Lo Stato Moderno - anno IV - n.4 - 20 febbraio 1947

LO STATO MODERNO 73 ' SERVITU VOLONTARIA Il Ho discusso la medesima questione con tutti g;i italo– americani e ita:iani, coi quù mi è stato possibile, e fra essi alcuni stavano in Napoli ne:la primavera del 1944, assai vici– ni aJ epicentro del pateracchio. Enumero i loro argomenti con la massima obiettività possibi:e. · Spiegazioni non persuasive - « Gli Alleati avrebbero ritmtato qua.unque domanda potesse inticiare I armistizio del 2!:J settemore, c1oé h loro di– ritto di imporre incondizionatamente la loro vo,ontà » - Ri– sposta: « ::ie si ammette che ia cooperazione degl! italiani nel Sud e la resistenza nel Nord era necessaria, o so,amente utile, agli Alleati, tanto è vero che Ja domandavano, si deve ammet– tere pure che ci avrebbero p,a,,ato due volte pnma <11 imu– tare. Ma ammetbamò purn che ritmtassero. ln questo caso, Croce, Storza, liodinò, ...:rogliatti e Ci. riliutavano alla loro volta, Citi avrebbe potuto costringerli ad obbedire, se essi stessi non avessero otterto la Joro servitù volontaria? Quali danni evitarono, quali vantaggi procurarono essi al popolo italiano, preo1pitandosi a servHe ~ » A questa domanaa non sono mai nescito ad avere una risposta soddisfacente. - « Gli Alleati avrebbero promesso e non avrebbero man– tenuto ». - ltisposta: « Forse che s1, !orse che no. Ma Croce, Slorza, Rodinò, Togliatti e Ci. avrebbero avuto il diritto di protestare per essere stati ingannati. Non avrebbero tatto la hgura di servi sciocchi. li Conte Storza scrisse la lettera al ire del l settembre Hl4:l senza domandarsi se la promessa di un trattato di pace vantaggioso e onorevole sarebbe stata man– tenuta. Non era il caso di domandare, nella primavera del l!:144,in base alle esperienze più recenti, che fossero messi i punti sugli i? ». - « L'Italia era in condizioni più sfavorevoli della Francia; Churchill si proponeva di utilizzare la Francia nel dopoguerra come testa di ponte verso l'Europa centrale, mentre voleva ridurre l'Italia allo stato di colonia britannica governata da una monarchia discreditata e bisognosa deila protezione inglese; e Roosevelt, dovendo corteggiare i voti cattolici nelle elezioni americane, aveva .bisogno di sostenere in Italia la politica del Vaticano, che alla sua volta preferiva in Italia una monarchia debole e ubbidiente a una repubblica imprevedibile » - Rispo– sta: « Appunto per questo non si doveva cooperare con quella politica. L'Italia non era in condizioni peggiori della Frnncia nel 1944. La Francia non aveva più flotta, mentre esisteva tuttora una flotta italiana. Se il re e Badoglio non avessero avuto intorno al collo il nodo scorsoio degli interessi dinastici, avrebbero potuto ottenere migliori condizioni per il popolo italiano minacciando di dare alla flotta italiana l'ordine di auto-affondarsi. E se vi fossero state a Napoli, nelle posizioni più eminenti, persone di carattere, esse avrebbero potuto mi– nacciare una campagna contro il re e Badoglio anche a propo– sito della flotta italiana, che era stata ceduta nell'interesse del– la dinastia e non del paese. Neanche questo punto fu mai negoziato». - Se Croce, Sforza, Rodinò, Tog1iatti e Ci, non si fossero adattati alle pretese dei vincitori omnipotenti, non avrebbero ottenuto da questi nè carta per ,j loro giornali, nè mezzi di tra– sporto per andare di qua e di là a organizzare i loro movi– menti, ma sarebbero stati -soffocati e ridotti al silenzio e alla inerzia». - Risposta: « La carta e i mezzi di trasporto a che cosa dovevano serv-ire? Affinchè i rappresentanti morali del popolo italiano cooperassero liberamente coi vincitori, oppure affinchè assistessero i vincitori nell'ingannare il popolo italia- no? Nel