Lo Stato Moderno - anno III - n.15 - 5 agosto 1946

348 LO STATO MODERNO si sono accorti di aver gettato l'Italia nelle braccia di Santa Madre Chiesà, nè si accorgono che il Paese sta diventando anticlericale. Si cap~ce ancora che le sinistre non possano prendere iniziative di una campagna contro l'invadenza cle– ricale; si capisce l'atteggiamento scanzonato, guardingo e un poco ironico di un Calosso; esse debbono governare con la democrazia cristiana e non possono tirare troppo la corda. L'iniziativa della lotta contro il rinato clericalismo spet– ta proprio a quei democratici che rappresentano le più pure tradizioni del pensiero moderno. Ciò che sta capitando da qualche tempo in Italia senza che si levi la più timida voce di protesta è qualche cosa di inaudito: monache che si alzano le sottane per andare ad ap– piccicare manifesti elettorali; preti che minacciano ie pene dell'infemo dal confessionale e rifiutano i sacramenti a chi non vota per l.a democrazia cristiana; Papa, Cardinali e Ve– scovi fascisti che trattano la politica italiana come fosse cosa di loro esclusiva pertinenza. I nostri padri ci maledirebbero, se potessero vedere dei democratici assistere silenziosi ed im· paurlti allo spettacolo del Papa in persona che dirige ia caro. pagna elettorale nel nostro Paese. Se proprio i! necessario, gli ltaliani riproveranno il gusto di essere governati dai preti. Tutte le correnti politiche hanno collaborato a gettare l'Italia tra le braccia di Santa Madre Chiesa. i.a maggiore responsabilità risale a Togliatti e quando egli (che queste cose le capisce) si accorse di essere stato giocato da Pacelli era o111l1ai troppo tardi. Non possiamo dimenticare ciò che abbiamo imparato giovanetti, anche se qualche filosofo preso da senili terrori e e dimentico della sua fisolofia (quante volte abbiamo rime– ditato in questi tempi quella frase goethiana che abbiamo letto in uno dei libri che ci sono più cari: « Il mio tempera– mento è siffatto che ,preferisce un'ingiustizia ad un disor– dine »), anche se qualche filosofo ohe vede rnsso farnetica di nuovi patti Gentiloni. Ed anche se in questi anni abbia– mo vissuto con gli occhi abbastanza aperti per capire quale possa essere il compito <li Myron Taylor a Roma. Vaste masse di Italiani hanno votato per la democrazia cristiana per paura del peggio; presto queste masse saranno deluse ed irritate; sta ai democratici ed ai repubblicani di dimostrare al Paese che la democrazia non si è rifugiata per sempre sotto le sottane dei curati e che per evitare il comu– nismo non sono necessari gli esorcismi dei Vescovi fascisti. Il rifiuto di -accettare il proprio posto di combattimento per meschine ambizioni ministeriali sarebbe, oltre che viltà, un errore imperdonabile. 6 - L'opposizione costruttiva La rottura con le sinistre, la polemica contro l'inefficien– za governativa, l'agitazione condotta contro l'invadenza cle– ricale sono il presupposto del consolidarsi di una posizione democratica laica in Italia. Ma l'agitazione è solo uno degli elementi della politica, che da sola non basta certamente a solidificare le posizioni di un raggruppamento che vuole porsi come i'asse del go– verno di domani. L'agitazione riesce a mobilitare delle forze ma non le solidifica 5e non è accompagnata da spirito costruttivo e se non si accompagna ad un'organizzazione adeguata. Ogni seria ed efficiente opposizione deve porsi' i pro– blemi di governo ed impostare la loro risoluzione. Appunto perchè i tre partiti di massa governeranno ma– le, l'opposizione democratica riuscirà a conquistare la fiducia del Paesé, e troverà fa sua giustificazione solo se saprà indi– care il modo di governare meglio. Altrimenti tutto si ridur- rebbe a fare del qualunquismo ed a questo ci si è ,già pro– vato inutilmente Nitti. Indicare al Paese una finanza democratica ed efficiente, essere l'occhio attento del contribuente italiano, tracciare la strada della ripresa economica e del riassestamento interno; questo è il compito più difficile che si deve chiedere agli uomini che formeranno il governo di domani. Ma in '!'egime di suffragio universale non bastano delle voci virili, energiche, capaci ed oneste per creare una forza politica efficiente, per mobilitare milioni di elettori'. Ciò po– teva bastare in regime di suffragio ristretto; oggi alle voci che parlano a Montecitorio deve corrispondere un efficiente organizzazione nel Paese: è necessario il partito. L'opposizione democratica ha già nel Paese l'intelaia– tura del Partito Repubblicano (e con minor consistenza quel– la del Partito di Azione) ma troppo deboli ancora, e sle– gati fra loro, e scarsamente efficienti. Bisognerà arrivare a rinforzarle ed a consolidarle attraverso giunte permanenti; bisognerà mobilitare fou.e nuove. Non che sia · facile mobilitare alla politica forze che siano rimaste in questi mesi inattive: troppo esaurito è il Paese e troppo consumo di classi dirigenti vi è stato in que– sti ultimi anni. Ma la fine deNa campagna elettorale (in oui più di tremila candidati si disputavano 500 seggi) ha libe– rato parecchie energie le cui posizioni politiche possono evol– versi verso quelle dell'opposizione democratica e che posso– no costituire altrettanti quadri che si poSISonoselezionare e recuperare. '1 - Concluslonl Non saremo certamente noi a non rnnderci conto che tra lo stendere alcuni appunti di metodologia politica ed il con– durre un'efficiente azione politica vi è uno iato che è dif– ficile riempire. Non ci facciamo illusioni che il cammino di • una posizione come quella che abbiamo esposto sia facile e piano; molte sono 1e resistenze, gli interessi personali e gli attriti da vincere. Se vari paesi dell'Europa occidentale sono governati oggi dai tre partiti di massa cio è dovuto a profondi motivi di carattere internazionale per cui non esiste più in Europa che una limitata possibilità di autonomia -per le forze politic'he ibterne ed il gioco dei partiti non è altro, nelle singole Na– zioni, che uno degli scacchieri su cui i « Tre Grandi " gio– cano la loro gigantesca partita. Ma se il margine di inizia– tiva è limitato, se siamo ormai entrati nel periodo storico della grande « diplomazia di massa», ciò nonostante gli uo– mini di buona volontà possono trarre dalla loro coscienza di democratici i motivi per combattere la loro battaglia. Se il oontadilfo del più remoto villaggio deve .rubire le angherie del curato, se il bottegaio del mio rione deve pa– gare le spese degli aiuti che la Montecatini riesce a strap– pare al goyemo, che importano gli accordi tra la diplomazia vaticana e fa Casa Bianca, che importano le sottili trame che uniscono i comunisti alla Russia... · Lo storico futuro forse non registrerà le reazioni del mio contadino, e la cattiva amministrazione, e le inique tassa· zioni, e la depressione commerciale dell'anno di grazia 1946. Egli ricorderà nel suoi annali solo le mosse più salienti di questa gigantesca partita diplomatica in cui si getta sul ta– volino, con la bomba atomica questo o quel partito di massa. Ma al democratico di oggi deve importare maggiormen– te Ja buona amministrazione, e i' eguaglianza dei carichi tri– butari e la Ubertà della scuola e del pensiero; e per tali scopi deve battersi coraggiosamente, anche senza speranza, almeno per ora, di successi a breve scadenza. GIORGIO DIENA

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