Lo Stato Moderno - anno III - n.14 - 20 luglio 1946

326 LO ~TATO MODERNO condizione, che trova Je sue giustificazioni in motivi di carat- · tere interno, ma specie in motivi di carattere internazionale, ha dato vita alla nuO'Vateoria che è divenuta il credo dei co– munisti occidentali: la teoria della classe operaia come nuova classe dirigente. Questa teoria esercita senza dubbio un gran– dissimo fascino su ·larghissimi strati di giovani in piena ri– vo:ta morale per il crollo ignominioso delle vecchie classi dirigenti; essa è ben più facilmente assimilabile e capace di far presa che ,non i vecchi rigidi motivi classisti; grazie ad essa i comunisti sono riusciti a conquistare un gran numero di quadti freschi, giovani, entusiasti, che sentono profondamente la nuova linea politica inaugurata dal partito e per cui de– mocrazia progressiva, responsabilità di governo e compiti del– la classe operaia sono motivi di liberazione e di palingenesi. Pur cosciente che i motivi che spingono i comunisti a conruvidei:e a tutti i costi le responsabilità del potere sono - a parte il desiderio d'assicurarsi .Je leve di comando p.er modificare dal di dentro l'apparato statale - speciahnente di carattere internazionale, e discendono <l.allavolontà cU con, trollare la politica dei governi europei nei rispetti della Rus– sia, nessun sincero democratico e nessun uomo di buon senso può pensare di governare l'Italia senza i comunisti. Motivo sufficiente per collaborare con i comunisti al go– verno è che la loro partecipazione garantisce la collaborazion.l degli strati più avan~ati della nostra società all'opera di rico– struzione economica, chè sarebbe follia pensare di attuare con de}le masse di disoccupati in fermento. Motivo più im– portante ancora è il fatto che l'Italia, paese sconfitto in cui si scontrano opposte sfere d'influenza, ha ·bisogno' dell'ami– cizia russa senza la quale è impossibile pensare ad una n-0\S'tra politica estera. Proprio l'Italia che avrà assai difficilmente, n~I periodo storico chli oggi si apre, un ministro degli esteri co– munista, dovrà, se vorrà fare una politica estera, e per quel poco che potrà fame, avere un ministro degli esteri demo– cratico che abbia dei comunisti come ool:eghi di gabinetto; queste cose sono ta!mente elementari (e De Gasoeri ne ha fatto l'esperienza a proprie spese) che solo dei vecchi ruderi o dei giovani squadristi con scarse qualità intellettuali, incom– pren.~ividell'odierna realtà europea, possono impostare la loro batta_glia sulla cacciata dei comunisti da1 governo. La lotta po'.itica, se mai, si è svolta nei mesi passati per decidere-intorno all'influenza che l'estrema sinistra può ave– re nel .governo di coalizione; ed allora legittimamente, secondo le regole del gioco democratico. ìl nostro ceto medio si è battuto per ridurre al minimò quest'influenza, facendo massa (in mancanza di una formazione democratica laica che desse sufficiente affidamento) dietro la democrazia cristiana. Dalla nuova posizione dei comunisti in ItaHa e nel mon– do, dalla grande forza assunta dai cattolici nei paesi occiden– tali, grazie alla loro posizione nel gioco delle forze mondiali, discende la necessità del governo dei tre partiti di massa. Tale esperienza ha oggi inizio in condizioni estremamente difficili e noiel)8nsiamo che essa· sia votata al fallimento in partenza. Che i democristiani vadano al _governoda soli con i so– cial-comunisti o che essi riescano ad ottenere una copertura a destra. frazionando l'U. D. N. e svuotando le forze più retrive di ogni efficienza oppositrice, noi 1iiamo·certi che il governo dei tre partiti di massa non riuscirà a risolvere nes– suno dei problemi di ricostruzione economica di cui il paese attende la soluzione e dimostrerà ben presto la sua inconsi– stenza quando i izrandi ,gruppi parlamentari si scontreranno sul terreno dell'elaborazione costituzionale. Il governo dei tre partiti di massa è, .nonostante le appa– renze, esattamente l'opposto di un governo democratico. Go– vernare democraticamente significa, per la classe politica che detiene il potere, fare uso dt questo nell'intéresse