Lo Stato Moderno - anno IV - n.4 - 20 febbraio 1947

92 LO STATO MODERNO NOTE QUINDICINALI La cr1s1 carbonifera inglese Il mailtempo imperversante lin tutta l'Europa ha reso ancor più grave la cri– si di produzione delle miniere di car– bone inglesi, che già da molti anni preoccupa gli uomini responsabili. Le gravi limitazioni introdotte nel consu– mo de:U'ene11g;iaelettrica in conseguen– za della diminuita iproduzione hanno fa1ito salire la disoccupazione tempora– nea ad oltre un milione e mezzo di persone; d'oscuramento delle città, la chiusura di molti locali pubblici, JP. ri– duzioni di treni sono state tali da ri– cordare i ,giorni più duri del recente con1'litto. Eppure, la Gran Bretagna è non so:.Ostata in passato uno dei mag– giori produttori di carbone, ma anche dei maggiori esportatori, pur essendo la sua industria una delle più impor– tanti d'Europa. Le stabisticlle mostrano id contini10 declino, sia della produzione sia del! esporta2ione, verificatosi negli ultimi trentaquattro ·anni: 207 milioni di tonnellate nel 1913 (di cui ben 73 esportati); 235 mi'iioni nel 1939 (espor– tati 55); 208 milioni nell 1942 (esporta– ti 4~); 182 mlilioni nel 1945 (esportati soltanto 3). Nel 1946 da situal'Jione, pur mig:..iorando Hevieunente, non ha corri– sposto alle attese del !Governo, che su tade aumento si fondava pri.ncipalmen– te ;per l'espansione de']a produzione di merci destinate all'esporta2lione. Con il 1° gennaio 1947 le miniere sono state nazionalizzate e si é posto mano al progetto di razionali:zizazione de-tl'indu– stria carbonifera, che era stato appro– vato dal nuovo parlamento a maggiio– ranza 'La:burista. La Tecente nazionalizzazione ha na– turalmente dato motivo all'apposizione, soprattutto dai banchi conserva tori, dli attaccate fieramente il Governo, accu– sandolo di astrattismo ideologico e d'in– capacità pi-attca. Cosi, una crisi econo– mica trentennale, aggravata· da'1,e ecce- 7Jionali circostanze climateriche dle hianno fortemente ostacdlato i trasporti fra la zona • nera » e l'In:g;hi'Jterra me– ridionale, ed hanno obbligato id Gover– no •britannico a rivolgere appe11o a Tru– man perché soccorra il Paese ne!-le at– tuali di.tlficoltà dirottando verso i porti inglesi navi èariche di carbone desti– nato ad a1tri Paesi europei, é stata sfruttata per una specu:azione ;politica di carattere contingente. n Governo non ha manx:ato di denunciare la ma– novra dell'opposi2.ione a11apubblica opi– nione perché questa sappia riconoscere quanto vi è di ing:ustrlficato negli attac– chi conserva tori. Inia tti, se è vero che l'industria calt>onifera inglese già da mol'ti anni accusava evidenti deficienze tecniche nello sfruttamento delle minie– r~ (troppe miniere co:t.ivate, anche ae di tropPQ !Carso TendlmentQ, a causa àell'invecchiamento dei me-zzi tecnici e dell'esaurimento dei giadmenti), tutta– via "i.J più grave ostacolo al1a ripresa d,eCa produzione inglese sta nehla di– minu2lione progressiva della mano d'o– pera: da'l 1913 al 1946 il numero com– plessivo dei minatori impiegati è sceso da 1 mi:ione e 100 mila a 700 mi•la; nel solo 1946 ben 18.000 1avoratori han-· no abbandonato 1e miniiere, dopo che altri 75.000 li avevano preceduti nel pe– riodo bellico; si aggiunga inoltre che, dei 700.000 operai attualmente impiega– ti, ben 150.000 sono in età superiore ai cinquant'anni. Da queste cifre si può facilmente dedurre che !'Inghilterra ha innanzitutto bisogno di braccia; e se queste non possono più essere inglesi, a causa anche del declino demografico del Paese, bisognerà farne venire dal– l'est~o. E questo è appunto quanto il GovernC' britannico e le Trade Unions inglesi si sforzano attualmente di con– seguire. Politica americana rn Cin~ · Il 29 gennaio scorso il dipartimento di Stato americano ha fatto conoscere attraverso una nota ufficiale, la deci– sione di ritirare il ra,ppresentante ame– ricano da':da Commissione dei Tre di Nanchrno, che, con ,J.a partecipazione di un rappresentante del Governo centra– le e di un rappresentante del Governo comunista, era