Lo Stato Moderno - anno III - n.17 - 5 settembre 1946

392 LO STATO MODERNO chiesta al corso esistente, fino all'esaurimento delle disponi– bilità dei rispa1mia'tori. Evidentemente costui sarà in gràdo di mantenei e inalterato il corso delle azioni e scoraggiare i· risparmiatori anche prima che abbiano esaurito ogni loro disporubilità. Potrebbe, è vero, esservi la convenienza a tramutare i dollari in oro per poi esportare quest ultimo, ma qui ancora torna a proposito un'osservazione del Keynes di oltre ven– t'anni or 1 .sono e purtroppo sempre attuale, nel suo libro già citato: « 1 prezzi in dollari dovrebbero aumentare di molto prima che gù impoveriti clienti dell,America, che sono affa– mati di me1ci vere e proprie e non sanno che farsene dello sterile metallo, la liberassero di un miliardo di dollari di oro invece di comprare delle merci ». Ora gli impoveriti clienti dell'America sono assai più mal ridotti che nel 1924 e avrebbero quindi ancor minore probabilità di divenire acquirenti del suo oro. 1 detentori di dollari, se ne temessero un crollo deciso, che è da esclu– dere, potrebbero, è viero, oltre certi limiti, avere la conve– nienza a converu,rli per tesaurizzare l'oro. Ma la realtà più probabile, richiamando ancora la situazione prospettata nella prima citazione del Keynes fatta più addietro, è che la sva- lutazione del dollaro, nei limiti entro cui sarà contenuta, ' trascini nehla ,propria scia, suha china del deprezzamento, 1· oro stesso. Gli Stati Uniti l~a·nno co.ptinuato a comprare oro; solo in tal modo mantenendo inalterato il rapporto fra oro e dol– laro, ma in questa maniera hanno irrimediabi<lmente legato le sorti del pnmo a•lsecondo, ed un ribasso del dollaro non potrà che comportare un ribasso dell'oro. • • Considerato il probabile atteggiamento dei paesi e va– luta sana nel caso di una svalutazione del dollaro, osser– veremo che le nazioni come la nostra, stremate· economica– mente e con la moneta instabile, non possono che assi6tere spettafrici,, ed attrici loro maigrado, al lungo dramma del dQpoguerr.a. ~i deve confidare che l'abilità e la saggezza dei go– vernanti degli Stati Uniti, sappiano e possano evitare, nel– l'interesse del loro popolo e delle altre nazioni, che il fe. nomeno abbia ad aggiavarsi. Le reazioni violente che se– guono alle svalutazioni monetarie, harmo già sufficiente– mente scosso, anche .dopo questo conflitto, le già malferme basi sociali ed economiche di quasi tutti gli stati europei. GUSTAVO PREDAVAL LE DIMISSIONI DI CORBINO Nessuno più <id Corbino sa che i provvedimenti presi qualche gwrno fa (impOll'izi011edi un tributo pari al 25 per cento cw..a quota ai rioo.wtazwne in occaswne degli aumenti di capitate ec:tobbligo ai rpreventivo deposito ael :.:!;J ,per 1Cento per gti acquisti 'ai azioni in })orsa) ,per ia cosiadeita d1tesa della tim sono dei palliativi, buoni per i gonzi che ci cre– g,ono. Nessuno più di lui lo sa: eppure anch egli, prima di dm-e /,e dimisswni, in •articu.o mortis, l'i ha idus,trati e aifesi. Bisogna.va prop1'io che anch egli sacrificasse alla dea « de– magogia». Almeno il sacrificw 1osse propizio aUa difesa della mo11eia che scivota ..verso l mf,azione. Ne auoito, invece, assai. C'è un vecchio rpMag011e,tan~ ooltie usato, per casi di questo genere. La nostra moneta è malata: la cosiadetta spe– culazione, che fa aumentare i prezzi è sole tm \Sintomo de.la malattia. E' Ja malàttia. Si può \Stroncore (?) la speculazior;e, cioè rompere il ,termometro, ma la