Lo Stato Moderno - anno III - n.17 - 5 settembre 1946

L O S 'l' A T O M O D E R N O 397 non è uno spettacolo, è una arena di battaglia, nella quale, cietà. La necessità di questo triplice progresso essendo più quanti hanno a cuore -il Giusto, il Santo, il Bello devono urgente per le classi operaie, ad esse anzitutto devono es- compiere, soldati o capi, vincenti o maittiri, fa loro parte » sere rivolti i benefici della rivoluzione». E di fronte al « sa- (ibid., p. 258 sg.)· Poohi mesi prima, in un articolo Sulla Ri- lire inevitabile, provv.idenziale degli uomini del Lavoro», voluzione frarn;ese del 1789 (ibid., p. 235), scriveva: « Le ammoniva: « Il problema è gmve, dicono, perohè è minac– idee governano il mondo e i suoi eventi. Una rivoluzione è il cioso... li problema è non solamente grave ma santo, e prima passaggio d'una idea <I.allateoria alla pratica. O!.i ~nteressi condizione per meritare di. risolverlo senza crisi violente è materiali 111On hanno mai determinato, nè determineranno mai, il sentirlo tale, e l'affacciarsi ad esso non col senso di paura cheochè altri abbia detto e dica, una Rivo1uzibne. La mi- che nasce dalla minaccia ma col palpito di speranza che vien seria, 'la condizione rovinosa delle finanze, i tributi comunque dall'amore .... (Il moto delle cl:assi artigiane e il Cong,r~so, g~a,vi,o inegual,i possono suscitare sommosse più O· meno voi. CVIII, pag. 3 sg.). minacciose e violente; non altro. Le Rtivoluzioni hanno sor- Con uguale vigore, ,però, egli combatteva il socialismo gente d_all'anima,,dall'intima radice della vita, non dal conpo, marxista, non solo perchè in esso vedeva con O11Tore la nega– dall'organ:ismo. Una Religione o una Filosofia stanno alla zione di Dio e della legge morale, fa riduzione della que– base d'ogni Rivoluzione». stione sociale a questione d'interessi e di forza, il discono- In questo primato dello ~pirito, in questa riconosciuta scimento della nazione. (Agli operai itraliani, voi. CVII, p. 305 sovranità della legge morale i valori apparentemente contra- sgg.), mà anche p=hè la proprietà collettiva sopprimerebbe stanti trovano ila loro sintesi, gli interessi collidenti trovano la _libertà del lavoro e, dando a pochi uomini « accèssibili la garanzia di una pacifica "'.lffermazione e insieme il limite all'egoismo, alla 5eduzione, a tendenze arbitrarie, l'ammini- oecessario: « Libertà e Associazione, Coscienza e Tradizione, strazione d'ogni proprietà, ricondU11Tebbe sott'altro nome tutti Individuo e Nazit>ne, l'io e ìl noi, sono elementi inseparabili i cittadini al sistema del salario » (Agli operai italiani, volmne della umana natuTa, essenziali tutti al suo sviluppo ordinato. CVII, pag. 312). E altrove: « se, invece di correggere i vizi Soltanto, a congiungerH in armonia e dirigerli aJl'jntento è o modificare lentamente <la oostituzione della proprietà, voi richiesto Wl punto <l"unione superiore a tutti.·. ».·E' il fine, voleste abolirla, wpprirnereste una sotgente di ricchezza, di in cui risiede <la sowanità: Dio, la legge ,del Progresso, la emulazione, d'i attività... Non bisogna abolire la proprietà legge morale. In particolare, il ,sentimento nazionale si spo- perohè oggi è di pochi: bisogna aprire la via ,perchè i molti glia, senza perdere del ·suo calore, di ogni nota di esclusi- possano ,acquistar.la . Bisogna ,richiiarnarla al principio, che la vismo, di ogni tendenza nazionalistica o imperialiistioa: « Ado- rende legittima, facendo si che rii lavoro solo possa produrla ». ro la mia Patria - seriveva Mazzini nel 1861 - perchè E concludeva: « li concetto della Repubblica tende a com– adoro la Pà'kia, la nostra libertà perohè io credo nel Diritto. battere, a scemare progressivamente i privilegi politici o civili La n~iona.lità è per me santa, perchè io vedo rn essa lo dati a una classe, il monopolio, fimmobilizzazione dei capi– strumento de1 lavoro pel bene di tutti, pel progresso di tutti tali, il concentrramento soverchio della proprietà ... tende a La Nazione òeve essere per l'Umanità ciò che fa famiglia è, far sì che, per mezzo dell'associazione