Lo Stato Moderno - anno III - n.24 - 20 dicembre 1946

LO STATO MODERNO 567 RASSEGNA DELLA STAMPA E~TERA Rapporti italo - britannici I rapporti economici ItaJ.o-i,nglesi, scrwe ii corrispondente de: Dai!y Te– !egra.ph del 25 novembre, vanno inten– sii&:ando Ja loro impor~za. Ma uno svantaggio immedia,to per il loro rifio– r!•re è offerto dal faibto che ,le m<c,rci in- t glesi di oui l'Italia ha ,bisogno sono quelle ma,teri.e l!)I"ime lfondamentaJi Clhe le nEcessità di una ripresa econo– mica ,del:l'Eu!ropa del dopogue,rra esigo– no siano disbribuite a quçsto e a quello secondo le disponibilità; e che da parte Ltaliana si ofkono soprattubto merci di consumo voluttuario che mal Si adat– tano aLla relatiiva depressione del po– tere d'·acquisto del consumartore inglese. Se si lascia da parte questo commer– cio di portata necessa•riamente Jimi,tata, Vi è un campo assai interessante nel quale le industrie dei due paesi posso– no al:leviare ,e mancanze o scarsità del– l'uno e dell'altro. « Ciò di cui la Gran Bretagna ora scarseggia sono mano d'_o– pera, fabbriche, macchine, per tenere fede ai suoi vasti impegni di esporta– zione oltremare. Di queste, speci,e di maestranze specializzate, !'Italia ha per i! momento abbondanza. Di qui diverse commissioni per -!a fabbricazione in I– talia di manufatti che !a Gran Breta– gna non potrebbe portare a termine rapidamente in patria ». NELL'INDUSTRIA TESSILE Recentemente, ad es., sono stat1 di– seussi due !PI"Ogetti per la costruzione in Itali a di motori elettrici leggeri da inserì-re nei macchinari cosbrui ti in Gran Bretagna, e !)€II" la produzione di acciaio nelle fonderie ~ta'liane con mi– nea-ale e carbone fon1i.ti dalla Gran Bre– tagna. Mentre questi progetti sono ancora in gestazione, sono stati ripresi quegli stretti rapporti nel campo dell'indu– stria cotonier-a e ,laniera che già esi– stevano prima della politica autarch:ca dell'Italia. Secondo tale sistema, le dit– te del Lancashire e del Yorkshire man– dano 'llila parte deJ materiale greggio che non hanno la possibiliità di lavo– rare a Biella e a Milano, o dall'In– ghiJ.terra o diirettamEnte dai paes; pro– duttori di cotone e di -lana. I eontra tti che irego:ano tale produ,zi-0ne in ItaLia contemplavano dapprima, soprattutto il pagamento in mez,ci, sì che l'industria– le italiano riteneva per sè una parte delle stoffe -0 del maiteriale ~eggio. In seguito, man mano che l'industria co– toniera italiana potè risollevarsi, il pagamento venne effettuato in valuta e 1e commissioni da ipal'te britannica accen=ono a diminuire, mentre l'in– dustria Jtaliana cominciò a lavorare in • proprio. Nel cam)>O laniero invece, il sistema continuò a fuillllionare con la stessa intensità. Tali contratti erano in un primo tem– p0 iirotto di tra-ttatiive private fra d1Ue britanniche e i<tadiane: ll'ecentemEnte però il governo i,taJian.o stabili che o– gni nuovo contratto dovesse ricevere la saru:ione ufficiale, nell'intento che le prestazioni delle maootl!'anze e deJle at- trezzature industri1lli italiane f~ro ri– compensate ;n valuta, venendo cosi a migJi,orare la piccola scorta di va:ute estere che l'I,talia appresta ,per il giorno in cui dovrà soddisfare i propri credi– tori. « Dall'epoca di questa rinascita, at– tuata assumendo lavoro dall'estero, la industria tessile italiana ha dato in– cremento ad un comm,ercio d'esporta– zione tafe da far ritenere trascurabile H mercato interno. Ogni cosa va aU'e– stero. Le coMeguenze sono chiaramen– te visibili nei negoz; dove il prezzo dei vestiti e deb!e ,stoffe si è nei meSi. tra– scorsi elevato a! di sopra delle possi– bilitd del povero •· IL CAMBIO UFFICIALE Sussiste tuttavia attualmente un im– pedimen.to ad una e$Paru;ione ,rigog.:iosa del commercio ita.l-0-br.Ltann.ico, come del resto del commercio delà'Ltalia con qualunque paese est.ero: esso è dat-o da.:Ia valutazione ufficiale della lira, assai supe,riare al suo valore effettivo, da tui dipendono ben altre valutazioni legali o meno, e dai controlli d_iimpor– tazione, più complicati di quelli che esistono normalmente nella maggior parte dei paesi. « Se l'attua:1.e cambio di 900 !ire per s~erlina rende difficil:e per l'Ita-!ia di vender-e aU'-este,,à\ esso è nondimeno per essa un momentaneo vantaggio, perchè proprio a questo ..:ambio (225 li– r-e per dollaro) essa ottiiente -crediti in O:.