primo caso, la carta e i mezzi di trasporto dovevano essere accettati. Nel secondo caso, dovevano essere sdegno– samente rifiutati. E se quel rifiuto avesse impedito agli im– broglioni caduti a Napoli da New York via Londra di andare in giro raccontando frottole, tanto meglio per tutti, comin– ciando proprio da loro. Uomini che per tanti anru avevano detto « no » a Mussolini potevano dire « no » anche ai « libe– ratori » e far conoscere U loro « no » anche senza carta da giornale e senza automobili nutrite con benzina anglo-ameri– cana. Una sola parola, la parola «no» detta da uomini che avessero conservato il rispetto di sé 'Stessi, avrebbe significato assai più per l'avvenire dell'Italia che quel diluvio di false promesse. A que1 che pa•e, dopo aver detto « no » a Musso– lini per tanti anni, Croce, ~forza, Rodinò, Togliatti e C. non potevano più vivere senza dire sempre « ~ì » ai « liberatori ». Altre giustificazioni - « Croce, Sforza, "Rodinò, Togliatti e Ci. sarebbero stati messi in prigione, se non avessero obbedito». - Risposta: « Magari! Essi non av•rebbero potuto fare un uso migliore della loro libertà, in Italia e fuori d'Italia. E, dopo tutto, in una prigione inglese o americana sarebbero stati meglio che in una prigione tedesca o fascista di Roma o di Milano. Ma i « liberatori » avrebbero osato sollevare uno scandalo di quel genere?» - « Bisognava non ripetere l'errore commesso dall'Aven– tino dopo l'assassinio di Matteotti». - Risposta: « Quale errore? Mettete al posto di Matteotti il popolo italiano, mettete al posto di Mussolini il re e Badoglio, e vedrete che Croce, Sforza, Ro– dinò, Togliatti e Ci. nell'aprile del 1944 ®i comportarono co– me l'Aventino si sarebbe comportato dopo l'assassinio di Mat– teotti, se si fosse messo d'accordo con Mussolini ,per mandare nel suo ministero .i propri rappresentanti. (E' precisamente quello che Croce fece dopo l'assassiruo di Matteotti, consi– gliando al Conte Casati di entrare nel ministero mussoliniano). L'Aventino, nel 1924, non seguì ,l'esempio di Croce e di Ca– sati. E fece bene. L'errore dell'Aventino non fu quello di es– sersi ·rifiutato di dire « chi muore giace e chi è vivo si dà pa– ce». Fu quello di essersene stato con Uemani alla cintola, in attesa che il re scodellasse la pappa ,per tutti. Ma nel 1944 nessuno mai pensò che Croce, Sforza, Rodinò, Togliatti e Ci. dovessero starsene con le mani alla cintola. Dovevano denun– ciare la impossibilità di agire, in cui erano tenuti dai vincitori. Nè essi potevano temere, come avevano temuto nel 1924 i deputati dell'Aventino, di essere ammazzati. Gli uomini della Commissione Alleata di Governo non avevano la ·stoffa di Fa– rinacci». - « Bisognava non rimanere assenti ». - Risposta: « Que– sto è -ripetere in una forma diversa l'affermazione che non bi– sognava imitare l'errore dell'Aventino. Assenti da dove? Dal Gabinetto Badoglio o dal paese? Entrando nel Gabinetto Ba– doglio, e accettando la tregua istituzionale, i ministri del pa– teracchio si assentarono dal paese. Interdissero a sé stessi di diffondere le proprie idee nel paese. ,Si impegnarono a tap– parsi la bocca a vicenda fino alla fine della guerra. Intanto il partito monarchico e la burocrazia militare e civile anda– vano riordinando le loro file, grnzie alla protezione degli Al– leati e del!'alto clero. La tregua istituzionale giocava a van– taggio dei gruppi monarchici e non dei gruppi repubblicani ~- Gira e rigira si ritorna sempre allo stesso punto. Nessuno riesce a spiegare quali mali evitarono al popolo italiano • quali vantaggi gli procurarono i ministri con portafoglio e senza portafoglio, con cervello e senza cervello, che parteci-

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