Lo Stato Moderno - anno IV - n.3 - 5 febbraio 1947

LO STATO MODERNO STRANA LIBERTAS In un articolo riprodotto dall'Eco del, Mondo (n. 5) su La dtplomazi~ del Vaticano, il prof. D. A. Binchy si stupiva che·in Italia non si fosse verificata l'ondata di anticlericalismo da lui predetta nel 1940, quando g:i Italiani antifascisti odia– vano la già traballante unione c:erico-fascista. Il prof. Binchy assegnava giuste spiegazioni al fatto che l'Ita:ia non fosse scossa da::a paventata ondata di anticlericalismo: difatti, qual– che anno fa era diffici'.issimo trovare in Italia deg:i antic:eri– calì; oggi l'Italia rigurgita di anticlericalismo. Che è successo? E' successo, si può dire brevemente, che a tutti puzza questo barbaro dominio. G!i Italiani si sono andati convin– cendo che, e in politica interna e in politica internazionale, essi erano entrati non nella sfera di interessi russi o americani o inglesi come poteva sembrare a Ya:ta o a:trove, ma erano entrati semp:icemente ne:la sfera deg:i interessi vaticani o, al più, vaticano-americani. Ma, ciò che è più grave, gli Italiani hanno compreso che la D. C., pur essendo un grande partito rispondente a gi~ste esigenze sociali e politiche e ritrovante nella coscienza di molti onesti cittadini echi mol– teplici per la sua possibi:e funzione di Centro, era, in realtà, anche la moderna Compagnia di Gesù ·ne]a mani del:a Curia. Dicono che la Curia sia diretta da abili, grandi po!itici: ogni tanto ne leggiamo gli e:ogi. Può darsi che siano dei gran– di uomini i vari Monsignori che dirigono la po:itica del Vati– cano, ma è più certo che essi hanno a :oro disposizione una organizzazione di mezzi informativi che nessun altro Stato, forse, ha così capil:are; e possono ino:tre contare su una mzionalità di servizi ~mprovata da seco!i di esperienza. Ma i gr-andi uomini della politica vaticana e la mirabile or– ganizzazione urtano ·contro un limite, che insorge subito e che è sconosciuto alla grande dip:omazia ing:ese: la pregiu– diziale dei principi, che per giunta, sono principi re:igiosi. La poli;..icacuria:esca è stata sempre spregiudicata nei mezzi: in altri tempi tra :o stato laico ma cristianissimo di Venezia e la Curia romana, chi peccò di sfacciato machiave!!ismo non fu certo Venezia. In che consiste, dunque, questo li– mite se la Curia usa gli stessi mezzi di tutte le dip!omazie? La dip:omazia vaticana· non mira come que.:la degli a:tri stati a ingrandire il territorio, la sua potenza materiale, non mira a conquiste di terre o di mercati: mira a domi– nare spiritua:mente il mondo, cominciando dai punti di mi– nore resistenza, dai paesi catto:ici, cioè, e dall'Italia oggi indebolita. Per ottenere questi risu:tati i mezzi pripcipali sono la conquista della scuola, la creazione di :partiti da manovrare, i giorna:i, i mezzi finanziari. Una volta che la Curia abbia conquistato o presuma di aver conquistato un paese, scopre le sue batterie; porta avanti i principi. In Italia ha osato, per bocca de:J'attuale ministro de:la Pubblica Istruzione, esaltare la teocrazia, che è la paro!a greca tra– ducente e:egantementé il vo'.gare « governo dei preti •· Al– lora insorge l'opinione pubblica; aJ:ora risorgono vecchie paure: dal fondo de:la coscienza del popolo romano rinasce il ricordo de:Je sofferenze de: nonno sotto i preti; dal cuore e dal:a mente dell'inte.:lettuale risorgono i pensieri, le paure, le speranze di Cavour e di De Sanctis: risorge l'antic:ericalismo. La dip:omazia vatic~na è abile, ha la mano :eggera, ma i preti, quando vincono, hanno la mano pesante. E troppo pesante è stata :a loro mano in questi ultimi tempi. Perciò l'opinione pubblica ha reagito con l'antic!ericalismo e la Chiesa ha rea– gito facendo pesare ancora più la sua mano: un episodio pre– occupante è quello de:la stampa antic:ericale. Giova riassumere oggettivamente