Lo Stato Moderno - anno IV - n.6 - 20 marzo 1947

LO STATO MODERNO 137 lunga scadenza e. più razionali. L'organizzazione entra per– tanto nel suo secondo anno di vita meglio fornita di espe– rienza, di entusiasmo· e di comodità pratiche. 4) Le prospettive per i trattati di pace sono decisamente mig:iorate. 5) La Commissione· per l'energia atomica ha completato ed approvato un ·import'<lnte.rapporto provvisorio (sebbene con 1 astensione deJ'Unione SoVietica e del:a Polonia ne:la votazione finale). 6) 11 Consiglio di Sicurezza è riuscito, contrariamente a quanto era accaduto ne:l·estate scorsa, '<lvarare a.I unarumità un accordo circa_l'invio nei Ba.:cani di una commissione d'in-· chiesta. 7) il Governo persiano è riuscito a riaffermare la propria autorità sula Persia settentrionale, mostrando che i, sem– p:ice atto di tenere la questione persiana iscritta a:r ordine del giorno del Con:sig:Jo di Sicurezza non fu un gesto così inuwe com~ U:cuni critici sostennero nella primavera scorsa. 8) Fina:mente, come ho già affermato, la questione del disarmo dà qua,che athdamento che t Consiglio di Sicurezza · potrà ;av.orare nel 1947 più utilmente che ne. 1946. Tutti questi fatti sono motivo d'in.coraggiamento. L'atti– vità dell'O.N.U. si estenderà nel 1947. Le importanti commis– sioni del Consiglio Economico e Sociale per i diritti umani, la piena occupazione, i trasporti, ecc., sono state appena co– stituite. Il Consiglio- per le AmministraziÒni Fiduciarie, aJ.:a cui creazione i rappresentanti britannici hanno avuto una parte così importante, deve essere formalmente istituito nel prossimo marzo. Sembra ormai certo che il contro:lo e la riduzione deg:i annamenti mond1a:i sarà il più grosso prob:ema che l'O.N.U. dovrà affrontare quest'anno. L'apertura di questa questione richiama immediatamente alla memoria i precedenti sforzi per il disarmo neg:i anni tra il 1920 e il 1930 e l'indefessa a~tività di Lord Oecil, del de– funto Arthur Henderson e di tanti. altri. E' gradito pensare che i grandi sforzi, anche se infrut– tuosi, a.:lora compiuti possono essere ora utili in ~questo rin– novato tentativo di ~iberare l'umanità dalla schiavitù del ti– more e dal farde:Jo di bilanci militari astronomici. QuU:i sono le prospettive? Primo: partiamo co: vantaggio che tutte le maggiori Po– tenze, e pertanto ogni Potenza in grado di attentare alla pace del mondo in un futuro 'prevedibì:e, questa volta partecipano con pienezza di diritti sin dal!' inizio alle discuss.ioni. La nostra dura esperienza degli anni 1939 e 1940 ha provato che si possono prendere in seria considerazione proposte di di– sarmo soltanto se esse vengono applicate universU:mente. Secondo: viene esp!icitamente riconosciuto sin dal:'inizio che il disarmo non è una questione puramente tecnica, ma che è strettamente collegato con la questione gen_erale della sicurezza. Terzo: partiamo questa vo:ta con il gener:ie consenso, almeno in linea di principio, suJ.:a necessità di una ispezione internaziona:•eillimitata come garanzia fondamenta:e: punto questo d'importanza vita'.é, mai prima raggiunto nelle prece- denti discussioni sul disarmo. · Quarto: partiamo stavo:ta con una Commissione già in attività, appoggiata da tutte le Grandi Potenze, per il con– trol:oe il divieto della fof!Jla più terribile di armamento sco– perta dall'uomo: la bomba atomica. Sin qui tutto va bene. Ma sarebbe sciocco far credere che :a strada che ci sta dinnanzi sarà facile o che l'impresa potrà essere portata rapidamente a buon fine. Gli sforzi pre– cedenti lo provano. E' altrettanto evidente che i problemi del disarmo non possono essere risolti isolatamente. Gli Stati possono disarmare so:umto qua:ora vedano che si offre foro