Lo Stato Moderno - anno III - n.15 - 5 agosto 1946

354 dil:tterenze e •a tné {)are non convooga fa'l' dd tutti e rtre IUilO stesso ~io (sen– m ironia, naturalme<n,te). Non è forse ~o dnC'hiodarll, polemioamente si intende ,alle loro promesse democra– tiche, ad loro programmi minori, al loro impegno deI rispetto di una C1!d"ta. li– nea? E non è ,anche 11 caso di :t'aa:e una dist.inz.ione, di caFe che In questo momento soltanto wi certo gioco del partito soc:iaJ!sta può, glollttianamente, porla'l' fuori 1a repubbldca dailla Sellia della democrazia progressiva alla To– gliatti e dalla Cariddi de1lo Stato cle– rJJOaleteorizzato dal professor Gonella? Sarebbe sciocco se cosi dicendo preten– dessi ohe Stato Moderno parlasse come Ontioa SociaiLe, ma francamente ti dii– CO ohe non sono per n.ul: la oonvinto nè de'lla opportunità delJ.a tua m-ltica spi– ritosa ma spietata al partito socialista, nè dell'iironia di Giorgio Diena sulla repubb!ica dei ~ ,partiti di massa nè de11o sbrigativo accenno di Libero Len– ti a1 mito dehla Costituente che sta svanendo. Io temo ohe se ci làsciamo un po' andare riis.pun.td, e sarebbe un grosso paradosso, wi certo clima Po– poto d'Italia prima maniera (qll'ello peT intendersi del!l'esa•!Jtazione dei produt– tori, della 11ibertà indivddua,Jistica of– fesa dahl'ora legalle, eoc. ecc.). Sono na– turalmente ,ben lungi dal raoooman– dare di tog]dere gli otturatori dal can– noni deLI,a polemica politica, soltanto vorrei che i tiri venissero aggiustati in modo da spianare e non da Ingombrare !Il terreno anla repubbld.ca democratica. lil momento è es.sali più ddifficHe di quanto non pensino i diliri,glent!dei par– titi estremlstd e . tra ddsoc.cupazlone, LO STATO MODERNO tmttato di iPardg!, inefficienza deLla burocra2lia, eoc. reoc. v.l sono mille fo– cdla! dJi rperlcolo per la repubbli!.ca e per la ldemocrazia itaJiana. (Non so se tu lo sappia, ma :te lo do come sinto– mo: un certo g,a~of!o milanese ha ot– tenuto in questi g!omd .una posi:ll!one di ,primo piano in .un ,giornale de1la città per vioa di un oatembowr, che non ha nemmeno il pregio dell'jnedito, che egli va sciroppando nei salloUi del:la buona società. « Io non ero !fascista » - ait:timo di mera~lia e di sospensione per chi lo conosce - e sono fascista »). D'altra <parte le speranze di dare al– l'Italia una moderna :formazione di de– mocrarz.ia lawa non si aùimentano con i motti di spirito. Io sono sicuro che tu non :imma,gin.i quanto sia dl<fiusa in Italia l'attitudine a fa.re dello spirito sull-a cosa publfilca. Se tu vdsitassl certe ostel1ie milanesi iuori porta, se ti potessi accompagnare ad una oerta trattoria venezia,na 1!requentata da ar– tigiani, oppure se, .in queste calde :re– rabe estive, potessimo insieme anda,re •ad ,un certo sagrato di una piccola contrada contadina, awesti· modo di sentire sul De Gasperi, sul Togliatti, sul Nenni e compagni !rlz2li ed epi– girammi d'I una ·v,iw.cità e di un ar– zente che n.on sffigu.rano per nu11a nei oomronti dì quelli più riusciti dei gior– nalisti e degli scrittori di opposjzone. La demorcraza laica ha un sollo modo per sperare di atterma~!: qu~o &i dimo– strare che i suoi .uomini sono seri e preparati senm beLlurie, volonterosi ma senza implazienze, convinti delle pro– pr.ie verità ma senza paraocchi dottri– nari e senza dogma,ti.che ~nzi.oni. Bi- sog,nia anclm cll.e questi uomini si deci– dano finail.men.te ,a,ila soel ta su.i, pro– blemi concreti: dire se sono per l'ln– flaalione o per la deflazione o per la stabillizzazione su quota di adattameoto, dire se sono per la distribuzione tem– pesbiva dei ~aw.mi fiscali su tutti 00- aoro che possono sopporlairll, dire come vedono i raro>ort! tra Stato ed econo– mi.oa , dire cosa bisogna ~ per pro– clllrarci quei crediti dal!l'estero che Oorbino dmma1gi111a possano caderci sul– 'le braccia per vJa deg'li automatismi, ooc. ecc. Se gli uomini della demooca– zi,a laica si metteranno su quesa via saranno essi a tornare, come è stori– camente giusto, a Gdolitti, facendone vi,vere adattato <ai ,tempi tutto l'inse- n-to. E se vogliono riuscire do– o sforza,rsi di individuaire, a'l di là de cill schemi dd una critica sin troW>O agevole, tra le tante tendelllle tra le tante ricette, quelle soluzioni dei problemi economici ,politici e so– ciaLi che corrispondono all'dntima ne– cessità e a-ll'dntima volontà del popolo italiano. Essi faranno opera politica, agiranno politicamente soltanto se sa– praamo ~intracoiare le •linee della vo– lontà demoaratioa di tlomaru senza astrattismi, e senza remore di interessi particolaristici. In questa speranza ti saluta il tuo Silvio Pozzani .F\ulbbliclrlamo questa ~ del n<ll9tiro emico e ,c~l,Laiboratore S. IPomJam ove Si OOMe!Sta!lo '8il.cume ~ del no– st?-o ò\<rettore M. •~ c:he, ~. noo può ll1ÌJ9l)(llldere subllto. Creòllamo. n;on m'lln– cherà dd taa«o ral suo riitom.o. E' uscito il numero 7 di LA RASSEGNA D'ITALIA direllada Francesco Flora Il numero contiene scritti di Croce, Bacchelli, Marangoni, Burzio, Borsa, Linati, Fubini, Cordié, Gavazzeoi, Bonsaoti. Richiedetelo • zn tz,,tte le edicole e librerie

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