Lo Stato Moderno - anno IV - n.3 - 5 febbraio 1947

LO STATO MODERNO 51 IL DELFINO D'ITALIA Gli scioperi della primavera del '44 nel Nord d'Italia, furono davvero un atto importante della resistenza, se i gior– nali fascisti sentirono il blsogno di attribuirli a:Ja venuta del capo comunista Ercole Ercoli. Con que: nome titanico, e nel– l'aura di questa e di altre 1-eggende, Palmiro Togliatti entrò nella nuova vita pubblica italiana. In realtà in que!l' epoca il misterioso Ercole Erco!i spa– riva per·fur posto a Pa:miro Togliatti, ministro di Sua Maestà, salito spregiudicatamente al potere in un gabinetto regio, scompigliando la faticosa opera antimonarchica dei partiti di sinistra. Fin dall'origine del suo nuovo cio!o Togliatti si è pre– sentato con caratteristiche oggi marcatissime: spregiudica– tezza manovriera da parte sua, ed intorno a lui, tendenza ad attribuir.gli propositi e influenze misteriose. Che cosa ha fatto Tog:iatti durante il fascismo? Come è vissuto ne:J'am– biente russo? Come se l'è cavata ne:le vicende che hanno travo!to a Mosca anche i comunisti stranieri? Di quel pe– riodo non si è scritto nulla, se non dagli avversari, e proba– bi'.mente solo per lavorare di fantasia. Ma perché la stampa comunista non ne ha par:ato? La personalità di Togliatti aveva tutto ·da guadagnare se si fosse saputo del!a sua vita nel quadro de:Ja evoluzione russa. In una commedia di Pirandello, un personaggio esclama a un certo punto: « Quando Pirandello dice sedia, il pub– blico pensa immediatamente: « Se Pirande:Io ha detto sedia, c'è sotto quw:che cosa ». Succede presso a poco lo stesso per Togliatti. Ogni ge– sto, ogni manifestazione di Tog:iatti trova in una larga parte del pubblico italiano che è, o si crede, a~rni scaltra, una grande diffidenza. Ne viene una situazione curiosa di ostilità ad idee od iniziative che dovrebbero raccog!iere il consenso di tutti. Nel dissolvimento di tutte le idealità che hanno fatto la forza de:-la media bor.ghesia ita:iana, il comunismo sembra destinato a raccogliere l'eredità di queste idee tanto neces– sarie quanto neg:-ette. Hanno cominciato i comunisti cer– cando di impadronirsi con l'azione partigiana dell'eredità ga– ribaldina e di rifarsi ai motivi patriottici del Risorgimento; e da allora il processo è continuato. Alla proposta dei democristiani che le leggi deRo Stato italiano non possano derogare a:Je convenzioni internazionali (il che ridurrebbe l'Italia a nazione di sovranità minornta, vo:ontariamente soggetta alle potenze straniere), Togliatti ha contrapposto il •riconoscimento da parte de:.:o Stato della sovranità della Chiesa, concetto che in altri tempi sa-rebbe stato più da conservatore che da liberale. La storia ama far rappresentare ai suoi personaggi parti efféttive mo:to diverse dalle loro intenzioni; e forse Tog!iatti è uno di questi per– sonaggi. La borghesia italiana perde il sentimento del:a sto– ria d'Italia, ignora la fatfilità del conflitto tra Stato e Chiesa, non crede più allo Stato, alla indipendenza nazionale. Il co– munismo, come sola forza efficiente a sinistra, sembra co– stretto a difendere proprio quelle ragioni dal:e quali la sua ideologia sembrava più lontana. Grattate il pensiero di ogni benestante in lta:ia e ci tro– verete un profondo scetticismo verso la nazione, il segreto desiderio de:la tutela papale, dell'occupazione mi!itare anglo– sassone, del:' egemonia straniera che potrebbe garantire i buoni affari e ~a vita tranquilla. In questa atmosfera di abie– zione il comunismo può essere costretto a rappresentare molte parti. Ma potrà Togliatti fare qualcosa in un paese molle, dove