Lo Stato Moderno - anno IV - n.4 - 20 febbraio 1947

LO S''TATO MODER~O 77 costituzione bavarese); ed a leggere quei testi, sembrerebbe di trovarsi di fronte al popolo il più rispettoso del mondo per le libertà civili e politiche, ed in generale per i di,ritti altrui. La storia sarà insegnata nelle scuole secondo un criterio assoluta– mente obbiettivo, e dando rilievo non ai fatti d'arme, alle ag– gressioni e violenze, ma alle scoperte ed ali'opera degli scien– ziati e dei grandi benefattori; ed uno speciale articolo mette al bando ·le dittature e i regimi -dittatoriali ( « L'instaurazione di una dittatura sotto qualsiasi forma è interdetta ») con l'espli– cito awertimento che: « Se saranno votate leggi, o promulgati progetti di legge in violazione al suddetto principio, non dovrà essere prestata loro obbedienza ». Ma sulla necessità che le carte costituzionali anzichè te– sti di una saggezza assoluta, e perciò astratta, rispondano aHe esigenze e aHa menta·lità dei popoli di cui debbono essere li– bera e diretta espressione - senza interventi estranei, comun– que, ed imposizioni di terzi, anche se volte a fin di bene, come è nel caso dei due esempi estremi da noi ricordati del Giap– pone e della Germania - c'è concordanza di pareri e di opi– nioni; e non vale davvero la pena di insistere oltre. Occorre, invece, considerare più da vicino e con maggiore interesse un particolare errore che vizia quasi tutte le nuove costituzioni di questo dopoguerra e che deriva anch'esso, de: resto. da que!la mentalità utopistica, la quale invariabilmente sembra inspi– rare gli uomini allorchè si accingono ad opere di siffatto ge– nere. Nessuno dowebbe promettere in misura maggiore di quel che poi può mantenere; ed invece per ciò che riguarda le di– verse rarte costituzionali che stanno per vedere la luce o sono pur mo' nate nei vari Paesi europei ed extra-europei, sembra accadere proprio tutto l'incontrario. Le nuove carte costituzionali di questo nostro tempo sono assai più vaste e complesse delle carte costituzionali del se– colo scorso; e siamo tutti d'accordo che se risultato del se– colo decimonono è stato di pervenire - per dirla in termini correnti, anzi di moda - alla fondazione di una democrazia politica, questa nostra epoca dovrà metter capo infine alla instaurazione di una democrazia economica: le classiche li– bertà politiche - di parola, di stampa, di associazione ecc. - costituiscono appena una premessa; occorre non anestarsi lì, procedere oltre, creare cioè strutture sociali ed economiche più adeguate, dal momento che ~ibertà politica senza « giusti– zia sociale » appare monca, incompleta, e si risolve nella mag– ,;ior parte dei casi nella libertà soltanto di morire di fame. Del tutto legittimo allora che 1e costituzioni di una volta si esaurissero unicamente nell'elenco delle libertà politiche, in una serie di divieti posti hll' eccessiva ingerenza ed ai troppi frequenti interventi dello Stato nell'attività dei cittadini; del tutto legittimo parimenti che le presenti costituzioni vogliano andare più avani, riflettere le preoccupazioni che sono in tutti noi per le cosidette libertà sociali e solidaristiche. Ma proprio di qui hanno origine, invece, i rpiù grossi inconvenienti e le più gravi confusioni. Se io infatti affermo che « il domicilio è inviolabi!e. Nes– suna perquisizione può aver luogo che in virtù di una legge, in seguito ad un ordine scritto che emani dall'autorità giudizia– ria »; che « nessuno può essere perseguito, arrestato o detenuto se non nei casi determinati dalla legge e secondo le formalità da essa prescritte» ecc. ecc. (libertà politiche), si tratta di una serie di diritti di cui effettivamente i cittadini godono in un regime democratico degno di questo nome, e che a ragione quindi le carte costituzionali menzionano e sanciscono. Ma le cose sono abbastanza diverse per quel che si .riferisce ai co– sldetti diritti sociali ed economici: se io adesso proclamo che lo Stato ha il dovere di garantire la salute pubblica, di assi– curare un salario sufficiente per il h1voratore