Lo Stato Moderno - anno III - n.15 - 5 agosto 1946

LO STATO MODERNO 347 quel tanto di moralismo necessario ad ogni efficiente oppo– sizione ed il gusto per i problemi di governo, -senza di ohe non vi è opposizione efficiente; oo poi vi sarà qualche altro democratico che vorrà aggiungersi all'eletta schiera egli po– trà portare un contributo importantissimo: la garanzia di moderazione, il progresso nel campo delle idee accompagnato da estrema ponderazione nel campo dell'applicazione, ele– mento che ha sempre caratterizzato l'ala destra di ogni par– tito radicale. Il programma dell'opposizione democratica sa– rà la sua azione politica che deriva direttamente da quanto abbiamo scritto sull'incapacità dei tre partiti di massa di governare democraticamente e di soddisfare le esigenze di Pantalone: programma di progresso e di stabilità e di fotta contro i privilegi. 5 - Canoni di azione pollilca , Sgombrato il terreno dall'ostacolo istituzionale, che ha impegnato gli uomini dell'opposizione democratica a com– battere la loro battaglia insieme alle forze più avanzate de:la nostra società, superate le schermag:ie diplomatiche che pre– cedono la costituzione del governo, l'opposizione democra– tica deve presentar.si . immediatamente al Paese al proprio posto di combattimento. Il Paese è stanco dell'uniforme unanimità in cui sta af– fogando fa nostra vita politica, è stanco di que:la che ormai chiama comunemente l'omertà fra le classi dirigenti antifa– sciste. Il Paese si è reso perfettamente conto che in Italia non esiste vera lotta politica e che tutto si riduce a pastette tra i dirigenti dei partiti. Molti hanno dato il loro voto al– l'U. Q. con l'unico scopo di mandare qualcuno in Parlamento che sape.sse gridare forte. Il Paese vuole sapere che diavo!o succede a Roma, come vengono distribuiti i miliaTdi per decreti-legge; vuo'.e voci chiare, oneste ed intransigenti che denuncino le pastette e i compromessi, che rompano finalmente questo fitto ve!o di omertà che soffoca la vita politica italiana. Guai se da Mon– tecitorio non si leveranno queste voci; la democrazia italia– na rischierebbe di morire sul nascere. La lotta politica in Italia sembra il retrobottega di una farmacia in cui vengono accu– ratamente dosati ministeri e posti di comando; si danno in pasto alle masse pillo!e ideologiche mentre la lotta politica viene inaridita in uni;\ sterile dip'.omazia per iniziati in cui gli avversari politici, vecchi amiconi del periodo ·cospirativo, lottano a colpi di spi:lo con uno stile da Sacro Collegio. Se i democratici non si decideranno ad ,accetta'Te le re– gole del gioco del!a democrazia, il Paese si getterà in brac– cio al primo Giannini che capita. Se l'antifascismo ha vo!uto assumersi la responsabilità di costituire tutta la classe diri– gente italiana, bisogna che abbia il coraggio di dimenticare i rapporti personali che legano i suoi uomini che militano in campi opposti, di dimenticare il confino e la resistenza e di picchiare sodo, senza risparmi di colpi, come si fa in ogni democrazia che si rispetta. L'opposizione' è un dovere oltre che un gusto (visto che con gli antifascisti bisogna parlare il linguaggio del dovere). In quel settore di Montecitorio lo spazio è ristretto; se tra le masse degli Onorevo;i sovversivi e degli 'Onorevoli de– mocristiani è difficile respirare, bisogna farsi largo a spal– late. IJ primo compito dell'opposizione democratica è di deli– mitare i confini a· 5inistra, di creare un diaframma abbastanza spesso tra sè e i socialcomunisti. La lineta di mcbiatazlÒne dei ceti medi ttaliam sul ter– reno della derrwcrazla repubblicana e ~ pas/la oggi attra– verso una decisa rottura con ,/e sinistre. La linea de1:1a loro stabilizzazi.one non si può invece fis~ sare a priori: essa dipende dalla situazione obbiettiva che B o muta di mese in mese e dalla capacità e dallo spirito pro– gressista dei dirigenti. Una forza