Lo Stato Moderno - anno III - n.24 - 20 dicembre 1946

LO STATO MODERNO 557 inoltre, contro l'annessione ali'Austria, più e:evati motivi po– litici ed ideologici: avversione al pangermanesimo, e per al– cuni a'.lo .stesso germanesimo (e qui mi piare ricordare quel– la guida a:pina nutrita di cultura classica che nel maggi() scorso dall'alto di una torre medioevale dominante la conca di Bolzano sostenne per tre ore, contro il più accanito rap– presentante della corrente pangermanista e alla presenza di una personalità ing:ese, la causa dell'A:to Adige all'Italia); ostilità al filonazismo del Volksparlei, che si guardava bene dal chiud~re le sue porte in faccia ai nazisti; reazione de– mocratica e progressista al sistema sociale e politico tradi– zio!_!aleche assoggetta il popolo alla paternalistica domina– zione del clero, dell'aristocrazia e dell'alta borghesia. Questa situazione era ben nota agli ottimati che aveva– no fondato il V olkspartei, si erano autonominati suoi diri– genti e autoproclamati rappresentanti di tutto il popolo. Essi sapevano che una opposizione e il suono di diverse campane avrebbe enormemente sminuito il valore della loro campa– gna sia di fronte ai conterranei che di fronte all'estero; e di conseguenza organizzarono il partito e impbstarono la loro tattica secondo schemi nettamente totalitari, mirando a far star zitti g!i oppositori con l'intimidazione e a ficcare nel cervello della massa, con una propaganda martellante, le idee e i fatti favorevoli alla loro tesi separatista. Non si può negare ·che il Volkspartei abbia condotto le cose con energia e con una certa abilità. Largamente provvisto di fondi, monopolizzò la stampa in lingua tedesca (il quotidiano clerrcale Dolomiten e il settimanale Volks– bote, organo del partito); dominò la campagna attraverso i suoi fiduciari e il pu!pito; sfruttò il sentimenti\ religioso e l'amore alla tradizione (soprattutto quella della \rivolta an– tifrancese di Andreas Hofer del 1809); organizzò grandi adunate allietate da costumi e .da bande; istitul comitati di assistenza e commissariati al:oggi ne!le città; raggruppò reduci, gioventù, commercianti, agrico!tori, artisti, sportivi, alpinisti in associazioni sudtirolesi distinte da quelle ita– liane, mirando a gettare le basi di una organizzaziod'e am– ministrativa 'e corporativa autonome. La sua propaganda tendeva, come ho detto, a creare all'estero e all'interno la impressione della ferrea e totalitaria volontà de:Ja popola– zione di sottrarsi alla dominazione italiana, dipinta come inso.stenibile e morta'.e per il gruppo nazionale tedesco. A tal fine venivano sfruttate le situazioni del passato fascista, le contingenze attuali e supposti sviluppi futuri. Si ricor– davano le misure snazionaljzzatrici del passato regime, la abolizione dell'autonomia amministrativa e scolastica, il divieto di usare la lingua tedesca nei pubb!ici atti ed uffici, la se– parazione dalla provincia di Bo17.ano de:l' Ampezzano, del Livinallongo (per quanto zone ladine) e dei comuni misti– lingui de!la Val d'Adiii;e a sud di Bolzano. .J,a politica inÙni– gratoria fascista e quella ad essa connessa de'.l'industria:izza– zione, la mala finanza dei podestà e lo spadronegF:iare dei seii;retari dei fasci; si attaccava il disordine amministrativo della nuova gestione democratica, la lentezza delle autorità nel rimediare ai torti del passato; si poneva in dubbio la buona vo:ontà del Governo di attuare una lariza e compren– siva protezione· dei diritti della minoranza, definendo la poli– tica italiana verso i sudtirolesi come una politica di « finga e soffiamo », secondo il motto già ricordato nel primo articolo di questa serie; si screditava la· risorta democrazia italiana, raccog'.iendo tutte le voci che dall'interno dell'Italia accen– navano ad un supposto pericolo di ripresa fascista. Si chiedeva la separazione dall'Italia; la riannessione al– i' Austria attraverso un p!ebiscito. Una specie di plebiscito il V olJcspartei se lo organizzò anzi clandestinamente per conto suo, raccog!iendo con le buone o con le brusche decine di PllS:ial11 - ~l di~ - <li fir,ne di adesione