Lo Stato Moderno - anno III - n.2 - 20 gennaio 1946

.LO STATO MODERNO RASSEGNA DELLA STAii-fPA Aggettivo e sostantiv_o Come sono stati J\ascisbi i giovani? F"u colpa o debolezza? Come possono essere compresi nel loro sforzo, nella loro sincera ricerca di una non sospetta dignità, oggi, di antnfusci&ti? Riconoscia– mo nella risposta dl Elio V•ittorini (Fa– scisti i giovani?, • Politecnicç, », N. 15, 5 gennaio) a tanti giovani che gli han– no confidato la loro umiliazione e i loro dubbi, quel suo calore di sensibilità, quel radicalismo drastico, mezzo candido e mezzo raffinato, quella coerenza nelle immagiqi, eh.e ha ben· mostra fo nella recente ddscussione intorno alla cu1tuia: « .•. Dobbiamo anche dire che cosa sia propriamente i.I tasC!Sffio, che cosa sia stato in Italia, e che cosa al:>bia potuto sembrare. La-propaganda reazionaa-1a di oggi, specie ang10sassone e non esclusa la vaticana, cerca di faa-Jo passare per un fenomeno di -aberrazione morale. Cosi può condannarlo e colpirlo sello nel suo aspetto es!!cutivo ... Ma non lo col– pisce nè lo condanna nella sua, causa e nella sua natura intrinseca ... condanna l'aggettivo e mette al sicuro il sostan– tivo. Che cos'è il fascismo come sostan– tivo? Possiamo ammettere che sia an– cora aber,razione. Ma è aberrazione po– litico - economica, non sempi,icemente morale. Moralplente potrebbe prendere persino aspetti dignLtosi e venerandi: pal'lamentari, pontifilci; aspetti inglesi, aspetti americani, aspetti vaticani. E' la sua sostanza politico-econom~ca che conta. E questa sua sostanza è il capi– talismo, giunto al suo stadio massimo di sviluppo industr-iale e finanziario, che attacca per difendersi e conservarsi. Esso vede un pericolo mor~le nello svi– luppo contemporaneamente raggiunto .Jial proletal'iato. Vede che lo sviluppo del proleta•riato è stato favorito, ne1 campo politico, dalla democrazia. Vuole arrestare questo sviluppo, fermare la democrazia polibica che favorisce que– sto sviluppo, ed estende la sua ditta– tura economica al campo politico. Che cos'è, dunque, come sostantivo, H fasci– smo? L'ho detto: estensione della ditla– tuM capita-lista al cam.po politico•· cc Ora i giovani adel1iròno al t}scismo sraggettivo », mai a quello sostantivo: e tmdano dunque assolti. Si!nonchè, quel- o che V•ittorini chiama oggi l'• agge\– «ivo • ci era sembrato perfettamente i;spresso dal socialismo classico nel con– J~etto di « sopNlstruttura •: e fatta que– 'Sta versiòne, la sua te.si ci appare meno peregrina. Non saa-emo noi a discono-s scere la giusta esigenza del Vittorini di uscire da una condanna puramente mo– raMstlca del fascismo: il sottolinearne la natura economica significa richia– mare i giovani all'antifascismo con una urgenza ben più drammatica che non con blande o rigoristiche prediche:" •si– gnifica nel con.tempo assolver.JJ da una coipa che certamente non ebbero, per– ché sarebbe addirùttura grottesco im– magina.re nei nostri ventenni i complici delle astuzie diaboliche de<i Donegani e degli Agnelli. Tuttavia questa asso– luzione è troppo facile; e, teoreticamen– te, non molto rigorosa. In buon marxi- , smo, infatti, se non erro, la concentra– 'zione dei capitale in mano di pochi ca– pita.listi (i Donegani e gli Agnelli) non è punto una aberrazione, ma la realiz– zazione di una legge; nè è aberrazione la difesa estrema che essi faranno. dei beni acquisiti. Piuttosto, questa difesa non è necessariamente quella del tota– litarismo politico o fascismo; è ·quella che può consentire la cultura dei vari popoli; quindi, il capitalismo non sa– rebbe necessariamente fascista; nè il fa– scismo è soltanto un fenomeno capita– lista, chè anzi è sorto in Italia, paeso dove il capitalismo è ovviame-nte meno sviluppato che nei paesi anglosassoni; men tre il socialismo è meno sentito, al momento attua,le, proprio dove il capi– talismo ha raggiunto te sue più spaven– tose proporzioni, gli Stati Uniti d'Ame– rica (si veda, su questo rapporto, anche !'eccellente articolo di Virgilio Dagnino, La tecnica rende fataie iL socialismo?, nell'Avanti! del 4 gennaio). Se il :Vitto– rini seguisse un po' men-o pedissequa– mente !a lettera del materialismo