Lo Stato Moderno - anno III - n.20 - 20 ottobre 1946

480 ________ _ LO STATO MODERNO Germania. Le elezioni 'tenute nello Schleswig meridionale il 13 ottobre scorso, che hanno dato al rappresen– tanti danesi ben 236.000 voti (32 %) e 59 seggi contro i 482.000 (68 %) e i 211 seggi ottenuti complessivamente dai quattro partiti tedeschi, hanno rinfoco– lato lo spirito naz:onalistico danese; infatti, se dai voti ottenuti dai partiti tedeschi si deducessero l voti dei profu– ghi (310.000 lndivldul) che si . ri\jene abbiano votato in massa e certamente solo per i partiti tedeschi, si potrebbe ritenere che nel inomento attuale, e– scludendo i profughi, ! rappresentanti danesi dispongano di una lieve maggio– ranza, dal 3 al 5 %. Non bisogna però mai dimenticare che questa stessa po– polazione nel 1932 votò per il 61 % a favore del candidati nazionalsoc1alisti. POLITICA ESTERA SVIZZERA Contrariamente alle apparenze anche la Svizzera ha una politica estera; pae– se d1 tradizionale neutralità, la = po– litica è sempre consistita nel miantenere amichevoli relazioni diplomatiche con tutti i paesi. Dietro i diplomatici veni– vano l commercianti ad assicurare alla evolutissima industria elvetica quei mercati di esportazione di cui essa ha bisogno. Paese ricco 1 in virtù non tanto delle ricchezze naturali, quanto d.i un miTa– bile equilibrio politico e nazionale, la Svizzera è un paese naturalmente con– servatore, nel quale uomini cor~e Ni– cole, il famoso !eader dell'estrema si– nistra elevetica, hanno sempre raccol– to più motteggi che insolenze e più in– solenze che suffragi. Proprio a questo spiti to . di democrazia conservatrice si deve se nel novembre 1918, quando i bolscevichi ricorsero spietatamente alla soppressione degli avversari per poter– s1 mantenere. al potere, la Confedera_– zione elvetica :i,uppe ~i .rappol'to dd– plomatico con la repubblica dei Soviet, ostinandosi poi a non riconoscere il go– verno sovietico ancora per moltissimi anni, quando ormai esso era stato rico– nosciuto de ;ure da tutte le maggiori potenze. Ancora nel 1934, quando alla Società delle Nazioni si discusse per l'ammissione dell'U.R.S.S. - ammis– sione voluta dalle grandi potenze occi– dentali per contro~ilanciare l'uscita della Germania avvenuta nell'anno precedente - li consigliere federale Gi.'Useppe Motta, capo del dipartimento politico (Ministero degli Esteri) elveti– co, osò pronunciarsi apertamente con– tro tale ammissione. A questo episodio e a quello SUC(:es– sivo del dicembre 1939, quando in se– guito all'attacco sovietico alla Finlan– dia l'Unione Sovietica venne espulsa dalla Società delle Naz.lonti,si dovette l'ostllltà russa a r,iprendere le relazioni diplomatiche con la Svizzera, quando questa, nell'estate del 1944, finalmente si piegò a tale passo lmpostole chiara– mente dall'evolversi del conflitto. Ta– le ostilità fu allora resa pubblica bru- talmente dal Governo sovietico con una dichiarazione nella quale velljiva -af– fermato che alla Conferenza internaz.lo– nale per l'aviazione civile di Chicago l'U.R.S.S. non intendeva partecipare af– finchè l suoi rappresentanti non si tro– vassero a dover sedere vicino a quelli dei « go~rni reazionari e protascisti d1 Spagna, Portogallo e Svizzera ». L'al– lora capo del Dipartimento politico, Pilet-Golaz, messo direttamente in cau– sa dagli attacchi della stampa sovietica e della stampa svizzera di sinistra, si vide costretto a rassegnare le dimissio– ni; av.venimento questo senza preceden– ti nella politica svizzera, caratterizzata dalla massima stabilità di governo. L'ostilità sovietica alla ripresa delle relaz.loni diplomatiche importava ben gravJ .consegue.nze per la Confederazione elvetica: essa esdludeva ogni possibilità che la Svizzera fosse ammessa all'O.N. U., o anche soltanto ape organizzazioni tecniche da questa dipendenti, e soprat– tutto che l'O.N.U. o s:ue filiazioni po– tessero venir stabilite a Ginevra, l'uni– ca città europea che possa aspirare, gra– zie all'esistenza iri' essa degli edifici ne– cessari, ad accogliere degnamente e comodlamente la n.uova organi~azione. L'evoluzione generale degli avveni– menti mondiali e la sagace diplomazia del nuovo cap_o del