della mag– gioranza del paese, essendo l'apparato statale null'altro che lo strumento di cui la classe politica, espressione della mag– gioranza, si serve per amministrare l'interesse generale. I partiti di massa sono invece degli Stati nello Stato, dei mondi chiusi che si combattono nello Stato e che tendono per la loro stessa struttura a conquistare il più possibile di posi– zioni. Governo dei tre partiti di massa significa divisione del– !' apparato statale e di tutto il corpo sociale in opposte sfere di mfluenza, che necessariamente convivono in attesa di .. -ombattersi: i Ministeri, ~ Commissariati, gli Uffici democri– stiani diventano delle sacrestie, i Ministeri comunisti degli strumenti al servizio del partito; l'Amministrazione si trasfor– ma in Agi~rop. I cittadini cessano di essere cittadini dello Stato, nell'in– teresse.della maggioranza dei quali si fanno le leggi, e diven– tano delle gigantesche masse di manovra usate dai contra– stanti partiti per dare l'assalto a sempre più importanti posi– zioni neUo Stato. L'attività governativa cessa di essere unita– ria e volta all'interesse generale e diventa un compromesso tra opposti interessi particolaristici volti alla tutela di determinate categorie che maggiormente stanno a cuore ai partiti della coalizione e che maggiore influenza sono riuscite a conqui– stare nei comitati centrali dei partiti. E' necessario dire alcune parole intorno al sezionalismo, ai fatali compro~essi tra opposti interessi sezionali a spese de!la collettività, che sono il risultato dell'azione di governo dei partiti di massa. , Qualsiasi azione di governo in un paese democratic<;>è il risultato di un compromesso tra interessi contrastanti: élò av– viene anche in governo di maggioranza, tanto più nelle nostre società occidentali in cui gli interessi sono così vari e stratifi– cati. Ma, in un regime realmente democratico e progressista (quello che si chiama comunemente un buon governo), tali compromessi avvengono in funzione deH'interesse generale che è qualche cosa che esiste obbiettivamente al di fuori de!la somma di interessi particolaristici. Esiste dbbiettivamen– te una politica economica che è quella giusta e democratica in un determinato momento: La capacità dell'uomo di governo, e la bontà del sistema politico su cui il governo poggia, con– siste appunto nel far sì che il compromesso tra divergenti in– teressi avvenga in quel punto di sutura che corrisponde al– l'interesse generale. Ed a misura cU questo si può prendere quasi sempre, in astratto, l'interesse del consumatore: in astratto, ho scritto, perohè in concreto quasi mai è esistita una politica di consumatori, neppure al t~po di Cobden e della « Lega »: e ciò perchè solo i produttori sono forze poli– tiche operanti, i consumatori mai; di ,qui la difficohà cU con– durre una buona politica economica. Ogni uomo politico de– mocratico Òi qualche levatura, da Giolitti a Roosevelt è riu- scito però. a questo. · Nel regime dei itire ![)'Militi di massa, .invece, J compro– messi· tra i divergenti .iintere6Sisono fatalmente viziati dal fatto che tali partiti, benchè abbiano j consensi della mag– gioranza del corpo elettorale, poggiano su determinati· nu· clei oentrali che .hanno ònliluenza <leterminanfe sulla foro po– litica, nuolei di operai ben localizzati, nuclei capitalistici, nu– clei di agricoltori bene ~ganizzatli. Non è a caso, ad esem– pio, che la dern.001'8.7Jia cristliana ha risco560 vasti consensi in zone dove gli agiricdltori erano traru7lionalmente soh!e– rahl ISll posi7lioni ben più conservat:11icidi quelle presentate dai cattolici. - Ed .il risultato dli un'attività ,governabiva concorde dei tre i)llrtiti di massa non può essere che-un compromes1io fra questi potenti ,interessi cbe hanno fgrti mezzi dii pressione sulle segreterie dei ,partiti. I risu~ti saranno gli accordi tra operai ed imprendi– tori per ,a~lfare a1lo Stato aiuti e protezioni alle industrie; sarà la continuazione di un.a ,pdlitica di .imposte indirette sugli scambi che sono una vergogna in un pa~e civile, sa-

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