Lo Stato Moderno - anno III - n.22 - 20 novembre 1946

526 tere pa:r!mentl I socialisti; e d!.rel In mo– do più duro che gli stessi democristiani. Perchè l'enorme successo democristiano del 2 giugno era per tutti evidentemente artificioso, dovuto cioè, In parte, alla po– sizione ambivalente della Democrazia Cri– stiana tra destra e sinistra, tra monarchia e repubbl'.oa, e gli equivoci pr:ma o poi SI scontano sempre; ma I voti che davano ai 110cialistl, nelle elezioni politiche, una supremazia sui comunisti, erano I voti di fiducia ad una tradizione di democrazia che st sperava li socialismo sapesse ormai riprendere con energia, Mentre è troppo chiaro che I socialisti sono stati defrauda– ti dai loro cordiali avversari I comunisti (la prima vittima del colpo di Togliatti a Belgrado, subito dopo la dignità democra– tica degli italiani, è Pietro Nenni) perchè le loro dichiarazioni di autonomia sono sta– te soltanto verbali, e I loro propositi di Iniziativa sono sempre frustali da una Ini– ziativa comunista che non si esprime In antlc:patl propositi. Ma anche Qui si deve, a mio avviso indicare un successo qualun– qu:.sta indiretto a danno del socialisti. In– fatti, Indubbiamente, I quai:unqulsti non banno solo raccolto transfughi democristta_ !li, ma anche repubblicani, demolaboristi, liberali. Ora. se il Partito socialista fosse consapevole della sua missione socialdemo_ cratlca, avrebbe dovuto farsi egli stesso guida dt tanti elettori. delusi da un pezzo dall'impotenza e dall'Instabilità di questi partiti minori: ma il Partito socialista ha raccolto I !rutti di questi stessi mali che colp:scono 1u! come tu '.Jtii partiti che pur rappresentano oggi il ceto medio lavora– tore. Ecco allora come Il socialismo si vede oggi battuto, In questo compito socialde– mocratico, proorlo dal partito di olù bassa coscienza socialdemocratica. il partito qua_ lunqulsta, non perehè Quesito Jeli abb'.a ef– fettivamente sottratto del voti. ma perchè gli sottrae quelle possibilità di estende•e la sua base, che è il vero problema del Partito socliftls•a di fronte all'Inevitabile emptl~temnit dei comunisti. Poi c'è il prob'ema deell astenuti. Anche questo era previsto sin dall'antivh?iliR del– le elezioni. In parte è sfiducia nella liher– ,tà: per molti la libertà non è P06Sibile, perchè, pensano. « !(li llaliant non sono maturi e la politica dei partiti è ripuiman– te: bisogna pensare a lavorare, a produrre senza tanti discorsi, altro che elezioni • (si veda la penetrante analisi e la convenien– te censura di questo stato d'animo, In « Non vo!?liono essere liberi•. di Domeni– co Bartoll, sul Conlerf! Lombnrdo del 17 novembre). La sfiducia nella libertà porta la convinzione della fatalità delle sòlu•io– ni. Scrive Don Sturzo: « Il dovere dell'e– lettore•. Il Popolo. 5 novembre: « Questo è il prf!>ente che è tutto nostro. Il futuro non è no•tro, diverrd nostro se Dio lo vuo– le: e ,e Dio non ce lo dd, per quanti .,'or– zi fncclamo, n'>n ,ard mal nostro E allora perchè ci preoccupiamo tanto del futuro e assai meno del pre•ente? « Un amico ml dlcf!Va giorni fa: • L'am– mlnlstrnzione comunale sarà roua. I! Go– verno ltalano di domani -S4 rà di sinistra: è fatale!•· « No, non è fatale: se gli elettori, se I cittadini, se l'opinione pubblica realsteran– no a qunto /atallsmo, tutto ciò non sarà•· L'Interpretazione comune è che gli aste– nuti siano elettori borghesi e di ceto me– d'.o. Non ce :'.>Ilodel tutto persuaso: ct sono tanti borghesi a Palermo? E' verame:1te tutta borghesia dei « quartieri alti•· come dice Il Magllano, quella degli astenuti del LO STATO MODERNO 10 novembre? Questi astenuti meritano uha con•:derazionenon dogmatica; saranno ma_ gari i conformisti di domani; saranno ma– gari i risentiti e gli scettici a buon mer– cato di oggi; ma potrebbero anche essere del perplessi; e potrebbe essere prudenza non abbandonarli disarmati all'illusione qualunquista e al tuffo ad occhi chiusi nel comunismo. Le conseguenze politiche delle elezioni amministrative vengono incontro al pro– cesso per il quale Il tripartitismo tende a rlsolvers1 In un dualismo, e quindi con– fluiscono in tutta la pol'l.,mlca sul patto di unità d'azione: giacchè ntlle speranze del– le s:mstre le e,lez:onidel 10 novem!bre s&reb_ bero una tappa sintomatica della forma– zione di una maggioranza di sinistra (noi interpretlaJTli> Invece qu?6te e:ezionl come un successo della destra qualunquista e una sconfitta del Partito socialista). La po– lemica democristiano-socialcomunista è no– ta: nata dal discorso di De Gasperl al Brancacclo, si è prolungata In una serie di battute e controbattute. La voce uffi– ciale del Partito socialista celebra l'effi– cienza di un patto che nel giro di quindi– cl g!ornl ha invece già mostrato due volte la sua vanità (caso Andreonl, e missione Togliatti