i fatti: nei mesi della più intensa lotta per il referendum si assistè a uno strano e inatteso voltafaccia e doppio gioco del:a D. C. che da repubblicana decisa si fece qua repubblicana e là monarchica. Si ebbe la netta sensazione che le forze retrive de!la Chiesa e de:la D. C. insieme a:J'ignoranza americana delle cose nostre si fossero date la mano per imporre al popolo italiano la Monarchia: la Chiesa si mise su quella strada che oggi l'ha condotta al punto che l'Osoorvatore romano, dimentico de:la sua signorLità, se vuol trovare consensi alla politica del Vaticano in Ita:ia, deve citare :a prosa scurrile del Buonsenso, e il Popol.o, tra un passo e l'a:tro ,sarcastico (il sarcasmo non è arma dei forti intel:i– genti, ma dei cinici) deve citare un giornalucolo fascista che ci disgusta nominare. A queste posizioni conservatrici, monar– chiche, non antifasciste assunte dat:a D. C. è stata immediata la reazione del popolo: bisogna accettare le conseguenze di una politica sbagliata. Divenuti con !'elezioni del giugno a~bitri del governo, i democristiani hanno stravinto: ministero de:la P. I., radio, in– terni, ecc. sono -stati conquistati e fatti servire senza ritegno agli interessi de:Ia Chiesa. A ciò si aggiunga :a campagna anti– pornografica, che ag:i Italiani vissuti ventitre anni sotto il fa. scismo non è apparsa nella sua gravita di avanguardia nel:a lotta per la soppressione de:Ja libertà di stampa. Dovunque si sentiva parlare del disgoverno democristiano; dovunque si sa– peva di co::usioni di. interessi vaticani e americani in campo commercia!e; dovunque si sentiva par!are <li giochi di borsa intorno a pacchetti azionari. E' sorto allora un giornale che si è fatto eco di tali voci e, sotto specie di giorna:e umoristico, ha denunziato una parte delle malefatte. A scanso di equivoci, e perchè non ci si confonda con le solite gattine che debbono tog:iere le castagne dal fuoco con lo zampino altrui, diremo che a noi del giornale piacciono non solo le argute caricature di due disegnatori ricchi di umorismo come Scarpe!li e Maio– rana, ma tutta la campagna di denunzie <li fatti concreti: si capisce, invece, come abbiamo poco gustato la pubblicazione dei Moni:ta segreta: la veritjt, anzitutto. Di fronte allo strabiliante successo del periodico, che avrebbe dovuto fare il Vaticano? Se non si può chiedere ai sacerdoti e alla D. C. di seguire il monito di Gesù di offrire l'altra guancia a chi ci dà uno schiaffo, non si può accettare · neppure, però, l'unum dabis et centum accipie: tra l'offesa e la ritorsione, ci deve essere rapporto di parità. La Chiesa avrebbe dovuto rispondere alla propaganda generica con a!tra propaganda generica; e l'ha fatto: al Don Basilio ha risposto con il Rabarbaro. Ma, poichè il Don Basilio è letto e il Rabar– baro no, bisognava trovare altri mezzi propagandistici: non uscire da essi. La Chiesa poteva, oltre ai mezzi religiosi di messe e preghiere propiziatrici, quere:are i suoi accusatori: ma nè D. C. nè Curia hanno sporto una quere:a, hanno dimostrato davanti al Magistrato la correttezza dell'opera loro. Si dirà che non si poteva dare tanta importanza a un giornale: eh, noi Al gioma!e si è data tanta importanza da scomodare una Con– gregazione e da far rispnare un lugubre grido di riscossa più degno di Urbano II a Clermont contro i Musulmani che di una pugna cartacea. La reazione della Curia e della D. C. alla propaganda anticlerica:e lascia wrp!essi: noi affermiamo che la D. C. risponde a una grande esigenza politica, ma· vog:iamo che essa sia partito tra i partiti, non partito unico; esigiamo che per mezzo suo non risorgano i si'Stemi polizieschi fascisti. Che la Curia e specie i Padri Gesuiti, che credono <li saperla lunga e, come tutti i furbi, si ,accorgeranno che errano di grosso, riten-

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