno, neanche volendo, può andare contro la propria natura. Anche l'ultima esperienza, quella del fascismo e del nazional-sociali– smo, ci dice che, all'ultimo momento, solo mettendosi al di fuori, o pretesamente al di sopra della regola dei ,partiti, si può pervenire a distruggerli. Questo sia detto per chiarire essere nostra im– pressione che De Gaulle non rappresenti un pericolo per la democrazi~ francese« uti singulus », che la sua condotta ci pare - almeno per ora - assolutamente ortodossa e senza sospetto; il pericolo è piuttosto nel sintomo, nella indicazione di una situazione « degolli– sta », di una•sitÙazione cioè· che imponga la propria volontà ad un uomo, più che non se la faocia imporre. E qui l'analogia - niente di più, naturalmente, di quella vaga analogi~ che è possibile ricostruire tra epoche tanto lontane e diverse - tra i due generali si fa curiosa. Entrambi partecipi tra i primi di una rivoluzione democratica, forti entrambi di una popo– larità enorme nell'esercito e nel paese, entrambi alle

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