Lo Stato Moderno - anno III - n.2 - 20 gennaio 1946

40 LO STATO MODERNO• ragioni per le quali i comunisti si staccarono da noi nel '21 non sussistono più, in quanto essi intendono per l'avvenire tornare ad usare i nostri stessi metodi di lotta, accettano il gradualismo, accettano la democr'azia interna ed esterna, non dipendono più dalla disciolta internazionale moscovita e più~ pon parlano di dittatura del proletariato, essi possono benis– simo rientrare là donde uscirono; il loro ritorno in seno del nostro partito sarà da noi ottimamente accetto. Nell' « U.P. » noi non -abbiamo ravvisato che il programma di unità d'azione che al partito comunista oggi ci lega ed al quale intendiamo fermamente restare -fedeli ». I centristi dicono: « Fondendoci nell'agosto del '43 con il M.U.P. noi abbiamo effettivamente Inteso di accettare parzialmente il punto di vista di questo movimento dissidente, in quanto abbiamo giudicata saggia l'intenzione di radunare in un solo partito tutte le forze pro– letarie, ma ritenuto però utile rinviare tale tentativo ad un più opportuno momento ». E poi 7>e11sa110: « Tale program– ma, che ci appariva il più saggio ed il più conveniente alla classe lavoratrice, lo abbiamo vittoriosaménte sostenuto e ri– confermato al consiglio nazionale dello scorso agosto; noi non possiamo però dimenticare che l'interesse massimo del nostro partito - e quindi della classe che rappresenta - è la sua unità interna, massimamente perchè tale unità ci con– sentirà la raccolta del maggior numero di suffragi, ergo la massima quantità di potere; e non potendo disconoscere che larghe correnti favorevoli all'assoluta indipendenza del partito, gelose della sua tradizionale democrazia, sono nel partito af– fiorate in forze superiori a quanto si poteva prevedere - tra gli anziani come tra i giovani - è impossibile non tenerne conto. Inoltre il clima politico esterno è tale che la fusione • con i comunisti aggraverebbe sicuramente la possibilità di giungere al potere e di riacquistare al paese la sua piesa indipendenza politica. Infine non appare più discutibile che l'affrontare la lotta elettorale separatamente porterà al par– tito comunista e a quello socialista un numero di voti com– plessivo assai maggiore di quello che potrebbe conseguire il partito unico. Questa considerazione dovrebbe indurre anche i compagni comunisti a desistere dalla richiesta .di fusione. Così come non sarebbe, per la stessa ragione, consigliabile alle forze di sinistra, prese nel loro insieme, una fusione pre– elettorale del. Partito cl' Azione, o sia pure della sua ala più numerosa, con il nostro partito ». E' forse la maggior parte dei socialisti' che oggi pensa essere funzione massima e migliore del loro partito quella di costituire all'interno del paese il necessario ponte d'unione fra tutte le forze della democrazia progressista, ed all'esterno ritiene che soltanto dei governi europei socialisti potranno creare il clima favorevole ed il terreno ove troveranno modo di abbassarsi rassicurate le lance che'le capitaliste democrazie anglosassoni tengono tuttora pericolosamente puntate contro la sorgente democrazia comunista russa. Il comunismo e la Russia comunista con parole e con fatti hanno tentato in tutti i modi di rassicurare i democratici del resto del mondo sui loro leali propositi di libertà, ma i democratici borghesi (e molti anche non borghesi) stentano a credervi, ed in politica le impressioni, anche se infondate, hanno ·valore di realtà. Nessuno meglio dei socialisti potrà riescire a far dileguare tanta diffidenza, nessuno più di loro, se resteranno da essi distinti, potrà aiutare i compagni comunisti a farsi riconoscerè per i migliori compagni della libertà ed a raggiungere i più luminosi obbiettivi comuni. LODOVICO TARGETTI DOCUMENTAZIONE Innocenti all'estero A suo tempo Ja stampa fascista riportò la notizia che negli Stati Uniti era stata creata una scuola preparatorill per i futuri membri dell' A.M.G-0.T. L'iniziativa era giu– dioota molto allegramente e fornì lo spunto ai" nostri quo– tidiani per una facile critica e per una sciocca ironia. Al– lora le armate dell'asse, benchè non più marcianti vittoriose rnrso le capitali nemiche, non conoscevano ancora la realtà del « bagnasciuga » e dei B. 29. Non furono molti a comprendere nel suo importante si– gnificato oiò che gli Americani con metodo e preveggenza tipicamente anglosassoni, iniziavano nella nuova scuola di Charlotte.sville. Da aHora molte migliaia di uomini uscirono da quella Accademia e vennéro a portare il loro contributo alla Vittoria Alleata in Europa. Il loro servizio anche oggi rimane importlmtissimo e mentre i G. I. attendono con an– sia il loro turno di rimpatrio, glò uomini dell' A. M. G. •ri– mangono tra noi con un importantissimo compito di colla– borazione con i nuovi governi democ~atici dei Paesi liberati- Un interessante studio su questi uomini troviamo in uno degli tùtimi numeri del settimanale americano The Na– tion. L'autore, Saul K. Padover, noto studioso di scienze politiche e ufficiale del P. W. B. sul teatro europeo in que– sta guerra, ci offre un brillante esempio di quello che può essere una critica nettamente libera ed improntata al carat– tere squisitamente democratico del giovane popolo a cui molto dobbiamo per la sconfitta dei nazi-fascisti. E' una cri– tica piana, priva di astio e ricca di suggerimenti e di pro• poste. L'articolo dall'audace titolo lnnocents abroad si rife– risce al governo militare in Germania, ma crediamo oppor– tuno il compendiarlo per i molti punti di contatto con la quasi analoga situazione in Italia. L'A. inizia il suo interessante esame dicendo essere cosa piuttosto imbarazzante parlare degli ufficiali del M. G. Essi sono infatti così vulnerabili ed ancora così innocenti, in ogni senso della parola, che il criticar!; è davvero cosa non facile, anche perchè essi sono generalmente delle care persone che prodigano il meglio del loro sapere e della loro abilità- Non è colpa loro se entrambe sono limitate. Comunque non pos– sono essere accusati di malizia e solamente una minima parte di loro può essere incolpata per abuso di potere. Il guaio è altrove: esso incomincia con le origini del M. G. Esso fu organizzato come una parte integrante del– l'esercito con funzioni di comando ed era considerato più che altro un'appendice militare di questo. Esso non era pro– priamente allenato a dirigere una Germania in tempo di pace. Due sono i tempi successivi dell'esercizio del M. G. in Germania- Nel primo tempo, prima della definitiva caduta del nazismo il compito di affiancamento del M. G. fu facile e il mantenere l'ordine nel periodo delle ostilità era un obiet– tivo senza difficoltà. I tedeschi s~ dimostrarono dei !Suonicol– laboratori e più di uno di essi orgogliosamente proclamava con un cartello sulla sua porta di casa: « Qui abita Herr X, collaboratore degli Americani». Un maggiore del M. G. disse in una città renana con sincera ammirazione: « Essi sono un popolo meraviglioso. Alle dieci del mattino ho ordinato la evacuazione di un numero di case per le tre del pomeriggio per requisirle per le mie truppe. Un'ora dopo avevano già evacuato tutti. Non è un bel record? ». Le vere difficoltà e i duri grattacapi sorsero a combat– timenti finiti. In questo secondb tempo gli uomini del M. G. incontrarono ostacoli di natura politica per i quali non erano prepamti- Osservatori amichevoli, vedendo le loro azioni inef– ficaci, furono obbligati a_ concludere che il personale del

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