Lo Stato Moderno - anno IV - n.4 - 20 febbraio 1947

74 LO STATO MODÉRNO parono alla scellerata bancarotta napoletana dell'aprile 1944. Si può essere lontani, e appunto per questo vedere chiare le linee essenziali deg:i av:venimenti, e si può essere vicini e appunto per questo smarrirsi nel labirinto dei dettagli imme• diati. A chi viveva in America nel 1944 fu gran conforto sape• re, co: passare del tempo, che quegli uomini del Partito d'Azione, i quali dirigevano la lotta clandestina in Roma, sconfessarono energicamente quel Congresso di Bari (28 e 29 gennaio 1944), nel quale affiorarono per la prima vo!ta le conseguenze del compromesso luogotenenzia'.e escogitato se– gretamente due settimane prima. E quando nell'aprile del 1944 l'inganno di Bari sfociò ne: pateracchio di Napoli, quegli stessi uomini pronunciarono da Roma una condanna ,ancora più netta, e decisero la espu'.sione dal Partito d'Azione di co:oro che erano entrati nel pateracchio. « Asso:uta intransigenza » anche quel'.a? Se ta:e essa fu, il cie:o ne sia lodato. Ad ogni modo, « i critici 'lontani » si trovarono in buona compagnia. Destri e sinistri Ho parlato finora di « Croce, Sforza, Rodinò, Togliatti e Ci. ». Ma occorre distinguere fra Croce e Rodinò da un lato e queti che Calamandrei chi-ama « i partiti repubb:icani » dal– !' altro. Croce, sa:vo una sfuggevo!e scarlattina· repubb:icana contratta sul principio de:l'ottobre 1943, fu sempre libera:e, cioè conservatore monarchico. Rodinò fu sempre clerico-mo• narchico. Entrambi furono perfettamente logici, assistendo Ba– doglio ne[a manovra di tener su la monarchia. Rodinò anzi fu più :ogico di Croce, perchè non si lasciò mai andare a queg:. attacchi personali contro il re, che Croce non aveva risparmiati. A onor de: vero, bisogna non dimenticare che Croce, dopo avere contribuito a tener su là monarchia, dimostrò verso g!i A:leati una certa dignità di portamento, e dopo avere anche lui sottoscritto l'armistizio del 29 settembre protestò pubblica– mente che era into!lerabi:e. Ma il nodo scorsoio de['interesse dinastico serrava a[a go:a anche lui. Avendo commesso l'er- . rore fondamenta'.e di entrare prima nel Gabinetto Badoglio e poi in quello di Bonomi senza far patti, non gli era possibile correggere in un secondo tem 0 po quelle due false partenze. E gli a:tri? Inutile par:are deJa Democrazia de: Lavoro - impostura manipo:ata a Napoli in una loggia massonica importata da New York via Londra, perchè facesse credere al'.a esistenza di un partito di Ivanoe Bonomi e aumentasse di una unità g:i agenti monarchici nei comitati di Liberazione. Togliatti? - Come tutti gli sta:inisti di questo mondo, Togliatti è monarchico e repubb:icano, c:erica'.e e anticleri• ca:e, pro-Trieste it>a!ianae pro-Trieste slava, pro-ing:ese e antt– inglese, tutto e niente, secondo gli ordini di Mosca. Stalin ne::a primavera del 1944 dette Tog:iatti a no:o a Churchill affinchè secondasse la po:itica di Churchill in Italia così come Churchi'.l secondava la -:>0:iticadi Sta!in in Po:onia: db ut cks. Entrando nel pateracchio badogliano, Togliatti non solo eseguì gli ordini di :;ta:in, ma praticò !a ben nota tecnica stalinista di occupare per diritto o per traverso il m-aggior numero possibi'.e di « posi• zioni », e tenersi pr·onti ad utilizzar:e non appena sia possibi:e come basi per istituire la dittatura del pro:etariato, cioè del partito sta:inista. Entrando nel ministero Badoglio, Togliatti occupò una « posizione » utilissima per moltiplicare le « posi• zioni » stlLiniste ne!l'ltalia meridiona'.e. Città' de! mezzogiorno, che non avevano mai visto il becco di uno sta'.inista, videro sorgere d'incanto una sezione comunista, che somig:iava al fascio di una vo'.ta come un uovo marcio si somiglia ad un altro uovo marcio. Insomma, Tog!iatti, ne:Ja sua illogicità, fu non meno logico di Croce e Rodinò. Anche i socia:isti furono logici. Ipnotizzati dal'.a gibig– gianna de'.!a « unità d'azione•, la loro logica consisteva ne:. l'andare dietro a Tog:iatti come il cagnolino segue la cocotte che batte il