Lo Stato Moderno - anno III - n.2 - 20 gennaio 1946

LO STATO MODE~N~ 39 OPINIONI Tendenze e funzioni del Pa11tito Socialista Fermo il vertice, il quadro della· Segreteria del Partito Socialista è mutato. Mutamento di rotta? Non si può dire. Parziale chiarificazione, forse. Come in tutti i partiti, come in tutti i tempi, anche oggi nel Partito Socialista affiorano - per non dire emergono - tendenze contrastanti. Tre spiccano più de:ineate: una cen– trale e due lat'erali che, con denominazione classica, ven– gono designate una di destra e di sinistra l'altra; in termini attuali: antifusionista la cosiddetta destra, fusionista la co– siddetta sinistra. Si può affermare che su iniziativa ,precipua degli ele– menti di quest'ultima e quindi sulla tesi ed il programma loro si ricostituì nel periodo immediatamente precedente la clandestinità il nuovo partito socialista ital.ano unificato. Prova inconfutabile la nuova denominazione del partito, con– tenente in sintesi il principale obbiettivo del suo programma. La storia è nota: il Partito Socialista Ufficiale, avversata la guerra del '15 e uscito vittorioso dalle elezioni del '19, si trovò nel gennaio del '21 a Livorno a subìre la prima scis– sione, causata dal più solidale atteggiamento verso la rivo– luzione russa e dalla più passiva acquiescienza verso la Terza Internazionale reclamati dagli elementi estremisti del partito; e i dissidenti formarono il Partito Comunista, aderente alla Terza Internazionale di Mosca, mentre quello socialista restò legato alla Seconda di Amsterdam. Nel '22 a Reggio avvenne. per l'atteggiamento intransigente della direzione massimali– sta del partito, contraria a qualsiasi adattamento o collabo– razione, un'ulteriore scissione con l'espulsione degli unitari e s'ebbero così, il Partito Socialista Unitario ed il Partito So– cialista massimalista. La ventata reazionaria· infranse tutti i partiti; soltanto quello comunista riescì a mantenere in vita i suoi q~dri,. gli altri risorsero embrionalmente in Francia. e] 1930 a Parigi i due partiti socialisti si rifmero e sotto– scrissero una carta d'unità socialista e il nuovo Partito So– cialista Italiano, come il confratello francese, si dichiarò Se– zione dell'Internazionale Operaia Socialista. La diversità- dei metodi e la gradualità nella lotta, sep– pure volta al conseguimento degli stessi fini, la ·stretta soli– darietà dei partiti comunisti europei con la politica estera del Governo di Mosca, l'obbedienza quasi cieca alle direttive del Comintern ed il loro ordinamento interno scendente' dal vertice alla base, valsero, durante vent'anni, a differenziare vieppiù il carattere e la fi~ionomia dei partiti socialisti europei da quelli comunisti. Ma l'intervento russo a lato delle democrazie occiden– tali nella guerra contro il nazismo tedesco ed il fascismo italiano, riavvicinò naturalmente i partiti mar:(isti. Poi venne lo sciogli~ento della Terza Internazionale e i comunisti, ces– sando daU'invoca"re la dittatura del proletariato, proclamà– rono intendimenti democratici e gradualisti; ammisero col– laborazioni impensate, tolleranze stupefacenti e chiesero di rifondersi coi socialisti. Parecchi di questi risposero di non credere a ciò che appariva, cioè all'inverosimile, e pur di– chiarandosi propensi a una sincera alleanza, rifiutarono senza esitazione ogni profferta fusionistica. A molti invece apparve sgomberato il campo, che dai comunisti li divideva, da ogni impedimento ideologico e sostanziale. Non aderirono al par– tito comunista per )'attaccamento storico sentimentale che li avvinceva al loro vecchio partito, ma in questo avrebbero volontieri riaccolti i compagni che se n~eran dipartiti oltre vent'anni prima. In questi ultimi però un nuovo i:iusti:ficato attaccamento era sorto per il partito che li aveva in quel ventennio cementati attraverso una lotta più attiva, più serrata, che li aveva fatti direttamente partecipi