Lo Stato Moderno - anno III - n.20 - 20 ottobre 1946

LO STATO MODERNO 459 ll_ quarto partito e la democraz.ia diretta E' di viva attualità nella polemica giornalistica e nei pubblici nonchè nei privati dibattiti il problema del « quarto partito •• che non risponde soltanto a de.:Ie esigenze di ca– rattere elettorale, ma deriva la sua più viva istam:a dalla critica alle manifeste deficienze, come sistema di governo, del tripartitismo. Dal punto di vista elettorale, tende ad affermarsi l'im– pressione che il diffuso malessere, in questi mesi di difficile interregno fra due ravvicinate convocazioni elettorali, favo– risca il prevalere dei partiti estremisti. Mentre da un lato sL nota una certa ripresa del P.C.I., dall'altro trova sempre più credito l'opinione che, se alla destTa si fosse stabilito un centro di convergenza, vi potrebbero affluire numerose forze che, altrimenti, minacciano di restare vaganti e disperse nel rnsto C8.J]lp0 della lotta elettorale. Sotto questo profilo, la maggior diffico:t:ì del problema sta nel trovare il giusto punto dove ~tabilizz:ire quel centro perchè possa spiegare al mas- simo la sua forza d'attrattiva. · Giannini,, nella sua intervista al quotìdiano Tempo, ha ffermato con disinvoltura che « l'U. Q. è già il quarto par– ilo»: ma, solo pochi giorni prima, di suo pugno aveva scritto su Bucnsonso (25 settembre) che « il più grande partito si farà certamente e presto », badando però a sottolineare che non dovrà essere un grande partito di destra perchè « noi non siamo destri e non intendiamo passare per tali •· Cian– nif!i, si sa, ha una sensibilità tutta commerciale della po:i– lica: qqesta sua presa di posizioae sta a significare eh' egli giudica ancora· troppo svalutate le azioni della « destra •·· In~·ece, FilippÒ ]acini ha proprio denunziato (sul Cor– r~re Lombo:rdo del 26 settembre) la mancanza di una De– stra, consapévole. di una sua funzione equilibratrice, come la principale cau~a dell'attua:e disagio poiitico e di questa. di– sfunzione governativa. A tale denunzia segue l 'invi.tu , per il P.L.1., rad a5Sumere coraggiosamente questa p~izioné di destra con • propositi sinceramente e genuinamente demo– cratici • onde evitare che delle congreghe reazionarie nazio– nalistiche provvedano « a far agire subdolamente un'altra ben diversa destra •· Anche un « uomo di sinistra o di centro sinistra » come Salvatorel-li - cosi egli stesso si definjsce (Corriere Lombmdo del 12 ottobre) - auspica « la forma- 7.ione di un vero partito di destra », delineando brevemente la sua fisionomia di partito conservatore, « chiaramente e :ealmente • conservatore, alieno da equivoci « atteggiamenti rivoluzionari-demagogici ». Analoga esigenza di lealtà verso se stessi, e di chia– rezza verso gli altTi, è affermata da M. Lupinacci, che sol– lecita (Risorgimento Liberale del r ottobre) i consorti libe– rali a tmrro le conseguenze della loro sofferta esperienza, ri– nun~ando al « tentativo malaugurato di gareggiare con le sinistre per mettere su una specie di laburismo senza trade unicn.f, mcoraggiandoli ad essere ,se stessi •, a ricono– scere i propri limiti » ed a • rispettarli come un segno della divisione del lavoro con l'avversario». Lo stesso Lupinacci, pochi giorni prima (Risorgimento Liberale del 25 settembre), aveva lanciato un ;ippello ai ce~i medi, esortandoli a creare «con la loro intelligente solidarietà, intorno alla insegna del liberalismo individualista; senza tentazioni di compromessi e di mediazioni, il loro partito di massa ». Per il Lupinacci, adunque, il punto· di convergenza dei ceti medi dflVtl essere stabilizzato a <h,stra, secondo_ Salv:\• torolli, invece, vi sarebbe un fenomeno di bipo:adzzazione: questo