Lo Stato Moderno - anno IV - n.5 - 5 marzo 1947

LO STATO MODERNO 99 aspetti della politica pura e cruda d'altri tempi, come il tra– sformismo, le clientele, il divismo parlamentare, sono ora sva– niti o assai smorzati. Questa politica ha meno contenuto par– ticolaristico (non per nulla la sovranità delle nazioni è in cri– si, insidiata e forse definitivamente superata dalla politica dei blocchi) e più pathos niligioso. . Senza dubbio çssa acquista con questo una preoccupan– te tendenza a permeare tutta la vita, a infrangere la nobile ep– pur tenue tela de:,:•autonomia de[e person,a,ità, a uccidere la liberale e conservatrice :ibertà da!:o Stato. Ma, anche qui, è tutto e solo danno? Accanto alla autonomia del'.e personalità, a questo va:ore etern; e eternamente da difendere coi denti, que[a tradizione di :iberfà da[o Stato non conteneva forse anche la libertà dalla politica, la diffidenza, la estraneità dei particolari davanti a:Je questioni supreme? Jn verità, se tali questioni supreme incombono oggi nel– la politica, con tensione alta e ferma di guerra santa, ciò av– viene perchè noi siamo entrati, e da molto, in un periodo di accelerata_e approfondita mutazione di strutture. E l'inizio della accelerata mutazione si può far coincidere col nascere del socialismo, o meglio col rinascere attraverso il soéialismo delle antiche, delle eterne speranze di palingenesi e di mil– lennio. La contrapposizione socialistica dell'èra sociale all'èrà individuale è falsa in senso rigoroso, come opposizione ad ol– tranza di proletariatq e borghesia, ma come diagnosi generica che le fondamenta del mondo vacillano non può essere con– traddetta, e domina gli spiriti anche degli avversari. E'" dun– que ragionevole prevedere 1::hequesta tensione alta e ferma e questo significato più che politico della politica abbiano a mantenersi e a durare, almeno finchè il mondo non trovi un assetto di relativa quiete e stabilità. E non pare ancora il momento. • La seconda considerazione da fare sulla crisi riguarda le teologie e le mistiche. Sempre le questioni supreme, quando traboccano e dilagano sul mondo, come periodicamente ac– cade, dànno vita alle teolog:e e alle mistiche. E queste pos– sono benissimo essere ridotte sotto la categoria dell'errore o anche, se piace, della colpa; mentre assolutamente non si può ridurre a questo modo il fatto in sè, che le supreme questioni incombano oggi ancora una volta nella pratica. Ora la teo– logia e la mistica, cioè l'errore di canonizzare e dj dogmatiz– zare una fede e quello opposto di viverla come volontà cieca e delirante, si chiamano a vicenda e si Teciprocano, perchè so– no errori e perchè appunto è legge dell'errore che esso ali– menti sempre il suo proprio opposto. Poichè la mutazione del– le strutture non sa generalmente essere pensata con pensiero chiaro e critico, l'azione politica conforta e in certo modo og– gettiva le sue ragioni foggiando testi sacri e dottrine infalli– hili. E poichè i testi e le dottrine falliscono, come sempre fal– lisce ciò che è concluso e definito di fronte alla vita inesau– ribile, si medicano le scuciture dei testi, si ovattano i salti del– le dottrine, si conferisce ai miti lontananza e splendore con il pathos mistico. Ma il pathos mistico non può certo vivere come puro sentimento e pura irrazionalità, e a sua volta d.,ve ricorrere alle dottrine autoritarie. La mistica riprende così la teologia. L'opinione comune e volgare, che vede in queste devia– zioni teologico-mistiche l'unica causa della deprecata inca– pacità dei partiti a sciogliefsi nella azione re.alizzatrlce, è cer– tamente falsa, perchè non Tisale alla sostanza del processo, che è, come noi sappiamo, la presenza dei problemi metapolitici nella politica. Quando la frattura fra le parti politiche si opera in alto, sulle questioni supreme e sulle cose ·sacre, è ovvio che ogni parte tende a concepirsi come un mondo a sè, e a difettare di flessibilità e dj manovra. M'<! è altrettanto ovvio che l'astrattezza dottrinaria e il cieco impeto mistico aggra- vano il male, dando ai partiti una rigidezza addirittura