marciapiede. Rimanevano i repubblicani storici e gli azionisti. I pnm1 furono protetti contro ogni tentazione dal loro secolare fatto personale con casa Savoia, o, come si soleva dire, pregiudi– zia:e. Per essi soli si può affermare che obbedirono a una regola di « asso'.ut>aintransigenza », in quanto non ammettevano nes· sun negoziato con nessuno finchè casa Savoia non fosse stata messa da parte. Invece parecchi, che condannavano il paterac– chio badog:iano, non escludevano i negoziati, e ,avrebbero accettato qualche compromesso, se avesse potuto procurare qualche vantaggio al popolo ita:iano. Ma qualunque cosa si possa pensare del!a pregiudizioa:e repubblicana asso:uta. si deve rendere onore a quegli uomini che si rifiutarono di parte– cipare in Napoli al pa:Jio de:le vanità. E sia permesso l'augurio che, caduta con la nascita del:a repubblica ita!iana la pregiudi. zia'.e, i repubblicani tradizionù non passino con troppo ze'.o da quella cintura di castità alla pratica de'.'.a venere vagante. Fina:mente, gli azionisti. Fra gli azionisti meridionali vi erano a'.cuni uomini di splendido carattere e di precedenti i:li· bati. Ma erano dispersi di qua e di là, e senza co::egamenti, specie nei primi tempi, e male informati su:la situazione dip'.o. matica internazionale. Ne conseguì che Ia rappresentanza del Partito d'Azione fu assunta a Napoli da un gruppo di esuli, importati per aeroplano da New York via Londra, i quali si raccog:ievano intorno al Conte Sforza. Per chi :avorò costui, a Napoli, ne!!'autunno del 1943 e nel primo semestre del 1944? Per la repubb'.ic,a? Per la monarchia? Per il proprio narcisismo, e non più? Resta il fatto che a Napoli Croce non fu affatto scontento di lui. E questo farebbe ritenere che, quali che sieno state le intenzioni, la sua opera fu, a:meno in Napoli, qua:e i monarchici potevano desiderare. Ma Churchi'.I e Eden aspett>avano da lui assai meg'.io. Così avvenne che dopo avere per un anno intero .fatto da strofinaccio in una casa di malaf• fare, in cui non avrebbe mai dovuto metter piedi, ne fu malamente scacciato da padroni che pretendevano da lui una servitù volontaria assai più ze'.ante. A un amico americano, che ne!la primavera del 1944 lavorava presso la Commissione A[eilta di Governo, domandai alcuni mesi or sono che cosa sarebbe avvenuto se il Conte Sforza e i suoi clienti si fossero tenuti fuori de'. pateracchio badog:iano. La risposta fu che in quei giorni, a Napo:i, anche Po:etti domandava che cosa Badog:io ,avrebbe potuto fare se g:i uomini, che si erano autonominati rappresentanti del Partito d'Azione, avessero rifiutato a Badog:io il loro concorso, lascian. do'.o a imbastire i: suo ministero con Croce, Rodinò e Togliatti. Il mio amico ,americano disse: « Il Conte Sforza si sarebbe risparmiate tutte le responsabilità del pateracchio. Ma smaniava troppo di diventar ministro. Eppoi se avesse rifiutato, si sa– rebbe messo ~u[e spa]e ben a:tre responsabilità, e per quelle ci vo:evano ben altre spa:le ». 1: cawi:lo di battaglia per chi approva l'adesione al pate– racchio badog;iano del Partito d'Azione importato a Napo:i da New York è Togliatti. Dopo che Tog:iatti ruppe la resistenza dei « partiti repubb:icani » e i socia:isti gli andarono dietro, che cosa potevano fare il Conte Sforza e i suoi clienti? Restar soli? Precisamente, restar soli, pubblicando ben inteso le do· mande, alla cui accettazione avevano subordinata la loro cuu· perazione, e che erano state rifiutate. Eppoi non è onesto fare rli Tog:iatti un crumiro che abbia rotto a Napoli lo sciopero repu'bb:icano. Lo sciopero lo avevano rotto segretamente fino da mezzo gennaio Croce e il Conte Sforza accettando fa solu– zione :uogotenenzia:e proposta da De Nicola. Togliatti arrivò a Napo'.i due mesi e mezz9 dopo, il 28 marzo, quando già da un pezzo il Conte Sforza e i suoi clienti si erano allonta– nati segretamente dal fronte repubblicano. Togliatti venne a rompere pubb!icamente quel fronte impartendo g:i ordini di Mosca ai comunisti, e dietro a lui andarono i socialisti « come

RkJQdWJsaXNoZXIy