Lo Stato Moderno - anno IV - n.6 - 20 marzo 1947

140 LO ~TATO MODERNO NOTE QUINDICINALI Svolta commerciale negli USA Il grosso pubbllco che segue gli av– venimenti Internazionali giorno per giorno, è naturalmente dll'lclinead attri– buire mamilore Importanza alle dichia– razioni degli uomini di Stato che abbia– no ,più Immediata ripercussione I sulle relazioni politico-militari tra le Grandi Potenze, che a non a quelle di politica economi-ca. Quest'errore, condiviso sino a pochi anni or sono anche da molti cosiddetti esperti di politica interna– zionale, comincia ad essere riconosciuto tn maniera sempre più larga e diffusa. CONSEGUENZE DI UN ERRORE Il discorso oronund.11to da Tn1man Ll 5 marzo aEa Università di Waco (Texas) costituisce e ouesto orooo– slto un dO<'um 0 n.to molt.n N'r"l.l11sivn. In esso Il Presldent,e de1dl Stati Uniti riconosce ·la grande resoon~abllità as– sunta dal suo Paese nell'altro dooo– guerra quando. cederuio alle miooi e irret– te oressionl coneiunte di io--andi indu– stM:tli e di or1rnnl7..zazlnn; s:ndacali t<>n– denti alla restrJzlone dellP Importazioni di merci straniere, si Aidottarono tariffe altissime che Impedirono aeli altri Paesi di finanziare le proprie importa– zioni di merci americane con esporta– zioni <'OrriimondPnti. P 11 cQ!<tT"in•ero un oo' alla volta ad adottare misure ana– loe:he. DI qui Il ree:lmP tlPI dazi pre– ferenziali all'Interno dPll'Tmoero bri– tannico con gli accordi di Ottawa. P poi, con ritmo semore olù cPlere. tutte le misure del Governi de111\ altri Paesi dlre«P a restrlnl?ere lP lmnortazlonl ed espandere anche artificialmente le emortazloni: di oul a.nchP. In Paesi con irovern I tntA Ht,,rl la <li-filu<ton,,- di ldeolo11le ~onomlche mAl~:me, come quelle autartlohe, o addirittura impe– rlallstlcll,e, come auel1a del Lebens– rawm o snA' T.lo ,.nlf4111'!. di tr1i>to e re– cente memoria. Non che si voella mar.! xlstlcamentE> soiel?are tutto li disor– dine mondiale tra le due l(Uerre sol– tanto con tali misure: ma è certo che esse contribuirono. e non noco. ,.,i ali– mentare Il malessere de.irll spiriti e la crisi delle economie. e fra queste In primo luocto 1'ooonomia st11tun•ten..se.<'lle presto non seppe come esportare i pro– dotti dP\'a oroorl11 inrll.lstria. P anrnr prima di ei<l'I quelli rlella propria airrl– coltura. E di aul. all'lnternoll. con loirlca altrett..nto ferrea che nell'emnomla in– ternazionale. si ebbe Il profondo saul– llbrlo tra Il potere di acquisto ·ctes?ll a~icoltorl e quello de«li operai con f"nomenl paurosi di dlsoccuoazione e di carestia, paradossale conseguenza di un eccesso Idi produzione. IL COMPITO DI ROOSEVELT Ma tale situazione era Il risultato, nel campo economico. di quello stes!;.o egoismo nazionale che, nel campo po– lltlco, aveva sabotato lo sforzo di Wil– son per far assumere agli Stati Uniti la loro parte di responsabilità In un mondo che aveva dimostrato di non poter far a meno di loro. Tale egoismo al era. eretto a dottrina col nome d'iso– lazionismo ed aveva "°I dominato senza contrasti la vita americana sino al tra– collo del 1929, che pose .fine misera– mente al periodo della agiatezza Inco– sciente, Ja cosiddetta prosperity. Come reazione alla batosta, Il -popolo ameri– cano diede la responsabilità del potere nuovamente al democratici, al partito di Wilson, rimasto all'opposizione dal 1920. Roosevelt, prima di essere uno 'dei magiilorl artefici della vittoria klelle Nazioni Unite, :fu il restauratore della fiducia economica del suol concittadini, riducendo notevolmente la disoccupa-· zlone Industriale ed aumentando i red– 'ditl agricoli con una politica governa– tiva di sostentamento del prezzi. L'am– ministrazione Roosevelt Iniziò contem– poraneamente una polltlca doganale dl abbassamento de.Ue tar!:ffe che. anche se contenuta entro llmltl abbastanza modesti a causa sempre dell'ostilità di Industriali e di sindacati, riusci ad in– crementare notevolmente gli scambi commerciali con l'estero. Il problema 1Vitale dell'economia americana di que– sto dopoguerra è appunto quello d'im– pedire una contrazione sensibile delle esportazioni che avrebbe ripercussioni In.terne .