politica non è un concetto puro; per dirigere qualsiasi massa bisogna prima conqui– starla: ciò sembra lapalissiano ina a vo!te non lo è. La lotta per 4a repubblica ed il salire della marea demo– cristiana hanno spinto gli uomini dell'opposizione democra– tica su posizioni troppo avanzate; sino ,a che non era risolto il problema istituzionale il posto di combattimento di ogni democratico sincéro era sugli spalti più avanzati, accanto i,.i socialisti, accanto ai comunisti; oggi bisogna far macchina indietro e ritornare al posto di combattimento assegna– toci dalla nostra natura di democratici e dalla natura dei ceti che vogliamo rappresentare. In posizione di rottura con le sinistre l'opposizione democratica deve presentarsi al– la Costituente ed al Paese; e non bisogna aver timore di picchiare sodo; in politica non esistono posizioni definitive ed i cocci rotti si riaggiustano facilmente nel momento in cui vi è interesse di-riaggiustarli; ma una posizione d'intransigenza è tanto più necessaria ed urgente (calmate le acque delle pro-· vocazioni monarchiche) in quanto, dopo pochi mesi di iavoro, alla Costituente, vi sarà battaglia grossa sull'altro fianco dello schieràmento, contro la democrazia cristiana, intorno ai pro– blemi della laicità dello Stato e de:Ia scuola; e se allora non si saranno rotti decisamente i ponti a sinistra, si rischierà di essere, deboli forze tra colossi, nuovamente ricacciati sulle medesime posizioni in cui ci ha cacciato la lotta per la re– pubblica, su posizioni di mimetismo con le sinistre. il che significherebbe la fine di ogni possibilità di consolidare una posizione democratica efficiente. Rompere decisamente a sinistra dunque; per questo non è del tutto necessario usare ar~omenti, come quello che To– izliatti vuole assumere 'la dittatura per distaccare il regno de'.le Due Sici:ie dall'Italia e darlo in dote alla fig'.ia di Molotov. Questi are;omentl ,si po~ono anche usare, ma certam1>n– te dei democratici non saprebbero metterci tutta la capacità di convinzione che ci mettono oualunauisti e parroci di cam– pagna. Più importante è chiarire le posizioni reciproche su tutti i prob!emi de1 governo e del'o ,<tato. le div1>r!(P.n7.e ideo– logiche. e non risparmiare ,ii attacchi o)!ni volta che le slnf_ stre commettono una scorrettezza, un errore. un'incanacftà, un atto in malafede in tutti i settori de'.la vita na7iona1e, nel Governo, nei Sindacati. E non hiS<>j?naavere il timore di confondere de'.le voci democratiche nel coro conservatore e aua~unnuista: il timbro di una voce democratica è Incon– fondibile, e che la rottura avvenga sul terreno de;la elebo– razione istituzionale o su que:lo de'.la politica governativa, che esso si estenda pure a tutti i settori della vita nazio– nale, bisogna ricordarsi sempre che da Montecitorio si parla al Paese e che il Paese non ha bisogno di finezze diplomati– che o di eloquenza parlamentare ma di verità, di verità e di buon senso. La rottura con ie sinistre in periodo di mobilitazione è anche la condizione essenziale per poter condurre la lotta sul fronte principale; la lotta in difesa dello stato ialco con– tro i tentativi di clericalizzazione del Paese. Su questo argomento è necessario dire finalmente alcune chiare parole: la nuova classe diri~ente antifascista tra i mol– ti difetti ha senza dubbio una qualità: un alto livello di cul– tura e molto buon gusto; non per nu1la essa è composta di tanti professori (mi capita a volte di tremare, pensando ad un'altra repubblica di professori). Io sono certo che il buon gusto sia· una oualità in oolitica; succede però che per oue– sti uomini di buon ,gusto l'anticlericalismo è qualche cosa del vfeu:r foo. che ricorda troppo la vecchia Italia in cui gli uomini politici non erano in grado di affrontare i ,zrandi problemi storici della democrazia; e questi uomini di buon gusto non

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