partito « di cui tanto si parla, risponde nella visione, o meglio nei desideri dei suoi diversi fautori, a due conce– zioni, a due spinte differenti: una di sinistra, una di destra•· A sinistra, il nucleo del quarto partito ci sarebbe già: il P.R.I.; mentre a destra la sua costituzione è ostacolata dai postumi della questione istituzionale (Corriere Lombardo del 9 ot, tobre). Di questa stessa neces~tà di chiamare a raccolta i ceti medi intorno al P.R.I. è convinto anche V. La Malfa che, in una recente intervista, ha sottolineato l'urgente ne– cessità di dar vita al quarto partito. « Questa - ha eglj affermato con l'enfasi del neofita - è l'ora del P.R.I. •, al quale, tuttavia, sembra mancare una forza d'attrazione ca– pace di esercitare la sua influenza al di fuori di certi tTa– dizionali centri provinciali di reclutamento delle forze re– pubblicane « storiche •. Il P.R.I. è un po' come la specialità degli alpini che ha i suoi centri di raccolta localizzati in de– terminate provincie. Sono, dunque, già tre i partiti che pongono la loro can– didatura per essere ufficialmente riconosciuti come il centro propulsore di questo quarto partito di mas~a, che dovrebbe raccog;ier.e tutti coloro che, per una loro esigenza spirituale o per la loro educazione politica o per la loro condizione • sociale sono alieni da'.l'inquadrarsi in un partito di massa. Questo è il paradosso del quarto partito, forse più apparente che reale perchè quella folla inquieta, volubile ed incerta, che si muove negli strati sociali intermedi, in una delicata contingenza politica, come quella attuale, che ricorda, per a:cuni aspetti, l'altro dopoguerra, potrebbe anche essere im· provvisainente attratta a fare massa su di una sinistra, « che fraintende e che s'illude, pericolosamente sul grado di ma– turJtà politica de'i popoli •• o su di 'l!11adestra, che miri « a posizioni antiliberali e antidemocratiche • (così Filippo Bur– zio sulla Nuova Stampa dell'S ottobre). * * * Assai interessanti sono le reazioni dei tre partiti di massa di fronte a codesta laboriosa ed ancora incerta gestazione del ·quarto partito. All'estrema sinistra, i comunisti badano, principa:mente, a sfruttare facili motivi di propaganda, agitando sempre più forte lo spauracchio di un fascismo risorgente negli ultimi spasi~i di una reazione capitalista assai dura a morire. La costituzione di un forte blocco di « fòrze reazionarie » rientra perfettamente nel gioQS> della lotta politica secondo lo schema delL-ilotta dj classe; d'S:tra parte troppo cocenti sono le con– seguenze della disfatta subita dal fascismo per non appro– fittarne e gridare: « Dagli all'untore! », contro la formazione di nuove forze avversarie. Quelli che sembrano i più toccati dall'eventuale costi– tuzione del quarto partito, sono i socialisti, forse preoccupati che possano restarne attratti, o:tre ai ceti medi, anche gli strati più evoluti delle masse proletarie e contadine: più evo– luti secondo l'accezione sociale tradizionale e non nel ~igni– ficato attivista-progressivo. L' Avant-il paragona (9 ottobre) la « corsa al quarto par– tito » alla ~ corsa dei berlfori, in tempo di carnevale•; ma, tre giorni prima, la vis polemica di Sandro Pertini aveva raggiunto il tono drammatico per gettare il grido di allarme: « Questi blocchi antimarxisti potrebbero stroncare nuova– mente il movimento operaio »; e, sotto la penna di Mazzali, l'invettiva diventerà asprà contro tutti i partiti che non ac- . cordano la loro politica al patto d'unità d'azione social-co– munista: e Fascisti possono considerarsi tutti ... liberali e qua- ' lunquisti. democristiani e repubblicani - ma sì, anche i re-

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