Lo Stato Moderno - anno IV - n.8 - 20 aprile 1947

176 LO STATO MODERNO parazione elettorale e ,alla rapidissima organizzazione delle cooperative contadine da parte de'J vero vincitore, ;t Partito comunista: ma questo ha indubbiamente raccolto anche i pri– mi frutti del voto all'art. 7, che ha privato i democristiani del maggior elemento polemico della loro propaganda anticomu– nista, e della impostazione generale della campagna, senza esclusione di mezzi atti a suscitare l'emotività di masse sem– plici, ali' infuori di particolari programmi di partito. Ciònonostante la D. C. ha ben rnsistito, strenuamente .re– sistito: e, pur avendo perduto poco meno o poco più di due– centomila voti rispetto al 2 giugno, appare ,oggi come una forza qualitativamente più .compatta ed omogenea di ieri. E' da questo punto di vista che bisogna considerare le sue possibilità nel nuovo l'arlamento. Le sinistre potranno essere rinforzate dallo schieramento separatista che si '!'accoglie nel M.I.D.D.R. (Movimento per l'indipendenza siciliana ,democratico e repubblicano) con Var– varo in testa; e forse anche da momentanee intese col M.I.S., intese non del tutto fittizie, se si pensa che c'è in seno al M.I.S.. un giovane movimento laburista diretto dal dott. Vin– cenzo Bongiomo, professoi:e universitario a Messina. Il Bon. giorno, che è capo del F.D.S.L. (Fronte democratico sicilia~o del favoro), ha recentemente dichiarato che il Mi.I.S. deve gettare a mare la zavorra dei baroni e dei monarchici e tra– sfo111Ilarsi, nello spirito e nella struttura, nel senso di una "totale aderenza alle esigenze storiche del separatismo, quelle esigenze che sono sociali e autonomistiche, ma innegabilmente e saldamente italiane. Tuttavia, arbitra della 9ituazione parlamentare sembra ancora la Democrazia cristiana, per la sua posizione di èentro, e perchè la 5ua forza parlamentare le 1pe11IIIette di condizionare l'opera di un Governo delle sinistre. Avremo anche in Sicilia, come qualche acuto osservatore ha già ipotizzato, un Governo tripartito? E' ciò che vedremo e studieremo in una prossima più vasta disamina delle elezioni e delle forze politiche effet– tivamente operanti nell'isola. Oggi il dato esteriore più sicuro è: ascesa delle sinistre, ottima resistenza democristiana, de– clino della presunzione monarchica. GUGLIELMO ARISTE! Immobilitàdel problemasiciliano Il prof. G. Carano Donvito, che nel 1910 fu delegato tec– nico della « Commissione 'd'inchiesta parlamentare sulle condi– ziom dei contadini nelle provincie meridionau--e -nella Swilia » rievoca le conclusioni politiche, economiche e sociali dell'in– chiesta stessa. I problemi sono ancO'l'aquelli, dopo quasi tren– t'anni. Perciò lo scritto dell'insigne ieconomista riveste oggi una singolare attualità. U « problema siciliano » - 11100 è a dissimularselo - è assurto oggidi (e non è la prima volta nella lunga storia) ad uno dei più urgenti ed importanti di questa travagliata Italia. Senza risalire al tempo (d'altronde non lontano) dei « Fa– sci», degli ultimi anni del i;ecolo scorso, basterà far capo ai primi di questo secolo, quando ebbe luogo la grande « Inchie– sta parlamentare sulle condizioni dei contadini nelle provincie Meridionali e nella ·sicilia ». Perchè dimenticarla? Quale che sia· il ,giudizio che su l1i essa si voglia riportare, nessuno potrà disconòscerè e rifiutare le accurate, profonde investigazioni e gli utili_ ammaestramenti che da -essa possono tutt'ora rica– varsi.