Lo Stato Moderno - anno IV - n.5 - 5 marzo 1947

LO STATO MODERNO 111 se non proprio· convincente, catena di il:azioni. L'areenno basta a spiegare come un movimento europei·sta in Ita:ia sia nato con un carattere radica:e e anticonformista. E' nato, per ·intenderci, daJ:a stessa mentalità da:Ia quale è sorto il Partito d'Azione. Come quello, è cresciuto in una illusione rivo:u– zionaria che non si è attuata. I: Partito d'Azione, di questa de:usione è morto o tramortito. Il movimento federa:ista in– \'ece vive. E' il caso quindi di chiedersi se da: primo conve– gno semic:andestin6'del settembre 1943, a quello del settem– bre 1945, a que::o de! febbraio 1946, all'u:timo recente del– l'ottobre scorso, il suo atteggiamento (che abbiamo sopra se– gna:ato)si sia venuto in qua:che modo trasformando. Ci sembra che, a prescindere da qua'.che vanitosa osten– tazione, ;: movimento abbia conservato la sua primitiva fisio– nomia. Sempre che essenziale di un movimento politico sia il suo programma. In più esso si è dato una efficace struttura organizzativa; e in questo consiste il suo effettivo progresso. Ciò non si&r1ificache non sia intervenuto nessun mutamento. Da: 1942 ad oggi il mutarsi di circostanze interne e interna– zionali non poteva non indurre a una modifica di indirizzo. Quel movimento, che era stato esclusivamente un movunento di é:ites, una specie di carboneria rivo:ta a convertire e a preparare quadri politici, da un anno in qua si è indirizzato direttamente al pubblico, ag:i aderenti • di base•• per non dire di massa. E ;: motivo è comprensibi'.e. Tramontata l'aspet– tativa, propria dei primi dirigenti, che ;: disgregarsi del.1' as– setto tradizionale eu-ropeo ne: marasma •succedente ala guerra consentisse un rapido riorganizzarsi del: 'Europa secondo prin– cipi federativi, il movimento si è orientato con fortuna verso una più :enta e sistematica mobilitazione di forze federaliste. Quadri pronti ad agire immediatamente, capaci di adoperare te leve pd:itiche che una straordinaria congiuntura mettesse loro ne::e mani, non erano più necessari, dal momento che que:la congiuntura non si era verificata e che i pochi quadri già formati venivano ommi Tespinti in margine a:ta po'.itica. Ora invece era il caso di mobi:itare tutte le forze che dal basso, dall'interno, potessero contribuire a una trasformazione de: sistema. Per forze feder:Liste vanno intese tutte que[e di cui g:i interessi coincidono, spesso inconsapevo:i, con !a meta europea: tendenze o aspirazioni po'.itiche, socia:i, econo– miche, cultura:;, che soltanto :à possono trovare soddisfa– zione. L'indirizzo de!:a politica mondia:e nel dopoguerra, se li– quidava -:a speranza di un immediato realizzarsi di quel pro– gramma quasi per un co:po di mano, d'a:tro canto :o con– fortava proprio col suo fa::,mento. 1; p1edominio schiacciante dei tre imperialismi e il ripetersi su scala mondiale della po:i– tica di preponderanza europea dei secoli scorsi, sono venuti a dimostrare sempre più l'impossibi:ità di trovare una soluzione efficace ai ,prob:emi attua'.i senza un fatto nuovo che modifichi radica'.mente i: sistema in vil!;ore.La debo:ezza de! M.F.E., se mai, sta ne: non aver precisato e non poter ancora precisare gli aspetti de: fatto nuovo; tanto differenti a::o stato attua:e, e tutte legittime, sono !e vedute in proposito. Inalterata rimane invece l'esigenza riformatrice o rivoluzionaria, come si vog:ia chiamarla, e con essa i; programma. Di qui ha attinto fiducia la nuova direzione formatasi dopo il convegno 'de: settembre 1945, rifiutandosi, come fu scritto, di far :e esequie politiche de'. movimento. Differenze programmatiche (le sole sostan– ziali) non ve ne erano, fyor dei so:iti esibizionismi verbali. Differenti erano viceversa il temperamento, l'animo, e quindi certi presupposti -di metodo dai quali discendeva una tattica differente. Egua:e il ·termine da raggiungere, ma prospettato in modi diversi, tali da poter dar :uogo a differenti ideologie. In ciò stava (e sta a tutt'oggi) i! pericolo de: movimento. Quanto si è detto contraddice a