Lo Stato Moderno - anno III - n.18 - 20 settembre 1946

' tO STAfO MÒDÉRNÒ 427 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA tN MARGINE ALLA COSTITUENTE C'è anche la Costituente, cioè c'è dn gestazione un lavoro costituzionale, al . quale si rivolge l'attenzione pubblica più avva:..ùt.a, c'he non si lascia tutta di– strarre dalla pur im'.Po,rtantis&ima que- . stione di definire in qual misura ia « plccola crisi » sia di fatto una crisi grossa. Ora, Jn tema di Costituente e di Costituzione. si riprendono in ·esame i termini del potere dell'Assemblea, dei compiti del Governo, della dichiarazio– ne dei diritti, del decentramento, del sistema bicamerale, dell'elezione del Capo dello Stato. Su questi temi, sono da segnalare: Anzitutto la valutazione politica del– l'efficienza della Costituzione·: valuta– zione che assennatamente si esprime quando Si osserva che, nella con~untu– ra storica che attraversiamo, la Costi– tuente non ha dietro le sue spalle una rivoluzione che le assicuri una salda garanzia di sostegno nella coscienza pubblica: « Le rivoluzioni, osserva_ Ezio Amadeo {«Costituzione democratica», nella Voce Repubblicana dell'B settem– bre) creano un nuovo assetto sociale, e la Costituente ·eletta ha una jiS'ionomia che rispeccchia appunto il nuovo equi– librio, sa gid dove vuole arrivare e co– me può arrivare. Questo enorme van– taggio non lo può avere la Costituente italiana. come non l'ebbe quella tede– scà del 1919 ». Perciò secondo lo scritto– re « non basta oggi pensare a!la con– feziop.e di una carta costituzionale, non si devono concentrare l'attenzione e le energie tutte in tale elaborazione; 'nè bisogna postergare ad essa i provvedi– menti che soli possono ricostituire nel– la realtd sociale un sostegn,o alla co– atitu.zione di domani. E per -l'effetto oc– . corre: in primo l.ùogo sintonizzare col nuovo regime la burocrazia, le forze ar– mate, la magistratura, la scuola. Certa 'disciplina di caserma, certi libri di te– sto, certo parziale lassismo 'in aule giu– diziarie non devono essere tollerati; co– me ·è Incompatibile la presencm in posti di comando di persone che ebbero a spendere la loro autoritd per 'impedire l'avvento della repubbUca. Non si trat– ta di rimettere in termine l'epurazione; non è il criterio della responsabititd penale o morale che en-tra in gioco, bensì quello della incompatib<ilitd poli– tica e ·della legittimq. difesa, chè porta a provvedimenti di semplice ordine am– ministrativo. In secondo luogo · bisogna salvare, proteggere, promuove1'e la formazione dei ceti medi e della piccola proprietd. Sono queste ~ al.assi di colo1'o che da una modesta certezza economica san.no tra1'1'e il vantaggio di una indipendenza spi,-{tuale; di quelli pe1' i quali la de– mocrazia anco,- prima ,cD! es,e,-e istituto politico è costume. O,-a, il favore di queste classi che sono la linfa dei regimi democratici si deve realizzare risanando il commercio in modo da eleminare le proliferazioni degenerative di ogni specie; restauran– do la potenza d'acquisto della moneta e difendendo il risparmio; perequando l'onere fiscale; ·incrementando la pro– duzione, perchè solo dal suo volume può derivare una discesa del costo del– la vita; e finalmente impostando a so– luzione progressiva ma organica e se– condo criteri di utilitd pubblica e di giustizia sociale, i problemi della ter,ra e 'dell'industria; affin.chè l'uomo non oggetto, non strumento 11,è merce, possa attingere nella libertd integrale la co– stjenza del suo vero essere, e regga al– la ·respon.sabiUtà del suo destino ideale. I costituenti son.o all'opera; ma non si dimentichi che la legge a cui essi attendono sarebbe destinata a scioglier– si eone la neve che cade nell'acqua, se contemporaneamente non si agisce per creare nel mezzo sociale il presupposto delle future norme statutarie, sul quale le stesse possono far presa. Tale il compito del Governo in que– sto periodo di transizione. Se per de– precate disarmon~e o per altro dovesse ridurre l'opera sua ad espedienti inte– rinali che troppo somigliano alle sor– tite di chi è stretto d'assedio, ne risul– terebbe compromessa l'opera medesima della