Lo Stato Moderno - anno III - n.4 - 20 febbraio 1946

88 LO STATO MODERNO RICATTO o GUERRA L'EUROPA DI IERI Durante la primavera del 1936 que– sta organizzazione contrabbandistica forni più di 38.000 fucili e di 18.000 ri– voltelle. Tale attività si celava sotto la maschera di un commercio di patate. Così il 15 lug,lio il tenente D. Miguel vendette 25 sacchi di patate (cioè 2500 fucili) al Sefior To11res, che aIJG)arleneva al « Circolo della Restaurazione » e trattava per conto del Ristorante Fla– gnia in Calle Carmen. La guerra civile era stata così meti– colosamente organizzata dalla Germania e dall'Italia, che entrambe si ritenevano certe che in tre setllimane un governo dittatoriale interamente sottomesso a Roma e a Berlino avrebbe rovesciato il governo repubblicano di Madrid. Essi immaginavano pure che sarebbe stata cosa facile impedire a Londra e a Pa– rigi di mantenere le comunicazioni con le proprie colonie. Questi governi, mi– nacciati da una simil~ possibilità, non avreb'bero più a lungo potuto intralciare i necessari sviluppi · dell'asse Roma– Bertino. Ma un rapido successo militare ne era la condizione essenziale. Quindi non c'era da esitare nel caso che si do– vesse intervenire con un effetitvo aiuto militare. Il rischio sembrava minimu. La Cc:>nvenzione del,la Società delle Na– z:om non riguardava la guerra ~ivile. lr.oìtre la campagna abissina aveva ampiamente dimostrato la debolezza e la codardia· delle democrazie. Si deve solo alla valorosa resi ,lenza della Repubblica spagnola se, finora t«– le piano è stato frustrato. Il pretesto di una cosiddetta guerra religioro-cl– vile è assai conveniente. Forse domani potrà anche servire in Cecoslovacchia, dove il Reich cerca di riunire tre mi– lioni di Tedeschi Sudetici sotto le ban– diere fasciste, e servirà a giustifica re l'intervento tedesco colà. In Austria l'intervento è già sistematicaménte messo in atto. La grande tragE!dia spagnola comin– ciò il 17 luglio 1936. Nel 1937 il Giappo– ne, incoraggiato da questo precedente, diede inizio alla ter~ibile tragedéa del– la Cina. Quante di queste tragedie do– vnmno svolgersi ·ancora, prima che l'i– stmt'O di conservat:!Onf' delle democra– zie dbbia il sopravvento sui loro timori? CAPITOLO VI In Francia iJ Ministero· Blum sali al potere il 1° giugno 1936. Si mostrò par– ticolarmente preoccupato di rinsaldare l'alUeanza con la Gran Bretagna e di estendere, per mezzo di una strettissi– ma cohlaborazione f.ra gli Stabi Mag– giori, ~li impegni franco-bri l'annici progetbati nella « Carta Bianca •· La e n neo di GENEVlÈVE TABOUlS politica estera francese desiderava di non allarmare il governo partecipando ad intese centrale, nei Balcani o in il governo inglese potesse mosse da considerazioni interna. di Londra, nell'Europa Russia, che interpretare di politica Il 17 luglio ia rivolta militare scop– piò nel Marocco spagnolo e si estese ai presidi di Senta, Larrache ecc. L'assas– sinio del deputato realista Calvo Sot-e– lo a Madrid diede ii segnale della ri– volta. Reparti di ribelli capeggiati dalla Legione Straniera raggiunsero Cadice ed Algesiras in volo o a bordo di navi da guerra, agendo di rinforzo alle trup– pe che si erano immediatamente ribel– late nel sud della Spagna. Cadice e Si– viglia caddero presto in mano ai ri– belli. Nel nord le truppe di Nava1Ta e di Aragona si unirono al movimento che si allargò ad occidente verso !San Sebastiano e ac:t oriente verso Barcel– lona. Una giunta militare si formò a Burgos sotto il generale Cabanellas, as– sisllito dal generale Mo!G. Sotto il loro comando le trup,)e ribelli si trovarono presto a 30 miglia da Madrid. 