una picco:a leggenda accreditatasi negli ultimi mesi, e :e picco!e !eggende sono spesso piccole bugie. Leggenda di un primo federa!ismo utopi– stico o illuministico e di uno recente scientifico o rivoluzio– nario. Para:Ie:o un po' cattedratico col rapporto tra H primi– tivo socia'.ismo giusnatura:istico e ;; successivo marxismo, tanto più inopportuno oggi che quel rapporto viene rimesso in discussione. In rea:tà, come si è già detto, il movimento euro– peista in Ita:ia ha avuto subito un carattere progressivo e rivo– luzionario, ed è proprio questo che lo distingue dai consimili movimenti stranieri. Movimenti come il Commonwealth, la Federai. U11io11, l'Union Now, l'Europa Unicm, la Feàeral!io11,l'Union Euro– péenne, ed a:tri, hanno in comune un atteggiamento i!:umi– nistico che sembra girare su due cardini: un'esigenza fi'.antro– pica e Ùn metodo minima:ista, variabile secondo i vari inte– ressi. I :oro programmi, tra il pratico e l'utopistico, (ed è im– possibi:e oggi ancora dire qua:e aspetto preva:ga), si riassu– mono in una federazione europea, o regionale, o mondiale, o tutte queste cose insieme (p.· es. nell' Union Now e nella Federai Unùm), intese come società di stati a sovranità limi– tata; ossia si riducono al progetto di una -limitazione de::e sovranità stata'.i, di una rettifica del diritto internazionale. La posizione de! movimento ita!iano è sempre stata diversa, e :e ha dato voce giuridica ;: prof. Campagnolo insistendo sul concetto di sovranità indivisibile. Che una sovranità sia poca o tanta non importa, perchè anche se è limitata, lo è in quanto si autolimita, e cosi facendo esercita un atto di suprema autorità. Si aggiunga che ogni atto di iniziativa sovrana per sua natura è revocabi:e. Una sovranità non può limitarsi o annu::arsi, ma essere !imitata o annul:ata da un'a'.tra sovra– nità: che è l'unica va!evo:e. Bisogna perciò che prima questa, in maniera rivoluzionaria, si costituisca. Questa confutazione di ogni possibile auto:esionismo o addirittura suicidio de:Ja sovranità appare giuridicamente im- 1,.,.:1.,l,i:e:rimane da vedere quanto sia fecondo il non peccare. Le carte costituzionali sono pure state autolimitazioni' del'.a sovranità del monarca e non si possono dire inefficaci: dob– biamo considerarle anzi veri e propri trasferimenti di sovranità de: monarca a::o stato, atti Tivo:uzionari realizzatisi costitu– ziona:mente. Cosi pure il recente referendum in Ita'.ia, come notava il Chiti-BatteJ:i su Pon~, è stato una autodecapitazione lega:e de[a monarchia. Comunque, è evidente che l'importan– za di certe considerazioni giuridiche, per qµanto stringenti, non va o:tre certi :imiti. Il nocciolo de:la questione rimane po– litico, e 1.,1:e è stato sempre per il M.F.E. Esso non ha mancato mai di concepire la federazione europea in modo ben diverso da una associazione di stati, da una Società de[e Nazioni sia pure riformata, fatta più rigorosa e solidale: l'ha considerata sempre come uno stato federa:e, un'unione a sovranità unica, non uno stato di stati, ma uno stato di cittadini. Tutto il prob'.ema è qui. Se una repubb!ica europea, o come a:tro si vog:ia chiamare, vada concepita come una associazione di stati o di cittadini. Se il suddito debba ritenersi suddito di uno stato Europa o de!le singole nazioni: e se que,,te debbano considerarsi enti sovrani, sia pure ridotti (come gli stati soggetti, o protetti, o confederati), o semp:ici circoscrizioni amministrative a -larghissima autonomia. E' notevole che in lt~lia il programma federalistjl si sia fissato fin da:J'inizio su quest'ultima concezione unitaria. Ba– sterebbe citare i più originali documenti in proposito, 1a co'.le– zione c:andestina di Unità Europea, il « Manifesto » e gli a:tri scritti racco:ti in Prob:emi della federazione europea, gli Stati Umti d'Europa di E. Monroe etc. Il successivo opuscolo di U. Campagnolo del 1945, Repubblica federa/,e europea non si distingue per questo principio (non fa che dame la formu– lazione giuridica), ma per un altro aspetto.

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