stori– co, potrebbe forse accadergli di fonda1·e meglio quella sua generosa fraternità coi giovani (della quale, beninteso, con– dividiamo la cordiale sdl-lecitudine per una pacificazione interi"ore); i quali non chiedono di essere aiutati •a respinge– re una 1·esponsa-bilità che non hanno mai avuto, ma doma:ndano di veder ch!aro nella realta di un rimo~so (quan– do questo ha una ragion d'essere), o di non essere incolpati di un'adesione formale, o anche più che formale, ma largamente giustificata da tanti mo!Jivi che sarebbe troppo facile esporre. E in ultimo vorrei osserva.re che la con,ver– sione di tanti giovani all'antifascismo non nacque affatto da scanda,lo contro H capitalismo: ma dalla scoperta di va– lori strettamente morali concuJcatrl dal fascismo. Naturalmente, ai glovani che furono letteralmente fascisti fino a ieri, non mi sentirei di orfrire un'asso!uzrione cosi pronta come la offre Vittorini; o dovrei pensare che essi siano, per ra– gioni che non sono loro certo addebi– tabiU, ma alla natura matnigni, troppo lenti al giudizio politico, per potermene fidare come • dei piÌ/ vecchi antifasci– sti•. -La questione del voto obbligatorio se non ancora legislativamente rusolta. sembra tuttavia perfettamente chiarita in sede di -opinione pubblica, special– mente dopo i commenti suscitati dalla • 45 ITALIANA precisa pos.izrioneassunta da Togliatti al Congresso dei P. C. Il processo alle In– tenzioni può dirsi chiuso da queste co– raggiose parole dell'editorialista della Libertà dell"8 gennaio (I! voto obbliga- torio): • « Sotto la questione di principio, del resto, ce n'è a.nche una utilitaria. I par– titi d'estrema sinistra, sicuri della di– sciplina dei loro seguaci-; che andranno alle urne con diLigente obbedienza, fan– no assegnamento, pe.r la doro relativa vittoria, anche sulla indisciplina degli elettori d'altri partiti o d'altre tenden– ze. I partiti di centr•o o di destra cono-– scono questa indisciplina e i suoi de– plorevoli effetti e pensano che i restii, gli scettici, gl'indifferenti, i negligenti, costretti a esercitare questo supremo uf– ficio de~la sovranità popola.re , votereb– bero certamente· contro i programmi e gli uomini estremi •· Con ciò i sostenltorJ del voto obbliga-, torlo mostrano di valutare anche esat– tissimamente la qualità e il contenuto dei consensi ottenuti col timore !ielle - sanzioni di legge; ma sanno che vin– cere, se si può, è sempre ma.i laudabil . cosa. Quanto· ai loro argomenti (la sin– cerità della citazione sopra t'iportata è - vefamente rara) sono que.bli ben noti: non vi è violazione .alcuna dello spmto democratico a jnt.rodurre una m.isura obbligatoria come quelle già vigemi del servizio militare o dell'istruzione ele– m.er1tare; non resta infine sempre la l'i– sorsa, per gli anarchici, della scheda bianca"? Al diritto di voto deve com– spondere il ·dovere di voto, in un mo– mento soprattutto \n cui le elezioni po– litiche significano veramente ,la -risolu– zione della situazione J!ittizia di un go– vemo di partiti non popolarmente sor– retti, ma anzi m pericolosa frattura ri- . spetto a• larghissimi strati di popola– zione. Non mancano gli aggettivi con– sueti contro gl)d assenteisti e gli attesisti, aggettivi pur giustificatissimi ed effi~ cienti anche se non esprùmono -una dia– gnosi del tutto nuova della cr,iSi morale e politica espressa e promossa insieme dai! fascismo. Questi argomenti si possono leggere (cito i migliori tra i molbi articoli re– centi in proposito) nell'Opinione de11'8 gennaio (Franco Anton:celli, Scheda bianca) e nel Popolo del 5 gennaio (G. GoneHa, Risposta a Togliatti)- e non vanno al di là delle argOtl}entaz:ioni of– ferte, con buon anticipo, suLla LibeTtd del 5 settembre da Vitborlo "Enzo AIJfie– ri, neÌl'articolo sull'Obb!igatorietd - del voto. Gli avversarii·della proposta ·Si sono difesi assai meglio che non con il generico ricorso di Toglia ttl a.Jilà lette– ratura ,sull'argomentb; cl pare fonda– mental.e il complesso di obblez!()ni svol– te dall- co;isultore comunista Umberto -Terraclnl (Voto 'obbligatorio, democra– zia regressiva, sulil'Unitd dell'll gen-

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