Dipartimento poli– tico, Max Petitpierre, hanno fatto ri– guadagnare alla Svizzera gran parte del terreno pérduto. Le relazioni diplo– matiche con l'U.R.S.S. sono state ripre– se nel settemt>re scorso, dopo però che già dal marzo uno scambio di lettere tra i due governi aveva annunciato al mondo l'intenzione di scambiare rap– presentanze diplomatiche. All'incirca nello stesso. periodo l'Unione sovieti– ca, che col voto suo e deg1· Stati del blocco slavo aveva deciso nella Confe– renza preparatoria dell'O.N.U. tenutasi a Londra nell'autunno precedente che la sede della nuova organizzazione mon– diale fosse insediata nel territorio degli Stati Uniti, cominciò a mostrarsi favo– revole al trasferimento della sede del- 1'O.N.U. a Ginevra. Questo nuovo atteg– giamento sovietico permise alla diplo– mazia svizzera di avviare trattative col segretariato generale dell'O.N.U., tratta– tive conclusesi nella prima decade di ottobre con un progettato scambio di lettere che prevederebbe l'insediamento nella città di -Calvino di alcune delle principali organizzaz.ioni d!pendenti da1!' O.N.U. e di un Centro etlll'opeo del– l'organizzazione stessa. IL PROCESSO DI ZAGABRIA ,La recente condanna dell'<i.I'civesco– vo di Zagabria Aloysius Steplnilc ha suscitato' naturalmente un'iµfinità di commenti nella stampa mondiale. E' difficile poter giudicare sul mer,to del– le accuse mosse all'alto prelato croato dal tribunale del popolo di Zagabria da.vanti al q'.lale egli ha dovut., !"umpa· ru·e con molti altri sacerdoti e cnn coi· laborazionistl ustascla. Quello che è certo in ogni caso - ed e altamente indicativo di. :una situazione pa1ticol.t– re·- è che in nessun altro p~ese si so– no avuti processi di alti dignitari eccle– siastici, benchè non si possa <'e1 to sup– porre che dappertutto e sempre essi si siano comportati con la mass:ma fer– mezza nei riguardi dei Tedescni inva– sori o dei governi dai Tedeschi lnst.au – rati. Ciò sta evidentemente a dimostra– re che solo in Jugoslavia l'ostilità .tra comunismo e cattolicesimo ha potuto sbocca!'e nel, tentativo di uno dei due contendenti di schiacciare l'altro. Biso– gna infatti tener presente che il pro– <:esso dell'arcivescovo di Zagabria tien dietro <\ numerose e diver,e misure di ostilità da parte del governo d; Tito nei r~guardi deNa Chiesa cattolica, A vo- 1er prospettare tale contrast , nel qua– dro di una trad!zionale ostilità fra or– todossia e catollcesimo si potrebbe ri– cordare come da alcuni anni la po!itl– ca sovietica nei riguardi della Chiesa <j.odossiae .cattolicesimo si potrebbe ri- 5e'llbra ora serv1rs; di ess, ~econdo il metodo tradizionale del 1 panslavismo zarista. Se poi tale contrasto lo si vuo– le inquadrare invece in quelln ancora più vasto t~a il mondo slavo e il mon– do occidentale, si potrebbe osservare che il .processo Stepinac ha avuto luo– go dopo l'incidente dell'abbattimento dei due aerei statunitensi che diede luogo nello scorso agosto all'aspra nota americana al governo jugoslavo e ha preceduto di poco la chiusura dell'uf– ficio d'informazioni americano a Bel– grado. Se Si tien poi presente come il nunzio apostolico :n Jugoslavia sia ora un prelato americano e che alla condan– na di Stepinac il Vaticano ha creduto tli rispondere ricorrendo all'arma ormai spuntata, ma puramente simbolica della scomunica nei riguardl di tutti coloro che hanno concorso direttamente o in– direttamente a tale condanna, sarà. fa– cile rendersi conto che il processo d: Zagabria va inserito in una situa– zione politico-religiosa di ostilità fra occidente ed oriente di cui non man– cheranno in avvenire altre e forse an– cor più gravi manifestazioni. LO STATO MODER o edito dalla S. A. ltUSSO EDITORE - MILANO Via. Mera.vlgll 7 - Tèletpno 81-971 Direttori: M-arlo Paggi e Gaetano Balda(:(:! Vice Direttore: Antonio Basso Redattore Capo: Arturo Barone Redattori: V. Albaslnl Scrosati, Ma- rio Boneschi, Enrico Bonomi, Li– bero Lenti, Giuliano Plschel, Um– berto Segre, Sergio Solml, Cesare Spellanzon. I manoscritti non si restituiscono ReaponaabUe: GAETANO BALDACCI Autortuulone N. 1S • P.W.B. Stablllrnento '111.~atlco: Vda Senato, 38

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