stata istituita nel 1945 per risolvere l'arduo problema de':da rJ– costruzione di uno Stato unitario ci– nese, dotato di nna moderna e demo– crabica costituzione. La notizia non ha sorpreso l'op:nione pubblica internazio– nale che vi era già prepaTata daJ co– mun:cato, diramato nei primi giorni di gennaio, col quale il generale Marshall rinunciava alla sua opera di medriazio– ne !fra le dUP-;parti conitendenti e ne attribuiva i'l fa'~limento, con equità sa– lomonioa, aLl'attegg'.amento intransigen– te degli estremòsti delle due parti. Il fatto che lo stesso Marshall fosse chia– mato imm-=<iiatamente dopo tale comu– nicato alla direzione del:a pdlitica este– ra amerdcana, fece supporre a molti osservatori della po1itica internaziiona– le che l'America, troppo interessata e politicamente ed economicamente allo sviluppo del'ia situazione cinese per po– ters~ne veramente e comp':etiamente di– sinteressare, volesse ricercare la solu– ljjone dell'imbroglio cinese in un accordo mondia•ie tra Washington e Mosca piut– tosto che in una mediazione locaJe tra Nan1:hino ,e -Ye-nan. Tale osservazione sembra avere un certo fondamento di verità e trovare confeI'ma nel ritiro dal1a Commissione dei Tre che pr.elude al Titiro di tutte le truppe americane dal terri,torio ci– nese. E' vero che le difficoltà dell'ope– ra di mediazione si andavano facendo sempre più grandi perohè i rappresen- tanti americani, oltre ad essere aocu– sati dai comunisti di favorire i reazio– nari del Kuo-M,in-tang, cominciavano negdi u:t.imi tempi ad essere oggetto di d:mostTazioni ostili anche da parte de– gli elementi narz.ionalis1li.Ma è pur vero che •gli Stati Uniti, ai quali sta immen– samente a cuore la ricostruzione de1- l'unttà polibica ciMSe sia come pila– stro de11'equi,libTio de!J'Estremo Orien– te, sia per la e.reazione di un enorme mercato di oltre 400 milioni di abi– tanti, non possono rassegnarsi ad una ripresa della guerra civile fra nazio– nardsti e comunisti che compromettereb– be i loro inter-essi in maniera lrreparn– bile. Sembra quindi giustificato che il nuovo Segretario di Stato abbia qual– che speranza di .ottenere attraverso Mo– sca una maggiore arrendevo:ezza dei comUlllisti oiMSi ne11e 'trabtatlve con Ciang-Kai-scek; d'altra parte, gli ele– menti .più reazionari ohe circondano maresciallo si vedrebbero costretti ribiro deCle forze am.ericane a fare cune concessioni ai loro avversari. ùra, poichè Mosca non potrebbe indursi a tale ,opera di persuasione nei confron– ti dei suoi adepti cinesi se non dietro compensi Jn altre zone, appare lecito supporre che gli Americani si prepari– no ,a fare concessioni in Europa. Se tutte queste ipotesi siano giustificate, ce lo dirà 'l'ormai imminente Conferenza di Mosca. Espansionismo egizia oo La recente rottura delle trat,tative anglo-egfaiane, verificatasi sostanzial– mente per l'i.n,compatibiLità tra le op– poste tesi ,per quanto riguardava il Su– dan - cui ,gLj Egir.ziani aspirano per realizzare « l'un,i1à de::Ja valle del Nilo• -; l'intensificata attività della Lega Araba, che acquista ogni giorno mag– gior.e risonanza in ,tutti i paesi abitati da musulmani, dal Ma·rocco all'India britannica e alle Indie Olandesi; la re– cente costituzione in Libia di un partito libico-egiziano, sono tutti sintomi di una tendenza espansionistica dell'Egitto di oggi, che trova la sua giust.ifica7lione nella notevoL~ floridezza economica rag– giunta dal paese negli ultimi anni. Per quello che ci riiguarda direttamente, da– to che sussiste ancora per noi qualche spera.nza di ottenere almeno ~•ammini– sti-az.:one fiduciaria del'.a nostra antica colonia, dobbiamo seguire attentamente - certo assai ;più di quanto si sia fatto sin qui - l'attività del nuovo movi– mento che vorrebbe conseguire •l'unione fra Libia ed Egitto: ,progetto questo che, se realizzato, danneggerebbe non solo noi, ma assai più la :nostra vicina d'Ol- tralpe. Ar. B. Re1pòn1abllè: GAETANO ~ALDACCI Stabilimento '11ipoirrati.i:o: Vila Seniit0, 38

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