Lo Stato Moderno - anno III - n.17 - 5 settembre 1946

LO STATO MODERNO 393 La crisi del separatismo siciliano La crisi del separatismo •siciliano è uno degli aspetti più interessanti della vita siciliana di questa dopoguerra. Andr~ Finocchiaro Apri'.e, nei <5U'Oi discorsi, nei s~oi ar– tico!i e nel:e sue innumerevoli interviste, ha sempre cercato di centralizzare la situazione e il travag!rt> siciliano intorno al separabiSl_llO, cioè a dire intorno ad una precisa speculazione po!itica, maturatasi dopo l'invasione anglo-americana. Il gioco andò bene finchè l'equivoco potè reggersi col bluff politico e su:Ia buona fede dei sici:iani i quali erano sinceramente convinti che gli Alleati appoggiavano materialmente e moral– menie il movimento. Fallì quando fu palese 1o sforzo del M.l.S. dì forzare gli eventi, ricattando sia il Governo italiano con la minaccia dell'aperta disubbidienza civile (il discoiso pronunziato da F~nocchiaro Apri'.e il 3 febbraio 1944 al Té'a– tro Massimo costituisçe uno dei documenti più drammatici di questa minaccia); sia g:i Al!eati ai quali veniva prospet– tata l'imminenza deH'insurrrezione armata del separatismo, insurrezione che avrebbe avuto certamente immediate riper– cussioni nella penisola ed avrebbe anche turbato la pace del Mediterraneo. · In realtà i capi separatisti si erano illusi che g!i Al'.eati avrebbero avanzato precise riven<licazicmi mediterranee, muti'.ando l'Italia proprio attraverso l'acquisto di basi in Si– ci:ia e in Sardegna (in Sardegna sorse per riflesso un partito separatista). Essi pensavano di potersi valere di questo per imporre una revisione del patto unitario sancito. dai plebisciti del 1860: richiamandosi non 1SOlo a!la protesta economica ·e sociale per l'ingiusta distribuzione deHa ricchezza nazionale e per lo sfruttamento fiscale a cui il Nord aveva assoggettato il Sud con l'esperimento d'accentramento unitario, ma anche alla tradizione nazionale sic.iliana, ricca di storia civile e di pensiero pdlitico, che abbiamo viMo impersonata ,dall'aristo– crazia IMifondista e ·dal!a grossa borghesia isolana. Tale re.vi – sione. per i separatisti, poteva e doveva avvenire a mezzo di un plebiscito popolare. controllato dar:di Alleati, in base al diritto di libertà proclamato dalla Cartn Atlantica. Questa fu infatti. dal 23 lue:lio 1943, <lata in cui fn ore:i>ntato il·memo– ria!e. ad Alexander, fino al:'arresto di Finocchiaro, avvenuto il• 1° ottobre 1945. l'ins'istente ri<'hie•ta av:,n7,ata dal M.T.S. attraverso una diecina di memoriali, di aopelli, di note ai Go– vetni e alle oersona'.ità a!leate. nonchè ·alle conferenze uffi– ci~li dere Nazioni Unite -o dei rappresentanti de'.!e grandi Pgten7e, come a S. Francisco, a Potsdarn, e a Londra. Da cfò ebhe oriirine I'accu~a di tradimento mossa dai partiti uni– tàri a Finocchiaro e a:I M.I.S. e. fatalmente. la ragione stessa de!J' arresto dei capi separatisti ordinato da Farri. C'è a questo proposito una ,considerazione da fare, la Qu11leha una partico!are importanza per la definizione del . prob:erna separatista risnetto alle influenze e ai reali contatti cÒn.l'estero. Perchè il Governo ita!iano non agì prima? Era leya·lè e democratico l'ordine di arresto soiccato da Farri a carico di Andrea Finocchiaro Aprile, di Antonino Varvaro e di, Francesco Restuccia? Potevano g'.i uomini del M.I.S. es– ~Brfl 'cnnsi<lerati e trattati alla stregua di traditori de1HaP'l– tria? Noi abbiamo risposto altro\le a questi interrogativi, e fin dal giorno in cui fu comunicata la notizia deU'arresto rite– nemnio che il Governo, per ragioni non del tutto imputabili, per la verità, ag'.i uomini che avevano diretto la battairlla an– tiseparatista, non avesse definita la ragi-vne chiara, esatta, le– gale, inoppu)?nabi:e del pro'(Vedimento, ma avesse invece creato una raJ?ione di eouivoco d~l h1tto favorevole ai sepa– ratisti. Se effettivamente i tre <:api del M.I.S. erano da con– siderarsi traditori - e