Lo Stato Moderno - anno IV - n.6 - 20 marzo 1947

• LO STATO MODERNO 181 sare che esso non si preoccupi, come dovrebbe e come fareb– be sotto lo stimo:o de:Ja concorrenza, dei necessari miglio– ramenti tecnici (e per tecnici intendo anche l'adeguatezza dei programmi al:e benintese necessità del pubb'.ico ascolta-· tore). Si potrebbe quindi pensare - anche nel caso di una assunzione da parte del!o Stato del servizio radiofonico - a:la possibilità di più enti con gestioni separate. Ogni Ente potrebbe avere una quota parte del ricavo dei canoni di abbonamento, e la concorrenza potrebbe esercitarsi nel;' ac– caparramento de:Ja pubblicità, ovvio essendo che avrebbe le magg1on probabilità que['Ente che soddisfacesse meglio i gusti del pubblico. Dal punto di vista liberistico questa sembrerebbe la so:uzione mig:iore; ma bisognerà rifletterci su. Non so cosa ne pensano i tecnici de:la pubblicità, ma a me par fuori dubbio che la pubb'.icità a mezzo radio sia la più suggestiva e la più pericolosa. Proprio per questo essa presenta incon– venienti specifici, e lo Stato deve preoccuparsi di circoscri– verli al minimo. L'eventualità quindi di una maggiore diffu. sione della pubblicità radiofonica va considerata non soltanto sotto il suo aspetto positivo di agevo:e finanziamento de:Je imprese radiofoniche. Proprio in questi giorni il Manchester Guardian scriveva che • psico'.ogi sociali americani comin– ciano a chiedersi se la radio commercializzata non stia dete- riorando il live]o del gusto americano e forse anche il carat• tere •· Un romanziere americano ha scritto un romanzo che ha avuto grossa fortuna, per descrivere la grossolanità dei sistemi dei trafficoni della pubblicità radiofonica. Il romanzo (Frederick Wakeman - The Hucksters) è stato anche tradotto in fi'.m, e siccome è uno dei maggiori successi dell'annata, anche il nostro pubb:ico potrà farsi un'idea di quei costumi. Lo stesso Manchester Guardian definisce le trasmissioni ame– ricane una « raffinata tortura •; ma ritiene che, per il mo– mento, chi non è soddisfatto non abbia altro da fare che gettare l'apparecchio fuori del:a finestra. Natura'.mente bisognerebbe anche sentire cosa ne dicono gli americani, essendo comprensibile che per un inglese il sistema migliore sia quet:o de!la B.B.C.: corporazione pubbli– ca, amministrata da un Consig'.io in cui viene in un certo modo rappresentato il pubblico dei contribuenti e que:lo deg;i ascoltatori, e che ritrae i mezzi di vita esclusivamente dai canoni di abbonamento, sen~a quindi la pubb:icità: com– merciale. Mi pare di avere impostato il problema anzichè aver prospettato una mia so'.uzione preferita. Penso che la discus– sione sull'argomento potrebbe essere opportuna sotto tutti i_ rapporti, e mi auguro critiche vivaci a!le mie stesse .osser• vazioni. SILVIO POZZANI DA DUNKERQUEA MOSCA L'alleanza firmata il 4 marzo a Dunkerque tra Inghilterra e Francia è di quelle che consacrano uno stato di fatto sostan– zialmente esistente. Nella fattispecie, il -rapporto testè perfe– zionato dal trattato di Dunkerque esiste dal 1904, dal sorgere cioè dell' « Intesa Cordiale »; e ha avuto una prima concreta attuazione nella guerra 1914-18, una seconda nella guerra recente. Pure, a suo tempo, dopo la rprima alleanza di guerra, non fu possibile realizzare l'alleanza permanente di pace, per. chè allora la .sola Francia riteneva di dove.re aver bisogno del– l'Inghilterra, e non viceversa. Onde un trattato fu ben-sì fir. màto il 28 giugno 1919 con cui la Gran Bretagna s'impegnava a venire immediatamente in aiuto della F.rancia in caso di qualsiasi atto non provocato di aggressione diretto contro di essa dalla