Lo Stato Moderno - anno IV - n.6 - 20 marzo 1947

124 LO STATO MODERNO nari, perdano il carattere di rivoluzionarismo che fu caratte– ristico dei moti libera:i de:lo scorso seco'.o. Chiusa ogni pos– sibilità di rivoluzione nel:o stile quarantottesco contro lo stato moderno, ogni lievito rivoluzionario in questo si può e si deve affermare nel!a costruttiva opera po'.itica di governo, sia come partecipazione diretta al governo in senso stretto, sia come partecipazione indiretta ad esso nel:a funzione di opposizione par!amentare esercitata con le premesse e nei limiti de:Ja meccanica democratica deJ.:e istituzioni rappresentative. La democrazia, col suo sostanziale spirito di compromesso, rap– presenta oggi la vera e sola possibilità rivo:uzionaria in quanto processo attua'.e di rinnovamento. Partito socia!ista e partito comunista al governo non perdono il :oro potenzia!e innovatore; ma lo esp:icano ne:le mig:iori condizioni possibili nella situazione storica presente. Ma appunto per questo, perchè si tratta di un processo democratico, di un processo che si riso:ve in un compromesso democratico fondato su:Ja capacità di intendere la forza di opposti interessi, sul:a tol'.eranza dell'idea a'.trui e sul:a ricerca di una civi:e composizione, sia pure temporanea, di interessi disparati, è necessario che i due partiti, pur rispondendo ad esigenze simili, non però identiche, opportunamente si distin– guano, se, come abbiamo detto più sopra, si possono distin– guere i due momenti che stanno a rappresentare. Distinguersi per altro non significa contrapporsi. Qui sta il noccio'.o de!:e considerazioni che ci possono guidare ad un giudizio sensato, da un canto, sulla necessità alla quale ha ri– sposto l'infrangersi del partito socialista e l'atteggiamento della corrente saragatiana di fronte ai comunisti; dall'altro, sui fatti particolari con cui la distinzione, coerentemente rivendicata dai socia:isti tra socia!ismo e comunismo, rischia di essere spinta sul pericoloso piano inc!inato di un aperto antagonismo. Condizione essenzia'.e di vita democratica in Italia, for– tunata condizione, è che il partito comunista sia parte del governo nazionale; senza la corresponsabilità governativa de'.le forze comuniste, rappresentanti una parte troppo cospicua deI:e forze politiche ita'.iane perchè possano essere condotte ad assumere una funzione subordinata, non è possibile oggi un ordinato governo democratico. D'a!tronde, la partecipazione dei comunisti al governo democratico è intimamente legata, perchè possa essere vera– mente efficace, alla concreta inte:ligenza del:a :oro posizione e funzione storica, e quindi al'.a omogeneità del:a loro attività di governo e de:Ja loro attività propagandistica ed organiz– zativa periferica. Che ta!e omogeneità rea!mente esista sarebbe ingenuo asserire; ed è appunto questo il motivo per cui il patto di unità d'azione tra comunisti e socia:isti, lungi dal costituire condizione dip'.omatica feconda per la cementazione delle correnti di sinistra, è diventato ad un certo punto l'oggetto di un'acre discussione e il motivo polemico di una frattura tra certe correnti socialiste e quella comunista. Incidental– mente ri:everemo come i comunisti troppo trascurino il fatto che il giudizio sulla loro opera degli osservatori meno avve– duti (i qua:i poi costituiscono la grande massa formativa deJ.:a pubb!ica opinione in un Paese come il nostro di ele– mentare educazione po'.itica) si modella sul!a attività, sug!i atteggiamenti, su:le manifestazioni dei gregari e dei nuclei periferici più che su'.le mosse, su!le dichiaraz-ioni, su:le posi– zioni degli organi responsabili centra:i del partito. La fon– datezza di una critica re:ativa al metodo politico, così costi– tuita sui dati della disparata esperienza de:Ja concreta azione comunista, ha a:imentato in seno a: partito socialista due opposte correnti. Già nel congresso di Firenze, e più che mai in quel:o di Roma, il tema vivo e do!ente, anche quando non esplicit.amente posto, è stato que:lo della fus-ione tra partito socialista e partito