febbre ci sarà lo stesso, se la malattia non viene ~adicaJmente curata e guairita. Or– bene in lta.ia, govematli come tutti sanno, c'è soltanto vo– g:ia di romper ;termometri. N &su.no pensa, invece, a gua– rire la malattia. U cancro e/te rode Ila moneta non è affatto la specula– 'zione, la quale non è altro che previsione, che anticipazione di eventi. E' il deficit pauroso· del bilancio statale. Lo, Stato ha bisogno di denaro, di molto denaro. Durante l'esercizio 1945-46 il, d,isavanzo è stato di 350 milill3'di di lire. Nel 1946-47 si preannuncia un .disavanzo .di 550 miliardi. Come si vuole sul serio che si abbia fiducia nella moneta in queste condizioni? lii disavainzo statale, al quale sinora si è prov– veduto con pezze e rattoppi è, purtroppo, quello che .dà esca 'alla speculazione. I prezzi ,dei titoli azionari, delle merci, delle valute straniere sa!gono anche IPerchè i risparmiatori, i detentori di capitaJi liquidi o facilrnente liquidabili, tenendo d'occhio lo sbilancio, prevedono e temono ,che U torchio della moneta· ripr.enda presto a funzionare. E agiscono di - con– seguenza. 11 tentativo di frenare la speculazione inflazi011istica con prcvvedimenti anal.oghi a queJli qui commentati è perciò destinato alJ'insu.ccesso. La ,cura della malattia, per elimi– nare /a febbre, si ha ~o~oponendosi ad un salubre regime di riordinamento burocratico e di appianamento del congegno fiscale. ll ministro Scoccimarro, che deve aver gongo.atio di gioia qu.anoo ha appreso le dim.issioni di Corb1no, ha pro– prio la coscienza tranquilla? ln fin dèi conti da un ianno e mezzo reg~ le Finanze. Ma le entrate fiscali sono sempre ad un ilivooo irrisorio. Ci pensi dunque: e senza tante fisime innovatrici. C'è un punto del provvedimento trib~tari-0 riguardante la rivalutazion.e dei capitali che ,merita ulteriore commento. La rivalutazione degli impianti industriali, con conseguente aumento di capita.li , non solo era stata autorizzata per mi– glwrare Ja situazione delle imprese, soprattutto ai fini del– l'ammortamento, ma anche e soprattuPto per agevolare l'af– flusso di denaro fresco ,zlle imprese. Le imprese soffrono di deficienza di capi.tali, sia (Perchè .erosi aatl inflazione, ~ pe11Chèimpiegati a ,pagare salari ad operai improduttivi, sia perchè serviti a ricostruire impianti fissi distrutl;i doJla guerra e cnon risarciti daUo .Stato. e· è da temere, quindi, che il provvedimento freni ,gli aumenti di capitale e smorzi, di conseguenza, la ripresa produttiva. Il provvedimento è criticabile anche dal punto di vista strettamento fiscale. Rivalutando gli impiànti le impresie 11011 « guac:tagnano »; pongono solo in chiaro, in parte, il vero valore comenle degli ,impianti. Colpendo con una imposta le quote di ~ivalutazione si viene in sostanza a g1rel.evarein modo irrazionale e sperequato una parte del capitale delle società. E senza che si sappiano i termini della legge sul– ['imposta straordinaria sul ,patrimonio. Concludendo: ostacolando l'afflusso di mezzi finanziari alle imprese, lo Stato frena lo sviluppo produttivo. Riman– giandcsi un p~ovvedimento legislativo apperia ipreso si turba la coscienza giuridica ~ risparmiatore. Imponendo la mo– netizzazione di ingenti somme, incorporate neg/.i impianti fissi, per pagare til nuovo tributo sostanzialmente si spinge ali' inflazione. Voglio sperare che questi fatti siano te,iuti presenti nello studiare le modalità di pratica app!ioazione di provvedimenti presi ab irato. L. L.

RkJQdWJsaXNoZXIy