tutto è involuzione, dove la burocrazia, a lui ostilis– sima, è onnipotente per la mancanza di una classe politica? La massa che lo sostiene è rozza, per nu:Ja imbevuta di spi– rito marxista, più disposta a concepire la lotta di classe nel senso: « levati di }i che mi· ci metto io », che a sentire un ideale co:-:ettivista. La infida classe degli inte:Jettuali ita:iani sarà disposta a seguir:o quando avrà vinto, e so:o aHora gli dirà abbandonandosi come la fiorentina di Oscar Wilde: « Perchè non mi hai detto che eri cosi forte? » Togliatti ha idee chiare, è uno spirito semplificatore. I suoi recenti articoli dedicati ai liberali ed ai qualunquisti di– mostrano che eg:i è un vigile ed acuto osservatore deKa realtà. Polemizza con sicura pacatezza, senza risparmio di quei colpi bassi che i comunisti usano con disinvo:tura. Ma i: gioco di cui egli dispone è assai scarso. Premuto tra le necessità ele– mentari deJ:e sue masse e l'odio diffidente ed imp:acabile de!le. masse che non sono sue, destinato a -suli're tutti i con– tracco'.pi de:la politica russa, timoroso di non poter essere che al Governo od al bando, la sua po:itica ha poche corde. Di qui la necessità di supplire con un virtuosismo tattico, del quale sino ad ora Togliatti ha fatto uno sfoggio fin troppo bri:·lante. E' un terreno perico:oso; si rischia sempre di diven– tare prigionieri del:a propia abilità. Qualcuno ha detto che Togliatti assomiglia a Cavour. Ma per essere Cavour .bisogna avere l'arte e la possibilità dei grandi connubi. Togliatti non ha a disposizione a!tro con– nubio che quello con la 4'itrosa vergine democristiana. Che cosa farà quest'uomo dal sorriso arguto e velatt? Arriverà a governare l'ltalia, ed attraverso quali vicende? O resterà sempre il temuto competitore di tutti i Presidenti del Consiglio? Ma qu~e sarà il destino prossimo dei partiti comunisti dell'Europa occidentale? La Russia ha interesse di trovarsi di fronte ad un -nuovo fascismo. Hitler e Mussolini hanno giovato al comunismo assai più di Kerensky. li primo · fascismo favort:I g-randemente l'~ansione del comunismo, con il secondo le fortune europee del comunismo sarebbero assicurate. Chissà se il destino del Tudeh, il ,partito dell'Azerbaigian per il quale un anno f~ la Russia pareva disposta a tutto, ed -t. ora abbandonato alle vendette del governo persiano, non sconcerta anche un uomo imperturbabile come l'on Togliatti. MARIO BONESCHI Per la d1fesa della scuola nazionale si è costituita a Roma un'Associazionedel cui, comitato promotore fanno parte insigni docenti di mentalità non conf-essiona!e, da Luigi Russo e Natalino Sapegno a Ugo CM1letti,Delio Cantimorl, Aldo Capitini, Giorgio Granata, Gabriele Pepe, ecc. Bisogna sottolineare l'importanza e furgenza di simili inizia– tive, tanto più che d probl'emideUa -scuolatrovano sinora, quando giungooo alla Costituente, beo più ardenti e interessati studinri kl campo democristiano che 1110n in quello dei deputati di oultu.ra, per cosi dire, liberale. Nel manifesto delta nuova Associazioneci si preoccupa molto giustamente delle wsioni pedagogico-istituzionalidel Ministr°' Go– nella che sembra ormai inamovibile da quello ohe non si vµol intendere quanto profondamente e realmente sia un « ministero– chiave». Non ci si propone tanto una incresciosa impostazione di antitesi politica che degenererebbe in anticlerica·lismo,ma, con schiettezza e lealtà, un complesso di fini il cui esame oon può essere impunemente dilazionato. Quegli stessi fini e quegli ste.9Si principi che sono stati banditi e difesi su questa Rivista. u. •.

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