una forma a.:ternativa di sicurezro. Ora il sistema di sicurezza previsto dalla Carta delle Nazioni Unite si fonda suJ:e forze messe a disposizione dallli Stati membri• de!;'Orgamzzazione, in conformità a speciU:i accordi che dovranno essere conclusi tra 1 Organizzazione stessa e gli Stati, suJa base del.;e raccomandazioni fatte dal Comitat~ degli Stati Maggiori dell'O.N.U. Senonchè ciò che preoccupa è appunto il fatto eh~ i progressi compiuti dal Comitato degli Stati Maggiori ne:lo scorso anno sono stati terribi:mente lenti. Una maggiore ce– lerità nei suoi lavori è indispensabile se :e discussioni su,la riduzione degli armamenti devono dare quU:che frutto. Noi dobbiamo plaudire alla proposta sovietica di con– side,are la questione del disarmo come ,a più importante tra :e attività dell O.N.U. Ma dobbiamo misurare i, contri– buto di ogni paese &la pace del mondo non so:tanto dalle su,e proposte di"disarmo, ma dal ~uo contributo alla creazione del sistema di sicurezza de;le Nazioni Unite. E' pure ovvio <ihe un sincero contributo al disarmo im· plica una coJ.:abomzione cordiale neJ:o sforzo della Commis– sione de.i' energia atomica per creare il più· rapidamente pos- , sibi:e un sistema pertettamente efficiente per control:are la ene~gia atomica ed assicurare il suo uso per scopi pacifici. E' ben noto come per varie ragioni la Commissione per l'energia atomica abbia tatto progressi cosi penosamente lenti durante la prima metà del 194ti. Poi il passo si fece più celere, e il rapporto provvisorjo che la Commissione ha ora approvato contiene in linea generale, se non tutti, la maggior parte deg·'.i e:ementi necessari per un sistema di control:o efficace. L'anno in corso mostrerà fino a che punto questi principi generali potranno essere tradotti in piani concreti accettati da tutti i paesi. Ma assai più si richiede, affinchè tutti i prob!emi tecnici impliciti nel contr9llo e ne:ta ,riduzione 'degli armamenti pos– sano essere superabi:i. Non furono, dopo tutto, i problemi tecnici a distruggere le speranze di disar.mo tra il '20 e il '30. Furono invece gli svLuppi, apparentemente senza connessione, del:a situazione internaziona.e ed inrerna in mo:te e diffe: renti parti del mondo. La situazione economica e politica generale divenne tU:mente caotica che le discussioni sul di– sarmo risu:tavano manifestamente fuori posto ed inutili. Così oggi vi sono almeno· quattro punti_ essen~ali da considerar~ in un programma completo per il mantenimento · deJ.:a pace: disarmo materiale, sicurezza po!itica, cooperazione economica e ricostruzione mora:e. E' inuti:e concentrare i propri sforzi su uno solo di questi punti e trascurare gli U:tri, Noi dobbiamo concepire un piano che li contempli tutti. E l'O.N.U., con le sue organizzazioni per scopi specifici, for– nisce le fondamenta sulle quali possiamo continuare a co– struire in tutti i campi, purchè sfa presente lb spirito di una sincera collaborazione. Perciò l'O.N.U. entra nel suo secondo anno di vita con compiti più numerosi da affrontare, ma con accresciute spe– ranze. Ci sarà spesso bisogno di ciò che. il signor Paul Martin, de!egato canadese all' Assemb'.ea Genera!e, definì come una « santa ostinazione », quando incontreremo le diffico!tà e gli scoraggiamenti che ci attendono. E quando saremo tentati a criticare o· a disprezzare l'O.N.U., faremo bene a ricordare le paro!e pronunciate dal signor Bevin un anno or sono a:la sessione inaugurU:e di Londra. « L'Organizzazione. de[e Na– zioni Unite - egli dichiarò - non .sono loro, ma rwi; cia– scuno di noi,. che come cittadini del mondo cerchiamo· la pace e la sicurezza per l'umanità». . ALEXANDER CADOGAN

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