· Basti solo ricordare che, per quella inchiesta, venne re– olutato quanto di meglio l'Italia del tempo offriva nella politica e :nella scienza: dal sen. Faina, presidente, aU'on. marchese Cappelli, vice"presidente, all'on. principe di Scalea, al'l'on. conte Giusso, all'on. Nitti, eoc. Delegato tecnico per la Sicilia fu il prof. Giovanni Lorenzoni della Università di Firenze, e relatore della Sottogiu~ta paFfamentar~ l'eminente prof. on. Carlo Francesco Ferraris della Università di Padova. Egli presentò - in data 8 giugno 1910 - uno schema di relazione che in parte riassumiamo. « Si presenta in prima linea - scrive il Ferraris - ii fe– nomeno demografico fondamentale, quello, cioè, -della emi– grazione. « La emigrazJone ha esercitato una mirabrle influenza, in– Sicilia,. sui contratti agrari, sui salari, sui prezzi dei terreni', sulle abitazioni, sull'alimentazione, sulle istituzioni di credito e sull'usura, sulla frequenza nelle scuole elementari, sulla Pub– blica Sicurezza, sulla pace sociale, in ordine alle :eghe ed agli scioperi, imlla posizione ~eciproca delle varie classi ». , E non possiamo certo qui .fare a meno di ricordare quale disastrosa azione abbia in.vece esercitata la politica del fasci– smo sulle varie correnti emigratorie dei nostri lavoratori ... I « Abbiamo in secondo luogo - continua l'on. Ferraris - il fenomeno amministrativo fÒndamentale: quale fu l'azione del comune rurale in Sicilia? « Dovendosi fra i mezzi indiretti di trasformazione agra– ria annoverare la viabilità, r istruzione elementare, l' igiene, la gestione dei demani comunali, è indispensabile rispondere a quel quesito, prima di far proposte che, in qualsiasi modo, vengano a modificare la competenza del Comune in ordine a quei servizi i quali oono le manifestazioni supreme della sua attività. Dalle notizie sparse nella relazione del delegato tec– nico, prof. Lorenzoni, risulta che in nessuno di quei ser– vizi il Comune rurale siciliano seppe mostrarsi conscio dei suoi doveri: pessima fa viabilità, insufficienti e indecenti le scuole, trascurata figiene, male amministrati i demani; ag– giungasi che la intemperam:a nelle lotte di partito, e il cattivo ordinamento degli uffici, spinsero a frequenti scioglimenti dei Consigli Comunali. « Devesi dunque considerare il Comune rurale siciliano come assolutamente inetto al compito assegnatogli dalle leggi, e quindi metterlo da parte, come una quantità da trascurarsi? « Si adduce a sua di.,colpa il fatto che le sue finanze sono stremate, e che la .insufficienza dei mezzi pecuniari fu la causa precipua.del suo fallimento amministrativo». Ma il Ferraris, servendosi delle statistiche del Ministero delle Finanze, e ,particola111I1ente di quelle del delegato tecnico, prof. G. Carano Donvito, non può tacere la sua impressione che alla soia deficienza delle entrate non sia imputabile tutto il male, ma anche a sperperi, e, almeno, a non buona gestione delle spese. Crede però l' on. relatore assolutamente un regresso il voler spogliare il Comune rurale delle sue principali attribuzioni (scuole, strade, igiene, demani); l'autonomia comunale è ele· mento prezioso di educazione civile... Quindi si dovrebbe in Sicilia rinvigorire la tutela sulle amministrazioni comunali ru– rali, e riformare le circoscrizioni comunali... Supremo biisognodefta Sicilia rurale è la viabilità; in que– sto sono tutti concordi, e il relatore propone la costituzione di un « magistero alle strade », per tutta ,la Sicilia, sul tipo del « magistrato alle acque » delle provincie venete. Quanto alla istruzione elementare, fa larga emigrazione ha fatto comprendere a~ isolani la sorrnna utilità della istruzione, risvegliando nella popolazione .rurale la coscienza scolastica; ma

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