e d'aiuti dati dalle o dovrebbe essere per la Patria. Se essa opera il male, se istituzioni, i capitali che fanno possibile il lavoro si trovino opprime, se si dichiara nrissionaria di ingiustizia per un iinte- nelle mani di chi deve compirlo - che il lavoro generi la resse temporaneo, essa perde il diritto all'esistenza e si scava proprietà e la diffonda quindi al maggior numero possibile la tomba... Suprema su tutti i calcoli, su tutte le tattiche di cittadini ... ». (L'iniziativa, ibid. p. 20). umane, vive una legge morale, che i popoli non violano Noii è questa, rben si capisce, una for,mula magica che impunemente ». ' ri.solva di co1po le difficoltà; ma è la indicaz<ione di una via Diciamolo pure: oono accenti ai quali non siamQ abituati, nuova, nella quale avviare il nootro studio e il '11Ostro sforzo. ma che pur 4"ispondono alla nostra ,ansia, alla no.51:raansia Ed è una via _ dicevo - estremamente linteressante, per– di ritrovare un punto d'appoggio, un principio unificatore, chè ci consente di uscire dil dHemma di capitalismo e col- una legge di vita e non di cieco furore e di morte. lettivismo, cioè di non essere obbligati a scegliere tra la 0 0 • conservazione di un sistema, nel quale tutti avverti'amo ormai · · Ma non è soltanto per questa mwalità più spiega~a, per disarmonie moralmente intollerabili e incompatibili con fo questa aperta rivendica2JÌone del primato dello spirito, che sviluppo della democrazia, e un- a-ltro sistema, dhe, al suo il Mazzini mi appare più vicino del Marx ai problemi del primo esperimento di attuazione, è ,sfociato nella dittatura uo.stro tempo. A me pare anche estremamente interessante e che non si vede come possa consentire l'alternanza dei par– l'idea mazziniana della riunione del capitale e del lavoro titi al potere e la stessa esistenza di una pluralità di partiti nell~ stesse mani. (ess~nza della democrazia e gaTan?=iaultima deUa libertà), Giuseppe Mazzini aveva già ben chiara l'idea del celle- di fronte a un governo che disporrebbe non rolo del nor; garnento necessario tra la democrazia politica e quella ohe male potere •pç>litico,ma anche di tutti i formidabili mezzi noi chiarniano democrazia economica, della insufficienza della di influenza connessi alla direzione centralizzata dell'eoono– libertà scompagl)ata da un minimo di benessere e di cultura. mia. E non è qui la sede per approfondire, inoltre, la que– Sono ben 1110te ie dure parole dei Doveri dell'uomo: « la li- stione della poosibilità stessa di un -calcolo economico, cioè bertà di com:orrere per chi nulla possiede, per chi, non po- di una distribuzione delle risorse secondo il principio della tendo r,isparmiaxe sulla sua giornata, non ha d'i che iniziare maggior convenienza, in un sistema di proprietà collettiva ,la concorrenza, è menzogna, come è menzogna la libertà dei,mezzi di produzione e di scambio, in cui è wppresso per 'politica per ohi, mancando ,di educazione, di istruziione. di necessità il meccaniismo del mercato e dei prezzi, almeno mezzi e di tempo, non può esercitarne i dir,itti ». E ,più oltre: quanto ai fattori de1la produzione: al quale riguardo, mi basta « Ma che importano i dfoi~ti riconosciuti a cM non aveva · riccrdaire il recenti.ssimo volume Pianificazione economica mezzi per es=itarli?. ... cos'era per essi fa libertà se non una collettivistica, edito dall'Einaudi, che contiene considerazioni amara ironia? ». Ma forse meno noto ed anche più s~nifica- critiche di vari economisti, dal Pierson al Mises, al 'VOnHayek tivo .è quel che j} Mazzini somveva nel 1862 a Fe~ando e all'Halm, con una perspicua introduzjone de} Bresciani Garrido: « Per· noi non esiste rivoluzione che si.a essenzial- TIJ.III'Oni. mente politica; ogni rivoluzione dev'essere sociale nel senso Convienè, però, subito vedere se alla formula mazzi. che sia suo scopo !a realizzaZ'Ìone di ,un progresoo decisivo niana non si contrappongano altre obbiezioni, per avventura nelle condizioni momli, intellettuali ed economiche della so- .., perentorie. E <la prima ohe si presenta· alla mente è quell'l r •

RkJQdWJsaXNoZXIy