Lo Stato Moderno - anno III - n.10 - 20 maggio 1946

236 ' µn1rc1mo chiama,to .poi « dottll'ina d:i Monroe » in stretto \jrappol1to ,con il govE:rno britannico con dii quale fu di– scussa •l'opportunità o meno di rendere pul.Jblira l'allea.nza tacita che legava i ùue )paesi, e che -enwamlri i due uo– !TLini -di stato ,americani dic.-hi-arano ele– mento primo della sicurezza americana l'appoggio della flotta britannica. Quanto poi al felice periodo 1823-98, in cui ,gli Stati Uniti cornpirono Ja loro evoluzione economica pressochè indi– sturbati, lo stato di isolamento in cui il ,paese •aveva creduto di vivere era il!usorio: « esso era legato alla dottri– na di Monroe, la quale riposava suH'ap– poggio della IPOtenza navale britan– n:ca » quando questa potenza era in– contrastata. Un'osservatore acuto nei primi anni del secolo XX, av.rebbe pobuto accor– gersi di qua,nto J'età ,precedente fosse dov<UJta drcostanze continge,nbi: i.l pos– sesso delle Filipp.lne dall'altra parte del Pacifico .pòneva g,HStati Uniti di fron– te a nuove responsabilità cui essi non potevano fare ftonte che mutando i mezzi a loro disposizione, mentre il fat– to che la Gran Bretagna non detenesse più l'dncontrastato domi,nio dei mari e~igeva nuova cautela riguardo alla po• sizione da tenere nell'emisfero occiden– tale. L'America aveva a,J,Jora gli uomini che seppero rendersi conto del muta– mento della sibua7lione di .fatto: essi si chiamavano il presidente Teodoro Roo– sevelt e il segretario di stato John Hay; ma l'a7lione di questi uomini non fu proseguita quando -essi abbandonarono le loro cariche. In questa prima parte def Jibro, parte di critica di .un periodo trascorso, che solo incidentalmente contiene precetti per il presente e ,per il futuro, ma in cui le situazioni .politiche e strategiche sono di continuo avocate a posizioni odierne o quasi, risulta confermato il carattere politico della pubblicazione, vivo com'è, a,!di -sopra del rilievo scien– tificamente i,nteso delle -cause e degli effetti, lo ,sfruttamento di tutti quegli elementi che meglio èo!Jaborino al trionfo di una deteruninata •tesi, attua– le, immooiata e legata ad una realtà poHtJka che, ma,Igrado gli sfoI'2li dell'au– tore per ifa1'Cela apparire connessa al destino stesso degìi Stati Uniti, è real– tà politri.ca deJ.l'oggi, della Repubblica nord-americana quale si presenta. nella fase conclusiva (il Lippmann ,scriveva nel 1943) dehla -seconda ,guerra mon– diale, nello spiegamento di 'forze mi– litari ed economiche cui la nazione si appoggia ,::on orgoglio ,sempre più ma– I)lfesto. Più ri.cca, più interessante, più orga– nicamen,te medJta·ba ci appare la sec,m– da parte, che è poi la parte .riguar,ian– te la poli·tica atbuale, dove l'A.utore ncr.1 è, t.r,dito da un affret\·ato ~ame delle LO STATO MODERNO fonti e di un clima storico passato e dabl'e-sigenza imperativa di dar ,rHievo agli elementi ,utili al suo assunto. Qui, in questa seconda parte, il Li;ppmann dà alle sue osservazioni sui vari settori della politica estera americana attuale, ccmunilà atlantica, Riussia, Cina, tutta l'organicità che gli viene da una intel– ligente esperienza .personale. Originale appare il quadro <Ciel!à « co– munità atlantica», che ha ,punti di con– tatto so1tanto vaghi con iJ cosiddetto « blocco dei popoli occidentali europei» ohe i.I mondo del dopoguerra potrebbè vedere formato intorno ad I\.Ul' intesa franco--inglese. La concezione della « co– munità atlantica » è assai più vasta non solo rigua:rdo all'estensione· geografica,, che unisce ,gli Stati Uni,ti alle .regioni costiere dell'Afu-ica mediterranea, ocoi– dentale e meridionale, aille J'epubbliche sud--a:mericane, ia.Ue te-rre artiche ed a tutte le nazioni europee che si affac– ciano ia,l Mediterraneo, zii mare del Nord e na-tiuralmente all'Atlantico; è assai più vasta in guanto ,non obbedisce semplicemente al precetto dJ una co– mune tradizione storica, rafforzata dal perkooo di unn concezione orientale an– tieu.ropea che La mi-naccia, ma ad esi– genze strategiche di vastissima portata, di runa strategia non solbanto militare, ma anche economica e corrunerciale, che porterebbe l'Atlantico ad una ,posizio.ne già goduta due millenni or .sono nel mondo più ristretto di. quel tempo, dal bacino mediterraneo. Acuta è anche l'osservazione, che l'autore scrupolosamente nota di avere tratta in sostanza da uno sori.tto di De Witt C. Poole, -secondo ~a quale .Ja Rus– sia e gli Stati Uniti ebbero nel corso della loro storia una certa qual diffi– denza ed antipatia recLproca, sorta• in primo luogo dalle forme di governo sempre anti,teti.che di cui godettero, dif• fidenza ed antipatia che tuttavia non impedì ai due paesi di sostener-si reci– procamente .nelle più svariate circo– stanze. Lo zar rifiutò nel 1870 di rice– vere Dana, il ministro americano; Ja Rµssia non firmò ..un trattato di com– mèrci9 con gli Stati Un1ti :fino al 1832; ma « nel,la guerra d'lndipenden'za il Con,gre-sso americano cercò l'assistenzn della Russia, e.... la Russia professò u– na neutralità armala che favorì le co– lonie. Il 1863 vide Ja guer,ra civile ame– ~icana e l'insurrezione polacca contro la Russia: Linconln si oppose ad 'Un in– tervento diplomatico conbro la Russia, mentre il governo mirista dichiarò che la salvezza deg,U Stabi Uniti era un'as– saluta necessità per ,la Russia~ I.I fatto è che nei momenti .cri.tici eia-_ souna delle due nazioni è sempre stata per .!:altra « run amico potenziale alle spalle dei· nemici potenziali». Ma que. sto assioma, valido fino a ieri, gover– nerà anche per il futuro le relazioni russo-americane? Se la ç;e,rmania Mi il,.. Giappone non saranno più in grado di riprendere un'espans:one imperia-le, co– me appare ora .p,robabile, la Russia or– mai, lungi dall'essere « un ami.co poten– ziale alle spalle dei nemici », sarà al contrario « la maggiore potenza nella retroguardia dei nostri indispensabili a– mici - i britannici, gli scandinavii, gli olandesi, i bal.gi ed i latini», rnent·re in Asia « essa sarà il nostro vicino imme– dinto attraverso :il Pacifico settentrio– na,Je, e, per aria, -sopra le ,regioni po– lari, la Russia sarà vicino immediato della Cina•: Ii problema dei rapporti futuri con la Rus:;ia offre quindi pe«" il Lippmann èuc soluzioni a seconda che la Russia « cercherà di estendere La sun potenza ad occidente tanto da minacciare la si– curezza degli Stati atlantici~ o meno, e, nel Pacifico « se ,gli Stati Uniti e la ·Iiussia' vann-c -verso tla rivali tir o verso una comune base di i.ntew »: notevole anticipazione che ci ,presenta con inso– lita chiarezza il maggior problema del– l'ora. Relativamente sem.plici, pur ne.lla lo– ro enorme ,importanza per la politica s,atunitense, &Apaiono Je condi2iioni di fatto della situazione .cinese: l'interesse americano ,per ,Ja Cina è cresciuto pro– porzionalmente al crescere de)lla poten– za espansi,va statunitense e ,rigua11doal– l'Estiremo Or-iente non ci sono state o quasi correnti isolazioniste. Altrettanto chia,ro è che quel conflitto russo-ame– ricano che non può sorgere per attriti diretti, e che ha poca probabilità -di sorgere per divergenze in Eu.ropa o in territori ad essa vioini, può :fiacilmente scoppiare qualora un nuovo espansio– nismo russo si urtasse contro l'influen– za americana in Cina. Completa questa seconda parte uno sguardo d'insieme a,11'«ordine generale delle nazioni». Qui i,! nostro interesse diminuisce, tratti come siamo in uno di quei quadri generali cari agli ame– ricani, del quale nemmeno la mente spregiudicata e nient'aifatto wilsoniana del LLppmann riesce ad evita.rei le i'n– cvngruenze. Il libro~,;; chiude, cosi, malgrado gli sforzi dell'autore, con un problema la · cui soluzione egli ilascia it sospeso. Senza far minimamente torto alla sua esperienza ed al suo senso dei rapporti int,ernazionali, diciamo che sarebbe troppo pretendere ohe egli additi una soluzione esauriente per un .problema che lascia tutti nella più ,vaga incer– tezza pe1: la profondrità radicata non soltanto degli interessi, ma delle esi– genze e delle tendenze Jnsopprimibili debla natura umana <'.he si trovano in urto; incertezza tanto .più sfiduciata in quanto un medLtato esame dei fatti sto– rici ci induce a concludere che tale pro– blema .... non ha soluzione, O. B.

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