a Belgrado): ma le illusioni so– no l'unica felicità che, sul momento, costa poco. Cosi, nel òtato articolo «Autocrl:tca•, l'Av,anti! scr:ve: «La prima c()11$tatazione è che fino ad un mese fa noi slamo appanl come un ,partWo in.Capace di dare una di– rettiva al PaNe ed lrrlmf!diabil-mente a,– visi fra tendenze che non riuscivano Il trovare un minimo comun denominatore. « Se noi cl fossimo mes,I d'accordo sul nuovo patto di unild di azione-non trf! set– timane fa, ma tre mesi or sono, aublto do- "Se5!.mnh" E' imminente il primo nwnero di Sestante, rassegna di vita contempora– nea. La nuova rivista nasce da una esigenzà di sintesi e di chiarificazione dei prob:emi essenziali ~Ola v4ta mo- derna. Il fascicolo di 24 pagine, con co– pertina curata da Bruno Fabbri e ta– vo:e fotograliche fuori testo di Forza– no e Cuzzo!a, conterrà articoli di poli– tica, di letteratura d: storia,. d'i filoso– tia, di ci.nr; ma, di tea la-o, di arte, rac– con U, bozzetti, poesie. Una speciale ru– brica osp:terà il testo integra.:e o I rias– sunti fedeli dei documenti meno noti atti ad una magg_iore ,chiarificazione e comprens:one deg:1 avvenimenti mon– diali dat 2 settemre 1943 ad oggi. La rivista verrà messa In vendita nelle principali librerie dli Pa~ermo, NapoÙ, Roma, Firenze, Milano. I :et– tari potranno prenotarsi inviando va– gli'a di L. 30 al,a Amministrazione o ord:nando Ja spedizione cOQ semp;ice cartol:na postale. i.a corrispondenza va inviata a: Se- 1ta1lte • Via Napoli, 30 - Palermo. po le elezioni del due giugno, non avrf!m– mo .cora11giato nè I nostri elettOTI ope– rai nè I nostri elettori appartenenti ai ce– ti medi, ma tutti li avremmo diretti In una battaglia nella quale essi hanno bisogno di una guida. • • Invece per tre mesi abbiamo offerto al Paese soltanto lo ,pettacolo delle nos!rf! divisioni e l'opf!ralo e l'impiegato poteva– no ogni mattina leggere •ul loro giornale l'opinione del sociali1ta A contro l'opinio– ne del· socialista B. « In Queste condizioni quando noi slamo arrivati al voto unanime del nuovo patto di unità d'azione, Il Paese non ha capito bene che cosa foue succeuo pf!rchè aveva a·nco-ra negli orecchi I' tto delle polemictie che avevano preceduto Questo fatto di una importanza capitale. · · • Il voto unanime del nuovo patto d'uni– tà d'azione era la logica conclmione di tutto 41 travaglio intemo ddla vita lntel– lelltluale e politica del nostro partito, ma in veritcl noi non avevamo fatto niente per preparare l'opinione pubblica a questo evento, anzi avevamo autorizzato Il dub– bio ·chf! ormai non esistesse più fra noi la possibilità d'una politica di unità del pa,;– tito e di unitd ddla claue lavoratrice •· In realtà I socialisti, se fossero schiet– ti, dovrebbero cominciare ad accorgersi che il pattò d'unità d'aztone è tutto a van– taggio dei comunisti; e sembra già supe– rata questa perp!essità di P:ero Malvest1~1 (« Un grosso equivoco•, in Democrazia del 10 novembre): • CETl.'Ìulme sono due co– se: che i comunts!j hanno avertito di non poter fare a meno della tradizione 1oc,a– lista In Italia e di quel che di latino e di tranquillante Vi è nella ateua tradi– zione; e che i socialisti temono di perde– re le masse ae ri ,ottraggono a quell'am– pleuo col còmunbtl che molti di loro ri– pugnano e paventano. Siamo di fronte - non c'è alcun dubbio - a un matrimonio di pura convenienza. Ed è aual difficile prevedere chi ha fatto meglio i auoi cal– coli•. Allo stato attuale delle cose, se Il patto riuscirà a serbare Il suo valore di bloc– co, sarà sotto la guida comunista. Ora è legittimo· progpettarsl che questo blocco determini, in vista delle future elezioni, quel blocco di opposizione che De Gaspe– rl ha con tanto malumore annunciato, promettendo di non fare, per il futuro, combinazioni In un governo tripartito nel quale si trovasse In minoranza. Si osser– verà che questo convogliarsi della poli– tica verso Il dualismo darebbe alla situa~ zlone generale l'aspetto dialettico previsto da ogni democrazia. Ma qui valgono le ri– serve di Luigi Salvatorelll (« Governo di blocco? • In Corriere Lombardo, 14 no– vembre): • SI può ammettere benissimo che, anche con piccoli spostamenti, doma– ni si poirebbe arrivare alla formazione di un Governo di blocco, anzich~ di combi– nazione di contrari. SI veda però quale ne sarebbe il risultato: uno stato di grande tensione non solo politica, ma sociale e religiosa; confessionalismo cattolico e bor– ghese contro proletariato. Il primo blocco scivolerebbe verso la reazione neofascista, il secondo Vf!TSO la rivoluzione bolsceviz– zantf!. Per un;a formazione organica, f! non troppo pn-lço!o.,a, di Oovemo di bl.ocço, mancano tuttora In Italia u11a destra a.u– tf!ntica (cl 1iamo già spiegati In proposito su queste steuf! colonne) ed un centro li– berale.-. u. s.

RkJQdWJsaXNoZXIy