Lo Stato Moderno - anno III - n.18 - 20 settembre 1946

i 416 LO STATO MODERNO tata nel senso concrel'O delle cose, senso che è una delle forze maggiori dello spirito anglosassone. Non vi è fogge di qualche rilievo che non leda ,interessi economici o politici. Non vi sarà ,legge che fa passione di . parte o il gretto interesse ,privato, -sempre ostile allo Stato, non attaccherà con .J' ausilio del sottile ed :ingegnoso -spirito giuridico dei latini. La vita politica itaiiana avrà un centro di gravità im– preveduto: fa Cor.te oostituzionale di giustizia. Essa sarà in definitiva l'organo supremo regolatore de1lo sviluppo legi– slativo del paese. Se i giudici fossero degli dei, e il diritto una cosa chiara e certa, tutto ·questo sarebbe bellissimo. Ma poiohè gli uomini, anche i più saggi ed indipendenti, sono uomini, ed appunto in quanto saggi devono avere il senso dell'opportunità, è chiaro che il giudizio sarà essenz-ialmente politico e non giuridico. E poichè il diritto è la mater.fa opi– nabile per eccellenza (un testo ed un ragionamento si tro– vano per qualunque <verità),-Hdiritto sarà uno strumento di deteriore lotta politica. ll diritto sarebbe un pretesto, in ll"ealtà sarebbe in di– scussione i'l merito della ilegge, e cioè la sua ,portata poli– tica. Si avrebbe della politioa sotto la maschera della giu– \ stizia. Si aoggiungano ie difficoltà di _reclutamento dei magi– strat'i .dcli.a Corte Suprem'a; giudici .di carrie'ra, d)l'Oress<>ri universitari, uomini ,pol:itici. Ogni soluzione ha i suoi gra– vissimi ,inconvenienti. I risultati delle due esperienze americane ed europea ci dicono _che, dove funziona, il sistema del controllo giudi– ziario di costituzionalità si ll"•isdlve in un esame ,politico delle leggi in senso conservatore, soprattutto in materia sociale, mentre non costituisce per nulla una barriera contro gli ar- .bitri dei governi e delle assemblee. I risultati delle due ,esperienze americana ed europea ci nizzare il çontrollo stesso come <revisionepoaitica delle leggi, senza infenzione di difesa dello Statuto, perchè la materia mal si presenta ad un !ìemplice esame giuridico. In Italia abbiamo una istituzione antica, sdlida e prezjosa: la Corte dei Conti. Essa ha esercitato un'opera preziosa nel cont>roHo di ilegalità dell'amministrazione della legislazione. Uscita dal fascismo, essa è l'unica delie istituzroni centrali che nell'u– niversale infuTian-edell'arbitrio sembra aver ritrovato la fer– mezza e .Jo spirito degli antichi tempi. Questa è una istituzione che noi dovremmo vivificare e ammodernare, invece di !ìeguire fa moda dei modelli ame- ricani. MARIO BONESCW L'ACCORDO DE' GASPERJ • I ' - GRUBER I/accordo De Gasperi-Grnber relativo all'A!lto Adige, fir– mato a Parigi ~ 5 settembre, è il primo accordo politico del– l'Italia .democra1Jica,e forse anche il primo concluso in Eu– ropa fra paesi non appartenenti al gruppo dei vincitori. Esso ,tende a -risolvere una vecchia controversia territoriale fra Ita– ~ia e Ai1.15tria, cioè rmo dei tanti problemi europei lasciatici in eredità dlaillaprima guerra mondialie. Esso merita pertanto un -esame un po' ,più att'ento di quànto sia stato futto sino ad ora, in relazione alla part'icolare situazione itafo-:austriaca ed aJla situazione europea. L'-accordo d:el 5 settembre è giunto a « risolver~ » il pro– blem'a altoatesino nel suo ~to intemazionale, dopo che i quattro ministri _degil:i .esteri de'l!legrandi ,potenze avevano ,per ben tre volte confermato all'Ita:lfa il posseS!ìo dell' A!lto Adige: fa ,prima volta, in linea .di m'a'Ssima, a -Londra nel settembre 1945; la seconda e la terza ,volta a .Parigi, i 1 l 30 aprile 1946 e il 24 ,giugno .1946. Non .'iOlo .era stata confermata la decisione del ,trattato di_San Germano, eooluclendo pert'anto l'a po15sibilità di ,un ,plebiscito, ma erano .state anchie scartate le minori ret– tifiche .di frontiera .. Non ,-9i ,può d:ire .che .con questo l'Alto Adige fosse de– finitivamente scomparso .dal novero dei problemi .intern'azio– nali. Lo impedivano !'