alla tesi separatista. Altre decine di migliaia furono raccolte a cura degli austriaci fra i sudtirolesi trasferiti oltre Brennero; e tutte quante, riu– nite insieme in otto ponderosi volumi, dopo essere state por– tate per le vie di Innsbruck alla vigi:ia di Pasqua, furono inviate a Parigi al consiglio dei ministri degli Esteri come prova irrefutabile de!la vo:ontà del popolo. Ma nello stesso tempo - e mentre si rifiuta a sistema– ticamente la collaborazione po!itica coi C.L.N. e quella tecnica con le autorità governative per non diminuire l'efficacia e la purezza della tesi separatista - si chiedevano provvedimenti che evidentemente presupponevano la continuazione de:J'ap– partenenza dell'Alto Adige allo Stato italiano: in prlm.: J;"":' l'annullamento delle opzioni, e cioè il riacquisto della citta– dinanza italiana per S:i optanti naturaljzzati tedeschi, e il ritorno degli optanti trasfer.itisi oltre Brennero; la limitazìo1 e dell'immigrazione italiana, la eliminazione della zona indu– striale di Bolzano, una più larga immissione di elementi sud– tirolesi ne:Je amministrazioni statali e locali; la ricostituzione della vecchia cìrcoscrizione amministrativa; si raccomandava ai sudtirolesi di 'badare diligentemente alla loro iscrizione neHe liste elettorali, e via dicendo. Tutto ciò avveniva anche prima della definitiva decisione dei « grandi » circa il confine al Brennero; e se riw'.ava una patente contraddizione nel metodo di lotta, della quale nes– suno pareva accorgersi, dimostrava in sostanza la volontà dei dirigenti del Volkspartei di precostituire alla minoranza una posizione di predominio nella regione in previsione dell'in– successo del !;epa·ratismo in sede internazionale. Queste cose, nessuno le chiariva ai sudtirolesi nella loro lingua; il Volkspartei continuava a proclamare la certezza nella vittoria; e più questa, con lo sviluppo dei negoziati int.-nazionali, si dimo– strava improbabile, più la propaganda a'.la Gobbels frugava nelle piaghe della situazione altoatesina, inoculava e rendeva virulenti i germi del più acceso nazionalismo, dell'avversione all'Italia, deJ:a scissione fra i due gruppi etnici. Per fortuna, questa azione fondamenm!mente contraria alla buona convi– venza fra italiani e sudtiro'.esi, era opera di una minoranza di esagitati o di elementi ormai presi in un ingranaggio dal quale non riuscivano a liberarsi. La mas.,a ne subiva certa– mente l'inF.usso, ma per temperamento, per educazione, non prendeva le cose sul tragico e non si scaldava iz;ran che. E cosi, anche per il contegno calmo e to:lerante della comunità italiana, si potè evitare il ,peggio. Ai sudtirolesi dissenzienti, o sostanzialmente convinti e - optanti per l'Italia e aili antinazisti, non sfuggivano né il si– gnificato intrinseco del',tioco del Volkspartei, né i pericoli in esso insiti per la tranquillità futura de:J'Alto Adige. Ma questi, pur essendo contrari sia all'annessione a!!' Austria sia alla do– minazione po'..iticadel Volkspartei, non trovavano la forza e il corag!(io di farsi avanti e di prospettare apertamente i loro punti di vista: sia perché disuniti e affatto sostenuti dagli ita– liani; sia per scarso vigore combattivo, per diffidenza o sco– ramento; sta per la violenza intimidatrice del Volksparlei (i dissidenti erano sogiz;ettiad essere indicati, more nazista, co– me Vdksverriiter - tradltori del popo;o) e per timore di rap– presaelie nel caso di soluzione internazionale avversa all'ItaHa. Dovette così pa56are ,Più di un anno dal!a liberazione prima che un !(ruppo dif ootanti per l'Italia più riso!uti si decidesse a costituire un Sfidtkoler Demokratischer Verband (Unione Democratica Sudtiro1ese) che in un manifesto del 15 giugno scorso, al grido di « Fuori dal Volksparteif », iniziò la lotta contro il partito austrofi'.o, ne denunciò al popolo l'in– concludenza e la perico:osità, e tracciò un concreto pro– gramma di difesa dei fondamentali interessi e diritti della minoranza attraverso !a l~C} CQ!laborazione con le autorità e la popolazione italia11~ (conffrl.ua ) J:Nl\lCO PONOMI

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