e la sua fami- glia, di provvedere i mezzi per l'esistenza a tutti coloro che in dipendenza deJ:a loro età, del loro stato fisico o menta:e si trovano in condizione di non poter lavorare, ecc. ecc., in que– sti altri casi ci troviamo di fronte ad una serie di principi sa– crosanti, per cui siamo tutti disposti a batterci sino all'estremo limite; ma l'inconveniente è che, a differenza delle libertà po– litiche, allo stato presente delle cose, con l'attuale struttura della nostra società, non v'è buona volontà al mondo che· sia · capace di tradurre in pratica ta!i principi; e le carte costitu– zionali q4ando considerano le libertà sociali alla stessa tregua delle libertà politiche - su per giù come ·se si trattasse di cose realizzabili allo stesso grado - vengono meno alla vec– chia massima già da noi ricordata che nessuno deve seminare promesse che poi non manterrà. Tutto l'opposto di quel che pensano moltissimi, che le carte costituzionali debbano essere altrettante leggi mosaiche destinate a durare per lo meno un secolo, le costituzioni hanno un valore mo1to più contingente, · sono il risultato, la composizione delle forze in contrasto in un determinato periodo, in quel periodo in cui sono redatte; e sotto questi riguardi io non darei soverchia importanza al– i' esempio cui assai spesso si ricorre, che la Francia dalla Gran– de Rivoluzione in poi ha avuto tredici costituzioni, ha mutato una volta ogni dodici anni le basi del'.o Stato. Ciascuno, insomma, ha diritto alla salvaguardia della sua salute e ad un grado d'istruzione più elevato che quello fornito daHe scuole elementari; ma nonostante tutte le solenni affer– mazioni contenute in una carta costituziona:e, siamo pur– troppo ben lungi nel!a presente società ita'.iana dal poter con– durre ad effetto ciò; e se negli articoli. poniamo, 2R e 27 del!a Costituzione sancissimo ad esempio che lo Stato deve proteg– gere la salute dei cittadini ecc., e garantirne ristruzione fino ad un certo livello ecc., faremmo promesse peggiori di quelle di marinaro. Da qui, di fronte a oueste promesse, che -:a mag– gioranza si rende conto ~esteranno inevase, deriverebbe se– condo moltissimi il disinteresse del rpubblioo per i lavori co– stituzionali e dell' assemhlea costituente; salvo poi ad insor– gere decisamente, come è accaduto di Tecente in Francia, al– lorchè sono in gioco non affermazioni deontol~iche, ma f concreti istituti e le forme di organizzazione dello Stato (si– stema bicamerale. poteri del capo dello Stato, ecc.) da cui di– pende 'la nostra libertà. Il rimedio a,ll'inconveniente sopra detto, poichè nessuno intende rinunciare alle speranze di un mondo migliore e la nostra vita presente riusciamo a sopportarla se ci conforta la visione di un futuro più degno di essere vissuto, consiste in una soluzione di compromesso: si tratta cioè di dar posto alle libertà sociaH ed economiche nei proemi, nelle dichiarazioni preliminari dei diritti con cui si aprono per lo più le nuove carte costituzionali. Ma allo scopo di non deludere le aspetta– tive, di non accendere promesse che non saranno mantenute, occorre· che coloro i quali sono direttamente impegnati nella attività costituente ,resistano ·aUa tentazione, inspirata da evi– denti motivi demagogici, di superare i limiti prefissi, di inva– dere il terreno deHa costituzione vera e propria, di andare ol– tre quei proemi-,poemi che costituiscono ;'ideale prefazione dei nuovi sacri testi. Se agi-ranno altrimenti, dov.ranno prima o poi renderne conto: gli scontenti, i de'.usi di domani chie– deranno loro ragione degli impegni oggi sottoscritti, ed a cui non potranno far fronte. · E se qualcuno fosse tentato di procedere in maniera di– versa, bisognerà che costui si rifaccia alla saggezza di Solone - guarda quanti secoli indietro siamo costretti a ritornare per scoprire fa vera saggezza! - il quale Solone ad alcuni greci che l'interrogavano sulla migliore costituzione rispose: « Di– temi prima per quale popo!o ed in quale epoca,. OIOROIO ·GRANATA .

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