Costituente, minandosi alla base l'efficienza funzionale della prossima costituzione». Poliiticamente dunque il limite e il complemento insieme della Costituzio– ne è dato, secondo l'organo repubblica– no, dall'opera del Governo. Giuridica– mente linvece, secondo il punto di v•ista democristiano, la formula dei « pieni poteri alla Costituente>, è limitata dalla inaccettabilità di qualsiasi prov– vedimento legislativo che intacca « la libertà di parola, la libertà di stamp;i, la libertà di associazione, la libertà di propaganda religiosa » {Lodovico Ben– venuti, « Llbertà e Costituente», Popolo, 12 settembre). « Qualora gli autori della contestata formula ci rispondano che la Costi– tuente non potrebbe mai, evidentemen- . te, legiferare in tal senso, allora non Ci resta che invitarli a non parlare più di pieni poteri. Qualora invece essi so– stengano che una tale ipotesi, se pur oggi inattuale ed inverosimile, è però teoricamente amnl.issibile, ed allora noi in.sorgiamo apertamente proprio con– tro il princ,ipio. E CÌò per due ordini di considerazioni. Rileviamo anzitutto che secondo il nostro diritto costituzionale positivo, e più precisamente a norma .degli articoli 24-32 dello Statuto, sono gid stati rico– nosciubt agli italiani ti. diritti politici fondamentali: diritti che ogni cittadino • può considerare in sè definitivamente ·acquisiti in forza della proclamazione di irrevocabilità e di perpetuitd conte– nuta nel preambolo dello Statuto stes– so. Sin dal 1848, in un articolo com– parso sul Risorgimento di que!l'anno, Camilla Cavour illustrava il senso di tale irrevocabilità: la quale andava ri– ferita aii nuovi prin.ciPi sanciti dalla Costituzione, come punto di partenza verso sempre più ampie e sicure liber– td. Quindi, se l'attuale Costituente. ri– petendo le gesta del fascismo e 'della monarchia, tentasse di violare od an– che solo di rimettere in discussione ta– li prin.ciPi, e di condurre il Paese sulle vie, della involuzione po!itica. e del re– gresso legislativo, verrebbe a mettersi, nonostante ogni parvenza di le11alitd, contro il diritto. Ma v'è ben di più. Prescindendo dal– le norme costituzionali positive, i di– ritti _politici fondamentali 'Spettano a ciascun cittadino « jure proprio»; e cioè indipendentemente da qualsiasi conces– sione o riconoscimento da parte dello Stato. Si tratta di veri e propri diritti pubblici subiettivi che la scienza gius– pubblicisÙi ·(svin.colan.dosi da talune in– #uenze germa,niche) ha definito « di- 1'itti di 1ibertd »: i quali non sono se non un aspetto di quei « diritti intan– gibili della persona umana » che il pen– siero sociale cristiano, nella sua più al– ta e recente elaborazione, ha posto co– me fondamento indispensabile di un giusto ordinnmento politico. E' di fronte a tal; diritti che I poteri della Costituzione si arrestano». - Questo giudizio segna il passaggio ne– cessario e inderogabiùe daJJa mentalità liberale a quella democratica di una co– stt'tuzione: ma è noto che programmati– camente la Democrazia Cristiana, men– tre non dimeilltica i presupposti espres– si da~ Benvenuti, si distacoadaanotoat– teggiamento restrittivo del Partito li– berale. Passiamo infatti al primo punto della Costituzione in gestazione: qui è ve– ramente significaitiva l'istanza libe– rale di una dichiarazione dei diritti (v. l'art. di questo tlitolo di Guido Astuti, nel Giornale del 7 settembre) che con– fermi la mentalità garantistica delle Costituzioni classiche, e non indulga ad enunciazioni di JJibertà sociali che han– no, a dire dell'Astuti, un valore essen– zialmente programmatico. L'articolo dell'Astuti è uno schietto documento di ispirazione conservatrice, che rimane naturalmente bene al di qua della men– talità, almeno, della Carta Atlantica (per tener lontano il monstrum della 'democrazia progressiva), e che conside– ra le libentà sociali come :fatti mera– mente «umanitari>. Qualunque non marxista, come Si trovano ad essere i redattovi di questa rivista, non può stu– pire di un linguaggio che si fonda, certo, sullo S~tuto Albertino, ma ignora che in quello stesso anno 1848 il mondo ha

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