-atteggiamento del governo austrìaco e dei separatisti aitoat'esini, l'austrofilia di larghi ,gruppi politici e di .paTte dell'opinfoll'e pubblLica ingl~e, e in buona p'aTte anche !"insipienza degli iralian'i. Ma m ,sostanza, ponendo niente ai criteri che iPTesiedono aHa .redazione dei .trattati di paoe e al valore decisivo delle deliberazioni delle quattro grandi (l)Otenre, la ,questione, da! ,punto .di vista faternazion'a•le, poteva djrsi sistemata. Ne ahb~lamo conferma nel fatto stesso della concl'I.ISionedell'oacoordo, .ai quale l'Austria non si sarebbe decis-a se la situazione avesse ancora ofiferto quakhe possi– bilità a,J suo gioco diplomaitico. E oe :lo dicono esplicitamente · in una loro .diclria,razione i .s'ignori Volgger e Ouggenberg, delega:ti a Parigi del Siidtiroler Volkspartei, ohe nessuno ohe li .conosca 'può chiamare proclivi al pessimismo: « Dopo .chie la ricmesta di autod'eclis1one era stata respinta daHe quattro grandi potenze ed evidentemente non era possibile alcuna Speral17Ja di revisiO'll'e .di taie .decisione, i rap~entanti del popolo sudtirolese hanno ri,volto tu~ti i loro li:forz'iad ottenere per la loro terra una autonomia radicata .nel trattato 'di pa· ce... ». (Dowmi.ten, 10 settembre). Lo .'itesso ,progetto 1 di -trat-taitodi ,P'ace per l'Italia impone al nostro paese (art. 14) fob!blligo di riconoscere anche alle minoranze viventi scl territorio ita!fano « il ,godimento dei di– ritti dell'uomo e delle libertà fondamentali»; per quanto ri– gua-rd'al'A'l.lstria, l'ob'l:J'ligo .(aTt.10) .di concludere accordi con 1o stato confinante .« per gaTan't!iTe ìl libero transito di pas– seggeri e di merci fra il Tirolo settentrionale e quello me– rid:iona4e ... ». Questo e n'iente .ail<tro. Ora, non dico che l'Italia _dovesse fe,rmarsi qllli e consi· derare sod.dwfacenre la sdluiion-e del :problema data dal -trat– .tato di pace. Essa non si era fermata a qucl, ,punto, nei con· fronti della popolazione allogena, programmando ed elabo– :rando uno statùto della minoranza sufficienl'e a.d appagare le •legittime aspirazioni di ,questa, come av'ev,a3iPpagatole ,grandi potenxe ,cui era sbato illustrato; e nei riguardi dell'Acustria po– ·tev'a,giustamente procedere a negoziare ,quellleintese che, p'ar– tendo dal,Jo stato di fatto inremazionale, rafforzassero la si– tuaziqne creata dal trattato e dalla nostra politica in.terna in relazione all'Alto Adige. E' perciò certamente da lodare il pre– •sidente De Gasperi per ,aver ,dlisousso coi rappresentanr_i della Austria il problema altoatesino e cercato di giungere ad una durevole sistemazione dei rapporti tra i due paesi. Il risul– tato di ,questi contatti è !'GCCordodel· 5 settemb-re. Con que- .sto -documento il governo italiano si dmpegna, nei confronti del governo austriaco, a tenere un certo comportamento verso la minoranza aJtoate&ina ed a regolare qualche arltra questiooe ant.eressante i ÒU'e 1P11esi. 11 governo a'lk'>triacopren9e atto di questo impegno e, .medfante Ja firma del .suo rni.m5tro de– ,gli esreri, riconosce .implicitammte che la frontiera ~ al Bren– nerp ..E' questo .un gesto :d:i reailismo(l)Oliticodeil quarle si tPUÒ 0011" Jode al governo di Vlieooa. Ma i.5arebbe stato certamente auguraMle che anche l'Au· stria aSl>umessequ,alche impegno esplicito e positivo, diohìa– >rando ad esempio ,di ri.nuncioaTeall'oautodecisione, ,pr01111et– tendo di far opera di distenzione <legli animi e di scorag– giainepto 9ei P!OVitn~pij irredentiw, No11 ci urebbe capitato,

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