Lo Stato Moderno - anno III - n.15 - 5 agosto 1946

346 LO STATO MODERNO L'OPPOSIZIONE ·DEMOCRA1JCA (Continuazione e ftne dal numero PT6cedente). -I • L'opposizione democratica Pantalone, uomo mite, tranquillo e di buon senso, che odla gli estremismi e le parole inutili, è abituato ormai da anni a pagare; in altri tempi ed in altri climi egli aveva avuto un partito che sentiva come il suo partito, che era riuscito ad esprimere le 1,ue idealità di pacifica e civile convivenza e -di umano progresso e che, sia pur in parte influenzato da interessi che non erano i suoi, riusciva peral– tro ad esprimere le sue idealità democratiche, aperte a tutte le esigenze di progresso sociale, ed i suoi interessi di uomo economo e previdente, pensoso della sorte delle generazioni future. · In Italia, tale partito non si era mai riuscito a crearlo, il Pantalone italiano essendo un poco retrogrado rispetto ai suoi fratelli europei; ma allora per fortuna c'era Gio!itti e poteva in tutta fiducia votare Rer lui; in Francia, tipica terra l dei Pantaloni, votalVa per i radicalsociS:isti. In questo caotico dopo guerra Pantalone si è svegliato, stanco e disorientato, nel gran trambusto del 26 aprile, ad ,ascoltare le v6ci nuove e discordanti. Egli aveva partecipato col cuore alla ·guerra di liberazione anche se non con le ar– mi; questo, in coscienza, non si poteva chiederglielo, chè non poteva forzare il suo temperamento. E il 26 aprile ha cercato inutilmente il suo partito, il partito del pacifico progresso sociale e della libertà, delle stabili istituzioni e dell'eguaglianza dei carichi tributari. Una volta era liberale ed aveva, nella sua gioventù, vo- . tato per Turati, ma molto himpo era passato da al:ora e Pantalone sapeva che era necessario rinnovarsi. Dai liberali, con qualche rimpianto si era subito distaccato deluso; che cosa avevano in comune con la vecchia bonomia di Giolitti questi giovani avvocati dal temperamento da squadristi, sem– pre pronti ad incrociare le braccia sul petto in gesto di sfida e di accusa contro i loro avversari o quegli altri ruderi di un mondo scomparso che non concepivano altra politica che queJ.:a della paura? Per un istante sperò nel Partito di Azione, ma troppo lontani dal suo temperamento erano quegli astratti e addot– trinati professori e quei giovani in eterno atteggiamento dJ campioni dell'intransigenza: avevano dovuto per tanti anni chiudersi in mora1istica intransigenza contro il fascismo ed ora non sapevano più vivere senza essere intransigenti verso qualche cosa! Il Partito Socialista forse... ma questo non era il suo partito, nonostante egli avesse da giovane qualche volta vo– tato per Turati. E poi quel Nenni... Qualcuno fiDI nei repubblicani ma i più si seccarono: avevand tanto sperato in una vita nuova ed ora erano de– lusi... e Pantalone, inasprito ed irritato, si mise a fare del qualunquismo. Ma Pantalone è una persona seria e in fondo non può soffrire i pagliacci come Giannini; dar sfogo alle pro. prie delusioni, va bene, ma il voto è una cosa seria: e Pan– talone fini per votare per i democristiani. Ed oggi eccoci al governo dei tre partiti di massa. Ma noi pensiamo che, nonostante gli errori commessi, la battaglia per un governo democratico non sia definitivamen– te perduta. A Montecitorio, tra la grande massa dei deputati rossi e di quelli neri, serrata in uno spaziO"ristretto, in cui sem– bra soffocare, 1,ta un'esigua schiera di non conformisti: 20 repubblicani, 7 azionisti, 2 democratici repubblicani; con la U.D.N. alcuni democratici sono stati eletti .iruieme a coruer– vatori e reazionari, vi è posto anche -per loro tra l'esigua schiera. Questi uomini amano questa Repubblica bambina che con enormi sforzi sono riusciti a creare; essi 'sono ,a Monte– citorio per difenderla e consolidarla: ma il loro posto di com– battimento in difesa della Repubblica non è al governo: vi saranno altri che penseranno a ciò; il loro posto di combat– timento in difesa della repubblica è all'opposizione. Vi sono delle regole del gioco che in regime democratico bisogna ri– spettare: una di queste è che le minoranze debbono restare all'opposizione per convogliare e dirigere le forze che si spri– gionano dagli errori e dalle insufficienze dei partiti al go– verno: e mai -si dimostrerà così necessaria un'energica oppo– sizione democmtica come durante il governo dei tre partiti di massa. ' Pochi sono questi deputati democratici e frazionati. in diversi partiti e aggruppamenti; gravi errori poJi.tici e !a mancanza di una solida tradizione democi:atica nel nostro Paese hanno impedito foro di raccogliere un vasto successo elet– torale. Il tempo di realizzare per essi non è ancora giunto; alla Costituente 1,ono andati per vincere la battaglia della Repubblica, ma, sgombrato il terreno degli ostaco'li istitu– zionali, un nuovo compito li attende: quello di operare da Montecitorio la mobilitazione nel Paese delle forze che po– tranno dar vita domani ad un governo democratico. Diversi sono i temperamenti, le ideologie, l'educazione, · il gusto di questi uomini che si trovano seduti vicini, in uno spazio ristretto: ognuno di essi ha la sua esperienza politica che 1a lotta antifascista sostenuta in comune, la vicinanza to, pografica a Montecitorio ed il medesimo « spazio elettorale ~ oocupato nel Paese non sono riusciti a confondere. In Francia, da Gambetta a Jaurès, a Millerand, al partito che ha governate per vent'anni la Terza Repubblica, è pas. sato mezzo secolo; ma oggi il tempo corre più veloce .e l'e– sperienza storica deve servire in politica a percorrere la strada più breve. In questa ristretta schiera sono riassunte tutte le espe– rienze ideologiche e le tradizioni de.la democrazia laica ita– liana, in essa sono compresi tutti i motivi ed i temperamenti per un'efficiente azione politica. All'Opposizi.one demoaratica i repubblicani storici pos– sono portare i motivi incompiuti del nostro Risorgimento, ali– mentati da un idealismo mazziniano sempre vivo e moderno in vasti settori della nostra opinione pubblica; gli azionisti. il problemismo salveminiano e gobettiano, che è stato quanto di più vivo e moderno ci ha dato la ietteratura politica ita– liana; Farri e La Malfa la coscienza dei problemi storici di una moderna democrazia. i liberali di sinistra le migliori tra– dizioni progressive del giolittismo settentrionale; alcuni de– molaburisti quelle tradizioni del'la vita politica meridionale che nell'altro dopoguerra ci hanno dato ad esempio quel fenomeno vivo che è stato il nittismo. All'Oppc,slzione democratica i repubblicani possono por– tare quel calore ideologico senza il quale non si fa po~itica di massa; gli azionisti specifiche competenze e quella tendenza che li porta cosi spesso a fare della surenchère a sinistta e che, se controllata ed equilibrata, può non essere 'inutile ad un movimento democratico nascente; i libera1i progressisti il loro temperamento moderato che cosi bene risponde alla mentalità del nostro ceto medio; i demolaburisti l'esperienza di vita locale nel clima politico italiano; Farri e L-a Malia

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