comunista, della costituzione di un unico partito dei lavoratori italiani. La discordia delle opm1oni circa :a tesi che la so:uzione storicamente viva e vita!e è data dal:a distinzione delle correnti e non dal!a :oro unificazione, o, per dirla -in termini ideologici, che la formu!a rigidamente marxista della unità proletaria deve essere supe– rata in una concezione più compiutamente dia'.ettica ne:l'in– teresse de::e c'.assi lavoratrici medesime, ha immeschinito il processo di chiarificazione in atto. Ha consentito infatti che al:'interno del partito socialista il prob'.ema principale di na– tura storica passasse in seconda linea rispetto Gd ogni altro subordinato di natura personale, e si tramutasse in dissidio di gruppi e di uomini invece di rimanere problema po:itico ideo:ogico e storico tra socia'.ismo e comunismo, al di sopra degli antagonismi contingenti. Così Saragat ha potuto lasciarsi acciecare ne::a sua per– sonale po'.emica con Nenni, dimenticando che -il partito so, cialista nel suo comp!esso gli dava una formidabile materia sulla qua:e operare dall'interno per affermare tutte le sue sane esigenze di democrazia po'.itica. Egli avrebbe dovuto, più che accentuare :11 critica ai metodi persona'.i di Nenni e al!e antidèmocratiche escogitazioni dei fusionisti più o meno dé– guisés, sotto'.ineare e discutere in termini obiettivi col partito comunista il problema de:la difesa del:'autonomia del partito socialista, de:Ja sua distinzione dal partito comunista stesso quale condizione del funzionamento del patto di unità di azione, che appunto essendo •un « patto di unità d'azione» _non può vivere senza equivoco diseducatore e ingannatore quando manchi la rea'.e autonomia dei due organismi tra i qua:i interviene. Forte di una corretta interpretazione storica dei rapporti tra partito comunista e partito socialista e del processo storico di democratizzazione del:a vita italiana, Sa– ragat avrebbe dovuto chiedere, ed il partito comunista con– cedere, dando prova di piena ed esatta comprensione del problema, che gli elementi comunisti più o meno mimetiz– zati che impacciano la vita del partito socialista fossero eli– minati dal partito stesso e richiamati alla sede più propria del'.a loro attività. La rottura tro l'ala democratica de! partito socialista e l'a!a intransigentemente classista avrebbe dovuto avvenire per una chiarificazione ideologica e polit:ca tra Sa– ragat e Togliatti, e non per esasperazione della polemica me– todologica Saragat-Nenni. Nel primo caso essa avrebbe avuto immediato effetto su:!a vita po!itica nazionale rafforzandone le basi democra• tiche; ne: secondo, che si è verificato, ha rischiato di -portare, con l'indebolimento del partito socialista ed il passaggio di una sua frazione ali'opposizione, vantaggio al:e destre con· foriate dal'.a crisi socia:ista a intensificare il loro giuoco di retto ad escludere i comunisti dal:a responsabi:ità di governo. Giuoco che non è riuscito ne]a crisi ministeriale seguita al ritorno di De Gasperi dal:'America; ma che per certo è de· stinato a ripetersi, grave di perico:ose conseguenze per la vita nazionale, in quanto, costretti i comunisti a muoversi su di un terreno massimalistico ne:Ja difesa de:!e masse lavo– ratrici rappresentate, la democrazia ita:iana cadrebbe in un profondo turbamento che potrebbe sospingerla dal piano de:la pratica costituzionale e :egalitaria su quello de:Ia guerra civile. Se la chiarificazione dei rapporti fra partito comunista e partito socia:ista (perchè, ripetiamo, questo è il vero, pro– fondo significato de:Ja crisi socia!ista) fosse avvenuta ne'. senso di una distinzione tro i due partiti più sopra delineata, cioè con la definizione esatta del:a diversa funzione che ad essi è oggi assegnata nella vita italiana, si sarebbe automatica· mente rea:izzato lo scopo di tutta l'attività po!itica di Saragat: quel:o di portare la parte più inte::ige~te e viva dei cosiddetti ceti medi italiani ad aderire ad una grande formazione po· litica democratica del lavoro.

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