Lo Stato Moderno - anno IV - n.6 - 20 marzo 1947

136 LO STATO MODERNO Germania tarata e non ravveduta sarebbe una « costruzione distruttiva•, mentre l'annientare i nuclei centrali del:a po· tenza tedesca e de:le idee che dietro ad essa si annidano è una « distruzione costruttiva », è l'unica via. anche se lunga, verso un domani di sicurezza». E un terzo tedesco, Emil Ludwig, con il suo abituale metodo approssimativo ma ricco di intuizioni e di verve, ammonisce dal canto suo che, al popo!o tedesco, la demo– crazia non gliela si deve porgere come un dono su un vas– soio d'argento, ma esso deve meritarse:a come un premio, popo un tirocinio di mo:ti anni. Tre voci tedesche. Voci, però, di tedeschi che parlano dal di fuori. Di tedeschi che non tornano. Così come non tornano Albert Einstein, che ragiona ormai in termini di Stato mondiale, e quel!'Hermann Hesse, u!timo premio Nobel ,per la letteratura, che fin da]' a:tra guerra si è e!veticizzato, dichiarando che i tedeschi saranno fors' anche il sale del:a .terra, ma come nazione po!itica sono impossibili, ed eg:i non voleva più aver nU:la a che fare con es~i. E oome non tornano l'austro-tedesco Stephan Zweig, pateticamente sui– cidatoSi in America, quando gli parve che il « mondo di jeri » fosse definitivamente travo:10 dalle orde di Hit:er, ed Ernst Toller, e il comunista Thaelmann e il pacifista Cari van Ossietzky, e g!i altri tutti, che di Hit:er furono dirette o indirette vittime. Sicchè oggi, alla vigilia di un'ora di decisioni per la Germania e per l'Europa, riproponendoci la inizia:e domanda, ddbbiamo forse dire che siano queste, distaccate o infrante, le sole e perdute voci di una ipotetica « a:tra » Germania? Oppure dobbiamo credere, o illuderci di credere, che una catarsi tedesca sia ancor possibile e prossima? Qualcuno, tedesco e più vicino ai tedeschi d'oggi di quanto non possano essere Thomas Mann, Foerster e Lud– wig, ha detto che forse possiamo farlo. L'economista Ropke, ad esempio, nel suo vo:ume su « Il problema de:la Germa– nia » scritto da!!'esi:io svizzero; il filo'.ofo esistenzia:ista J a. spers, in una lucida e sofferta analisi del problema po:itico e morale posto dal processo di Norimberga; lo storico Mei– necke ne!la sua u:tima opera di • Die deutsche Katastrophe ». .Ma le voci più propriamente politiche, anziane o nuove, dal pastore Niemoe::er al socialdemocratico Schumacher, che di– rettamente giungono dalla Germania ancor ca:de di accenti nazionalistici, lasciano quanto meno perplessi. Il prob:ema è dunque più che mai aperto. « Noi tedeschi pobbiamo convincerci - scrive il Meinecke - che l'opera di Bismarck è caduta in frantumi per colpa nostra, e che attraverso le sue rovine dobbiamo ricercare una via per un ritorno ai tempi di Goethe ». Un ritorno a Goethe. Irrea:e illusione forse oggi, in piena era atomica. Oppure, proprio per questo, unica spe– ranza di salvezza? Certa è una cosa: che una bonifica spe• cifica del:a Germania non può. concepirsi ed attuarsi se non ne: quadro di una generai.e bonifica dell'Europa. E che in tal senso soltanto devono indirizzarsi gli sforzi di quanti si propongono di pensare ed agire in termfni europei. Ma porre j) problema è sentirne tutta la gravità. Vi sono ostaco:i da superare, da parte dell'Europa. E ostacoli da superare da parte del:a Germania. Unamuno disse un giorno deJ:a fisofia tedesca che essa g!i appariva « l'arte di scolpire ne::a nebbia». Forse non ,meno inconsistente è la fatica di quanti si accingono ad evo– care questa fantomatica « altra » Gennania, a tentare di ?co:pire, ne:l'ora che volge, una sua forma po!itica ed umana. BRUNO PAGANI PROSPETTIVEDELL'O.N. U. PER IL 1947 L'O.N.U. nacque JJella Centrai Hall rdi Westminster il 17 gennaw 1946. Nel seguente articolo, di ·cui \Ci è concessa dal « Dai-– ly , Telegraph » l'esclusivitd della riproduzione per l'Italia, Sir Alexander CeuùJgan, rappresentante pennanente della Cran 13re· tagna al Consiglio di Sicurezza, esamina i progressi compiuti nel primo anno cU <Vita e le prospettive per il 1947. Nello soorso autunno ho avuto occasione di dire che l'O.N.U. aveva bisogno di due cose: un nuovo s'.ancio ed un compito costruttivo sul quale i membri del Consiglio di Si– curezza potessero accordarsi. Da li!ora tutte e due queste oose si sono verificate. L'Assemblea Generale ha dato un nuovo impulso a tutta l'organizzazione, mentre il compit~ del disarmo, vasto e complesso com'è, offre al Consiglio di Sicurezza a:meno la possibilità di uno sforzo costruttivo e, spero, concorde. Sono oggi pevtanto più fiducioso nell'O.N.U., e di con– seguenza nel mantenimento della pace nel mondo di quanto lo fossi tre mesi fa. Certamente l'O.N.U. non ha avuto la vita facile nel suo primo anno. Essa, o;tre che dover risolvere i gravi pro– blemi della sede, si trovò ad operare in un'atmosfera assoluta– mente imprevista, ossia prima che ,a sistemazione della pace fosse compiuta. E il fatto che le Grandi Potenze non aves– sero ancora raggiunto una intesa generale dopo la guerra, si fece sentire in ogni riunione dei comitati delle Nazioni Unite. Essa fu costretta a lottare con una serie di questioni po– litiche esplo~ive. I dibattiti in seno al Consiglio di Sicurezza si spinsero a tal pun lo che era legittimo domandarsi se il Consig:io fosse diventato una pubblica arena, una piatta· forma di propaganda, o fosse « un centro per armonizzare l'azione del:e nazioni »,come ha inteso la Carta. Già oggi, per quanto grandi siano i problemi che atten– dono una so:uzione, ci sono ragioni per sperare che l'O.N.U. abbia superato le maggiori difficoltà. Quali sono queste ragioni? 1) La prima Assemb!ea Generale, grazie soprattutto al– l'abile guida del suo Presidente, il signor Spaatk, ha esau· rito con successo il suo lungo ordine del giorno. In avvenire essa dovrà, se sarà in grado di attirare statisti di primo piano, stabilire le procedure per acce:erare le discussioni, vagliare severamente i: proprio ordine del giorno e portare a termine i propri lavori assai più rapidamente. Ma se si pensa ai timori iniziali, anche l'Assemblea fu un successo. Non ci fu a:cuna divagazione e raramente si perse la calma; e benchè non tutte le decisioni siano state logiche o soddisfacenti dal nostro punto di vista, tuttavia il procedimento di deliberazione in generale persuase. 2) Inoltre, nel corso della sessione, il Segretariato inter· naziona:e guadagnò nuova fiducia nel suo lavoro, fatto questo di fondamenta:e importanza per il sano svi:uppo dell'orga· nizzazione. 3) Ancora: l'O.N.U. ha deciso di stabilirsi definitivamente a New York ed il Segretariato e tutti gli uffici che ne dipen· dono sono di conseguenza più .Jiberi di predisporre piani a

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