>U.ari dagli Stabi Uniti come pagamen– to delle spese fatte per i soldati ame– ricani di istanza in Italia. Quando l:e truppe •sene a-ndrann,o, se ,ne andrà con !oro il vantaggio di questo cambio ele– vato. Si presume ~enera.!mentJe che, !a– sciando piena libertà al cambio, questo si avvicinerebb-e per le •soori!ina a Lit. 1600. Anche in questo caso il costo di merci e manufatti italiani resterebbe sempre alto; tale costo potrebbe dimi– nuir,e ,solo se fosse consentito all'Italia di importare liberamente ed 1 n abbon– danza materie prime e cibo dall'estero•· Imperialismo americano Il prossimo avvenire degll Sta,ti Uni– ti nel campo politico-economico e an– che in quello spirituale interessa un numero di .persone in.comparabi!mente maggiore, in Ita:iia C-Ome in tutti gli altri ,paesi d'Elu.ropa, -che ,non consimili Il: uscto il N. 3 (settembre-ottobre 1946) di critica economica Ed. Einaudi, Milano-Roma, L. 120. Contiene: A. Pesenti, Nostro Paese; C. Rodanò, Come arrestare la sva– lutazione della lira?; G. Carli, La di– sciplina degli scambi con !'estero e dei cambi ne!!'esperienze recenti; P. Sylos Labini, Disoccupazione ed ope– re pubbliche; P. Andrietti, n proble– ma de;!'energia; Note ed Osservazio– ni di L. Federici, G. Parravicini, F. Mauro; Rassegne; Recensioni. problemi rigua,r,danti al tre g,randi po– tenze, come la Gran Breta,gna e la Rus– sia. Ta,Je interoose, come nota la Wor!d Review di novembre, va assai al di là di pure OOlllSiderazioni di poJitica este– ra; spesse volte è sollecitato dall'im– pellente quesito dalla cui soluzione di– pende la possibilità di ripresa della vita europea, e non solo europea, del dopo guerra: « Manterrà l'America le sue promesse?•. · Il ;prob:ema è .formuJato cosi nei ter– mini più ll'ozzi, ma ne copre un altro che gli è logicamente antecedente e che alla ma•girior parte degli stranieri sfug– ge: « Mantel"l!"à l'America Je sue prome$– se agti americani?•· « Giacchè !' America è ancora una ter– ra di promesse. Le promesse verbali • della sua costituzione, la promessa ma– teriale delle sue risorse naturali, sono a'n.cora U fulcro deHa sua potenza mon– diae ,e de! suo spirito nazional,e ». LA FEDE NEL SUCCESSO '.L'ansioso interesse che C-Onbraddistin– gue -l'a.tteggiamento degli europei ver– so i problemi americani, non deriva soLtanto dalle ,grandi speranze di aiuti d'ogni genere riposte nella g,rande esu– beranza della ricchezza americana; ma è anche una ooniseguenza ,del fascino e!Sel'ci tato su una società stanca e tra– va.gli.ata dai dogmatIBmi più intransi– geniti e più spietati,, da un mondo che si suppone, secondo la tradizione della vLta americana, ·libero e aperto agli attivi e ai fortunati, assai più, forse, di quanto in realtà non sia. • I! fattor-e che principalmente distin– gue la mentalità americana da quella comune alle democrazie europee è u- na speciale forma di uguaglianza. I so– ciologi la chiamano « mobilità sociale•· / L'americano medio potrebbe contraddi– stinguerla con !a paro!a « successo •, «riuscita». L'americano crede che i! valore personale comporti necessaria– mente una ricompensa, e una ricompen- sa. terrena. Dalle dottrine puritane dei primi coloni, si è sviluppata !a credenza che i! successo sia !'inevitabile ricom– pensa de!!'industrioso, dell'abile, de!!'in– te!!igente, favorita dall'esperienza della vita in un paese in CUi la ricchezza po– teva con certezza essere raggiunta da chi lavorasse duram-ein.te. 1-! cittadmo imparò a misurare il valore personale da!i'ascesa o discesa di cia.scuno ne! campo sociale éd economtoo; per esso chi ncm_.si eleva daHa propria od altra posizione sociaLe più elevata è un fal– lito•· Tale fede semplicisbica nel «successo• ha avuto conseguenze immense, ha tra– sformato in poche generazioni una terra vergine ed ostile nella. « più grande ci– viltà industriale della storia•· Il pr&lotto più caratteristico della ci– vi1tà americana è un nuovo tipo d'uo– mo. L'americano è inconiondibile nei vari (Paesi del mondo, non per il suo aspetto o Ja sua ldngua, ma « per !e co– se che dice, per :il" modo in cui agisce •· « Egli ~i aP1}1'€.sta aiUa soluzio,n.e di ogni problema con wno spi,rito di fiducia, fonda.to -su!!a fede che ogni porta si de1,>e apri11e a chi ll-flisce con tenacia.

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