non c' eta motivo alcuno per non con- sider~rli tali - essi dovevano essere giudicati, per direttissi– ma, in base a:le leggi del:o Stato non ancora abrogate. L'as– segnazione al confino di polizia equiva:se invece. al pieno ri– conoscimento che non si procedeva contro traditori, ma con- ' tro avversari politici. E siccome non era stato possibi!e agire prima, c'erano mil:e ragioni evidenti per pensare che il Go- • vemo non avesse agito, per l'intervento· e le interferenze di chi era interessato a mantenere in vita il separatismo e fa sua specu:azione. E chi poteva avere ta:e interesse? I lettori ricorderanno che l'arresto di Finocchiaro coin– cise con il Convegno dei mnque minisl!ri degh Esteri (set– tembre 1945) ed esattamente con il ritorno di De Gasperi da Londra. Ai ministri degli Esteri il M.I.S. aveva indirizzato e fatto pervenire un memoria!e in cui ,si delineava per l'enne– sima YO'.ta la storia e il carattere del dissidio Sicilia-Italia e si invocava l'intervento deg:i A:Jeati per il p'.ebiscito. li me– moria;e fu accompagnato dall'avvertimento ufficioso che i se– paratisti sarebbero passati ail'azione armata esattamente il 15 . ottobre 1945 con la mobilitazione totale dell'E.V.I.S. ~em– bra che gli ang'.o-americani, i qua'.i si erano per il passato limitati a giocare d'astuzia con i separatisti, dep:orandoli sul .,_ piano de11apolitica ufficiale, ma incoraggiandoli sotto sotto, abbiano questa vd'.ta preso sul ~erio la minaccia, tanto più che la radio c:andestina dell'E.V.I.S. andava svolgendo effet. tivamente una vio'.enta campagna contro l'Italia, invitando tutti ,i funzi-onari a ,dimettersi èntro il 15 ottobre se volevano aver salva la vita. L'insurrezione siciliana non conveniva as– solutamente nè all'Inghilterra nè agli Stati Uniti in quel mo– mento, dato rurto di interessi che si andava precisando tra queste due Potenze e la Russia. Era chiaro che l'insurrezione siclliana avrebbe dàto ai comunisti la possibilità di mettersi al'.a test~ de:Ja reazione antiseparatista, dirigendo la guerra civile, è'tentando eventua'.mente un co:po di stato a Roma. Questo avrebbe significato accre<5cimento dell'influenza russa nella ·penisola a tutto svantaggio dell'influenza anglo– americana. De Gasperi fu -dunque presumjbi!mente pregato di recare a· Farri l'autorizzazione al'.eata a procedere contro g:i e$ponenti separatisti per ridurli alla. ca!ma. n resto è noto. Ma vien fatto di chiederci ancora: prima. del Convegno di Londra che cosa ,avevano fatto, che _cosaavevano pensato gli Al:eati in favore del separatismo siciliano? Ci sembra di aver capito, attraverso lo studio attento de!la questione, che g!i Alleati temessero costantementè, come un .pericolo incom– bente sull'Itail:ia e sul Mediterraneo, un colpo dj stato comu– nist,a a Roma. Poichè questo timore non era infondato del tutto (in que: tempo il The American Mercury pubblicava wia clamorosa inchiesta sulle manovre claf\destine dei comu-. nisti italiani in vista del co'.po di stato e del!a rivo:uzione ne!la penjsola), essi intendevano assicurarsi la possibi'.ità .di una pronta rivallìa giocando la carta siciliana, cioè a dire aprrendosi la via dell'occupazione militare e poHtica dell'Isola, non neF.a veste odio~ di invasori, ma nella veste di amici dei. Sicl:iani e di sostenitori dei diritti de:la Carta Atlanti– tica a cui ie popolazioni dell'Isola mostravano di appe:larsi, attraverso fa richiesta separatista. Questo giuoco presuppo– neva che FinocchiarQ stesse tranquillo, i'. che non fu; e chi ne subi le cqnseguenze piuttosto spiace:voli fu lo stesso Fi– noochiaro, insieme ai suoi amici, re'.egati a Ponza a medi-. tare che .cosa signific~ -minacciare di mettersi .alla testa dei ,:nccfoffi senza il permesso dei signori fuieati! Evidente– mente in quel tempo Finoochiaro non era forte in istoria e non ricordava che le rivoluzioni indipendentiste ·siciliane fu-

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