della strepi– tosa vittoria del comunismo moscovita. Che fare? Un matri- , mcnio non era possibile, perchè nessuna delle due parti in– tendeva rinunciare al suo casato, fu deciso allora un fidOJl– zamento, una promessa di matrimonio. Fu questa soluzione che permise - malgrado la riluttanza dei vecchi unitari - la fusione del risorto Partito Socialista Italiano in Italia nel– l'agosto del '43, col M.U.P. (Movimento d'Unità Proletaria) che era il gruppo dei socialisti propugnanti il matrimonio immediato. Ed il nuovo partito si chiamò P.S.I.U.P. (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria). Le tre tendenze .era dunque già profilate: i fautori del matrimonio immediato, magari con casato del tutto nuovo· (M.U.P.); i fautori dell'alleanza senza legami impegnativi (i vecchi unitari, meno attivi ne1 per\odo preclandestino e clan– destino perchè in media più anziani); e i fautori del fidan– zamento (gli elementi più attivi, quelli la cui tesi prevalse e che permise di trovare il punto di fusione tra il P.S.I. e il M.U.P.). Logicamente aderendo al ni,ooa partito era im– pUcita la 1'inuncia ad una. fusiorte immediata ooi comunisti, chè altri~nti mm c'ero bisogno di crleane un nucoo partito socialista, ma anche l'acaettazio~ d'una fuskme rinviata, chè altrimenti niessun signifcato si .;w-ebbe potuto attribuire alle due ultime ini;viali delki nuova sigla del partito). . Non ~i dimentichi però che questa decisione fu presa io periodo preclandestino, e confermata poi - con procedura miracolosa ma necessariamente assai parziale (novembre 1944) - in piena clandestinità, da una maggioranza di pochi ele– menti attivi, privi di qualsiasi legale mandato e della pos– sibilità d'una visione panoramica politica sufficiente a farsi ed esprimere giudizi chiari e definitivi. Nè si dimentichi che )e, scarse adesioni del periodo preclandestino e quelle più numerose del periodo insurrezionale e post-insurrezionale, furono date ed accettate senza preoccupazioni eccessive di punti sugli i. Si aderì al P.S.I.U.P. senza· curarsi molto del significato preciso di quell' « unità proletaria»; si accettarono le adesioni senza richiedere ad alcuno l'accettazione espli– cita dell'inf.enzione racchiusa in quell'etichetta. Queste considerazioni soltanto spiegano l'aspro dibat– tito sorto sulla fusione al Consiglio Nazionale dello scorso agosto, l'atteggiamento a.ntifusionista senza limiti di tempo d"una larga corrente del partito, J'indiscutibile mutamento di indirizzo "di molti elementi della corrente centrale e, fatto ancora più singolare, il pass_aggio daJl'ala fusionista a quella opposta di alcuni altri elementi, specie giovani. Perchè, senza queste considerazioni, effettivamente non si giustificherebbe il dibattito, nè si spiegherebbe l'insorgi– mento dell'equivoco che sembra averlo originato. Oggi la 'Situazione è questa: i fusionisti dicono: « Ab– biamo ricostituito il partito con l'intendimento basilare pre– ciso e manifesto di atte"ndere il momento più propizio per fonderci coi vecchi compagni comunisti, anzi con ogni altro movimento politico proletario, per formare un unico partito proletario, allo scopo di conseguire il migliore interesse della classe proletaria, per rispondere .all'antico appello di Marx e di Engels: « Proletari di tutto il mondo unitevi! ». Tale intendimento fu ancora una volta proclamato, nel modo più esplicito, come il precipuo, anzi il fondamentale, nella mo– zione programmatica del Comitato Centrale del!' Alta Italia (novembre 1944) e tutti coloro che hanno aderito al P.S.I.U.P. non potevano ignorare, prima di aderirvi, questo programma e ci stupisce il loro atteggiamento odierno"· Gli antifusioni11ti dicono: e Noi abbiamo aderito al P.S.1.U.P. perchè abbiamo visto reincarnato in esso il vecchio partito socialista italiano; socialisti siamo sempre stati ed intendiamo rimanere; se le ••

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