Germania; ma, collegato con analogo trattato franco– americano, decadde, ibenchè ratificato, con la mancata ratifiéa di quello; e i nuovi progetti presentati rispettivamente dall'In– ghilterra 1'11 gennaio 1922 e dalla Frnncia il 23 - quest'ulti– mo comportante l'impegno b-ilaterale - non -riuscirono mai a tradursi in un testo accettato da entrambe le parti, anche a cagione delle divergenze di vedute successivamente manife– statesi nei -rapporti fra i due paesi. Locarno sembrò superare questo rapporto in una garanzia più vasta estesa anche alla Germania; ma quando Hitler lo denunciò, rimase l'impegno in– glese a favore della Francia: e le divergenze di vedute fra le due Potenze occidentali, nei confronti prima dei rapporti con la Germania poi di quelli con l'Italia, non impedirono che al momento critico la dichiarazione di ,guerra della Francia alla Germania seguisse di poche ore quella dell'Inghilterra. All'atto della catastrofe francese Churchill avanzò quella proposta di unione fra i due paesi che rappresentava un passo ancor più in là dell'alleanza; ma gli animi non erano prepa– rati, e neppure era possibile, nel tumulto dell'ora, una ponde– rata formulazione: onde la proposta cadde nel vuoto. Poi vi fu il ritiro unilaterale della Francia dalla guerra, l'attacco inglese contro la squadra francese ad Orano, la rottura dei rapporti ConVichy, e in seguito le nuove azioni di guerra a Dakar, in • SiJ'ia, nel Madagascar, nell'Africa Settentrionale, che non po– tevano .però pesa-re sui rapporfi futuri perchè compiute in ac– cordo e colbborazione coi Francèsi liberi di De Gaulle. Mn presto intervenne un raffreddamento di rapporti con lo stesso De Gaulle, che prese la via di Mosca e addivenne con l'U. R. S. S. (10 dicembre 1944) a quell'alleanza scritta che con l'In– ghilterra non c'era ancora. Eppure già all'indomani della fine delle ostilità in Europa De Gaulle doveva accorgersi che quel gesto impulsivo non rispondeva alla realtà della situazione; e di fatto, pur restando pienamente va:ida, l'a:Jeanza franco-sovietica rimaneva un puro atto giuridico che opererà, se opererà, al momento del casus foederis, ma non dava luogo ad alcun permanente schiera– mento od orientamento politico dei due Stati, così com'era avvenuto a suo tempo per l'alleanza franco-sovietica del 1935. L'alleanza scritta franco-sovietica non era più insomma che un aspetto, uno dei tanti, della politica francese come di quella sovietica, mentre la stretta amicizia anglo-francese, pur dopo i dissapori del periodo di guerra, pur dopo l'eliminazione della Francia dal vicino Oriente di cui si -faceva carico all'Inghilterra, pur nonostante le divergenze di vedute nei confronti del proble– ma tedesco, rimaneva l'indirizzo naturale ed obbligato della po– litica dei due paesi, alleanza non scritta più forte delle alleanze scritte nate da valutazione di circostanze contingenti e non corroborate da affinità sostanziali di civiltà, di posizioni ideali, di interessi e via dicendo. Che quest'alleanza non scritta si sia tradotta, dopo tanti anni e tante vicende, in alleanza scritta, che la seconda guerra mondiale a:bbia fatto compiere nei rapporti fra le due Potenze quel passo che non si era potuto compiere dopo la prima, non è tuttavia senza particolare significato; e l'aver posto la nuova alleanza sotto il segno di Dunkerq ue ha il suo significato esso pure. Meno importante è per noi il termine insolitamente lungo fissato all'alleanza, termine che -del resto l'Inghilterra aveva già proposto per 11 trattato con ru.R.S.S. Poichè un'alleanza ancorchè scritta non ha evidentemente alcun valore se non

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