iera– tica. Il corso tipico del pensiero mistico parte, com'è noto, dal– !' angoscia e dalla attesa febbrile, poi organizzando questa at– tesa crea la Chiesa, luogo di salvazione e anticipo del futuro radioso. E infine :a Chiesa· coi suoi so:iti contorni oppone la sua intransigenza alle partes infidelium: non senza qualche delusione dei mistici più fervidi. Tutto ciò si svolge sotto i nostri Q{!Chi, e tanto nella. parte marxista che in quella cat– tolica: per quest'ultima non si può omettere di ricordare fim– portante discorso di G-Onellaal Congresso democristiano, un modello perfetto di attesa escatologica, con la tipica contrap• posizione. dj futuro radioso (democristiano) e di buio pre– sente (laico). Ma dall'attesa nasce la chiesa, cioè il partito e1:!– clesiastico e ideologicb. Chi si sente in possesso della retta fede è già cittadino del mondo a venire: • pe-rchè ecco, il regno di Dio è fra voi» (Luca, XVII, 21). Il partito-chiesa si pone quindi come un modello della società universale, e svi– luppa formazioni speciali per inquadrare tutte le attività uma– ne, in primo :uogo !'educazione e l'assistenza. Entra ne:ta lotta COI) molto più fiducia nella propaganda e nella predica– zione che nel giuoco <razionale,dialettico della politica, e nel buon governo. Ma da una politica teologico-mistica non si può aspettare altro, se non precisamente che essa trascuri le facoltà critiche e razionali della gente. Poj questa mobilita– zione, questo politicizzamento integrale di tutti gli aspetti del– la vita, finisce col provocare naturalmente una reazione dj nausea della politica, una fuga dalla politica. Alla politica ideologica, e a queste sµe deviazioni che diciamo ecclesiasti– che, l' antipolitica non ha lasciato a lungo mancare la sua ri– sposta. La scettica derisione dei supremi ideali, la escogita– zione dello stato amministrativo, la contradmztone del « par– tito dei senza partito » hanno fatto la fortuna' del qualunqui– .smo. Esso rappresenta un violento ritorno alla politica par– ticolaristica, col suo opportunismo, i suoi divi e le sue clien– tele. Il suo più vero contenuto reazionario sta in questa man– canza di posizioni universali e di fede. Il compito di una politica illuminata fra queste forze te– naci e oscure è tremendo. Contro :e chiese e !e quasi-chiese non servono i metodi volterriani, che oltre ad essere ineffi– caci non renderebbero piena giustizia nè a quei vangeli nè a queHe profonde speranze, frutti amari, ma necessari e inevi– tabili, dell'immenso allargamento della ellisse politica, o poli– ticamente interessata, che la, tecnica ha sforzato e la ~tessa co– scienza liberale suggerito. Le mistiche esisteranno finchè yi sa-. ranno in po:itica strati umani relativamente recenti. E l'urgenza del:a cura (che deve essere paziente svolgimento) pone oggi in tutta fa sua gravità il drammatico prob'.ema de:l'inserimento nei partiti delle forze intellettuali e critiche. La possibilità dj un inserimento completo è caduta col tramonto della società re– lativamente stabile dell'ottocento liberale e col dissolversi del– la sua ristrefta e qualificata classe politica. E non si ripresen– terà per lftl pe->:zo, perchè non è probabile e del resto neppu– re auspicabile che gli argini vengano rialzati, come pensa Cro– ce col suo chiaro razionalismo. Non sembra restare altra al– ternativa che dj dare· J' adesione ai partiti senza troppo preoc: cuparsi degìi ideologismi e dei tabù, senza impazienti disegni di razionalizzamento, insistendo invece sui suggerimenti con– cret~ legati al qui e ali' ora; e di salvaguardare inoltre un pia– no di attività culturale superiore ai partiti, dove la critica al– le idee sia condotta ad oltranza. In tempo di mistica bisogna fare i conti con i limiti che la coscienza mistica attribuisce al– J'azione salutare. Una critica o un parere concreto sembra aver credito sollanto se muove dall'interno della comunità, al– trimenti è l'opera del demonio, che è demonio borghese o de– monio laico e massone, secondo le parti e le dottrin,e. GIOVANNI VACCARI ✓

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