~v,issime. I GIGANTI Il discorso di Truman rlbad:sce que– sta foruiamentale esigeo:za con Ja più grande energia: prova ,questa de:la o– stinata resistenza opposta ancora da nostalgici della e P.icco:a America » del secolo scorso e da ego'.stl di scarse ve– dute. Ha detto Truman: « Ora, come nell'anno 1920, abbiamo raggiunto una svolta d'importanza sto– rica. Le economie nazionali ~ono state sconvolte dalla guerra. L'avvenire è ovunque incerto. La politica economica del vari J>aesl è In uno stato di fluidità. In questa atmosfera di dubbio e di in– certezze, Il fattore decisivo sarà rap– presentato dal modo con cul gli Stati Uniti assumeranno una posizione di– rettiva nel mondo. Noi slamo I g~gantl del mondo economico. Che ci piaccia o no, il sistema futuro delle relazioni economiche dipende da noi ». E più avanti, ad addormentare l ti– mori del protezionisti: e Il programma ohe abbiamo discusso svilupperà Il no– stro commercio estero più di quanto potrebbe esserlo altrimenti. Ciò significa che le esportazioni aumenteranno e che anche le Importazioni aumenteranno. Molti, è vero, avranno paura delle im– portazioni. Hanno paura perohè sono convinti che non ,possiamo importare di più dall'estero se non produciamo <li m,z,no, nella stessa misura, in patria. Fortunatamente non è questo Il caso. L'ampiezza del nostro mercato non è un .faittore stabl•!ito una volta per tutte. Esso è più piccolo quando cerchiamo di isolarci dal· resto del mondo; è più grande quando abbiamo un commercio est.ero prospero.... A qul!lll,i tra noi . - e ce ne 50ll'lo anoora - ,ohe vorrebbero torna-re al periodo -delle alte tariffe e dell'isolazionismo econo– mico, lp09Siamo dire soltanto tiuesto: State attenti, i tempi sono cambiati. La nostra posizione nel mondo è cambiata. E' cambiato anche il carattere del no- stro ,popolo e gli slogan. del 1930 0 del 1936 sono sorpassati. L'Isolazionismo dopo due guerre mondiali è un'espres– sione di faH!mento mentale e morale•· I RAPPORTI CON LA RUSSIA Da quanto si è detto sopra appare chiaro che la politica commerciale di Truman rappresenta la diretta conti– nuazione della politica democratica di Roosevelt: come lo prova il fatto che essa sia appoggiata da tutti gli uomini politici democratici, compresi I dissl– d:nti di Walilace, ed osteggiata so11anto da una parte dei repubblicani. Sembre– rebbe Invece a molti che la politica Internazionale di Truman si sia pro– fondamente allontanata dalle direttive rooseveltlane per avvicinarsi a quella dei suoi avversari, pattlcolarmente per quello che riguarda I rapporti con la Russia. · Come sempre avviene in questi casi, è ben difficile .poter dire quello che avrebbe fatto Roosevelt; osserviamo soltanto cbe Roosevelt era un asser– tore della politica di presenza degli Stati Uniti nel mondo, ch'e_gll fu tra i primi a sostenere la necessità di op– porsi al predominio hitleriano e di so– stenere la Gran Bretagna, che la sua · arrendevolezza nel riguardi della Rus– sia si spiega col suo desiderio di man· tenere compatta la coal!tzlone delle Na– zioni Unite sino alla sconfitta della Germania e ch'egli è morto alla vigilia di cta,'.e sconfitta. D'altra parte Roose– velt fu, come il suo predecessore Ideale Wilson, un- grande sostenitore dell'orga– nizzazione in~nazionale, della quale l'O.N.U. con le sue organizzazioni prin– cipali è soltanto un-a parziale espres– sione; complementi necessari di essa sono pure Il Fondo Monetarlo Inter– nazionale, la Banca Internazionale di Sviluppo (e sarà certa.mente l'Organiz· zazione Internazionale per Il Com– mercio, che dovrebbe ,venire creata nella conferenza che si inaugurerà a Ginevra Il 10 aprile ,prossimo): se-nza parlare 1:11 altre organizzazioni collegate con l'O.N.U., come l'U.N.E.S.C.O., la F.A.0., l'I.R.O., ecc., dalle quali la Russia è assente, nonostante l ripetuti Inviti a parteciparvi. Tutti del resto conoscono con ouanto zelo, in seno alla Commis– sione per l'energia atomica, la Russia chieda la condanna dell'uso della bomba a.tomi!ca. ma si rilmuti di accedere alla creazione di un efficiente siljtema di controllo Internazionale sulla fabbrica– zione di questa come di qualsiasi altra arma.. Anche senza par.lare di altre In· numerevoli ragioni di proteste e di at– triti, non si vede perchè si debba esclu– dere' che anche Roosevelt avre<bbe cam· biato sistema. Tutto sta - ed è qui Il punto veramente delicato -.che la po• litica dl .fermezza visibilmente accen· tuatasi in questi ultimi i.iorni, non fini· sca col proteggere \Governi che con la democrazia nulla hanno a ohe vedere . Ar. B. Direttore: MARIO PAGGI Reapon.aabile: GAETANO BALDACCI

RkJQdWJsaXNoZXIy