'i'in qui sembrarono esatte le previ– sioni italo-tedesche che la Repubblica spagnola avrebbe capitolato in un me– se. Ma esse non tennero conto dell'eroi– smo delle truppe fedeli e dell'amore di libertà del popolo spagnolo. Benchè scarsi dJ armi e di rifornimenti i re– pubblicani tennero le loro posizioni e i fronti di battag1ia si stabilirono. L'Ita– lia e la Germania erano troppo impe– gnal'e per ritirarsi, ed immediatamen– te i due paesi s.i prepararono ad invia– re armi e materiale da guerra. Secon– do attendibili informazioni avute dai ribelli, le forniture di materiale bellico mandate dall'Italia e dalla Germania fino dal 1° ottobre 1937 ammontano a più di 2000 cannoni, 1500 aeroplani, 50.000 mitrag!Jiatrici ed 1.200.000 fucili. Persone in stretto contatto con l'ex– ambasciatore tedesco generale Faupel hanno valutato questi rifornimenti a 1 miliardo e mezzo di marchi, di cui due terzi dovuti alla Germania ed il– rimanente all'Italia. Il pagamento al– l'Italia avvenne parte dn valuta e par– te in materie prime e parte anche in concessioni come il monopolio di tra– sporti stradali assegnato ad una com– pagnia di Bolog-na. I Tedeschi sono sta– ti pagati solo in parte. 'La somma do– vuta dai ribelli al Reich ammontava il 1• ottobre a circa 400.000.000 di ·mar– chi. La differenza venne pagata in -ma– terne prime o iri marchi congelati pro– venienti da un gruwc> bancario olan– dese e americano, che agiva probabil- mente da parte del noto finanziere Juan March. · Al pnincipio del 1936 Parigi e Lon– dra si accorsero che Italia e Germania erano decise ad impegnarsi a fondo nell'avventura spagnola col pretesto che si trattava di una lotta contro il comunismo. E' chiaro che quesl'o non era che una maschera per nascondere le loro reali intenzioni, poichè gli Spa. gnoli avevano solo 12 deputati comu– nisti alle Cortes e non avevano rela– zioni diplomatnche con Mosca. Questa guerra civile minacciava di estendersi ad un conflitto internazionale. Ci si rese conto a Londra e a Parigi che un appello alla Società- delle Nazioni sa– rebbe stato inutile, dato che questa non aveva facoltà d'intervenire in guerre civili. Sembrò quindi saggio, nell'interesse della pace, di far ~era di convinzione presso tutte le nazioni perchè non intervenissero, rendendo così possibile il localizzarsi del con– flitto. L'iniziativa di quest'azione diplo– matica fu presa dalla Francia, che al principio dell'agosto 1936 convocò al Quai d'Orsay i rappresentanti dell'Ita– lia e della Germania, invitandoli a ces– sare i rifornimenti di materiale 'bellico. Il 14 dello stesso mese Francia e In– ghilterra raggiunsero un accordo fina– le col quale si associavano alla causa del non-intervento e decidevano di chiudere le loro frontiere ai rifornl– menti di armi e di munitioni. Vista la decisione del loro atlieggiamento, Italia e Germania accettarono di accordarsi, come principio, su questa politica di non intervento, Tale accordo, mentre allontanava l'immediata eventualità di una catastrofe genera,e, sembrò d'altro canto una vittoria per l'asse Roma– Berlino, ottenuta dalla politica ricatta– toria italo-tedesca basata sulla minac– cia di una guerra generale. I periti del– la Società delle Nazioni s( resero im– mediatamente conto degli effetti disa– strosi che ciò avrebbe arrecato alle re– lazioni internazionali. Voleva dire che d'allora in poi, alla minima minaccia di guerra, le nazioni egoisticamente preoccupate della loro sicurezza ~rso– nale, avrebbero fatt•o· appello alla dot– trina del non-interv~nto come mezzo per evitare o per ritardare l'adempi– mento degli obblighi contenuti nella Convenzione della Società. D'ora ·in avanti, per paura di essere considerati guerrafondai, tutti, benchè vincolabi da tratbati commerciali, si sarebbero aste– nul'i dal fornire armi ad un paese in– giustamente attaccato. Ancora una vol– ta la forza si rivelava nel mondo come il fattore supremo. E' interessante ri-

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