Lo Stato Moderno - anno III - n.2 - 20 gennaio 1946

36 LO STATO MODERNO menti di carriera anche di notevole entità per quel funzio– nario che con le sue proposte pratiche abbia fatto realizzare allo Stato maggiore economia, o comunque abbia allo Stato procurato il maggior vantaggio economico. Un funzionario di provata esperienza e capacità sia er– manentemente addetto all'esame di tali proposte e sia tenuto a riferirne annualmente a chi di ragione. Giovani di cultura perfetta possono essere all'atto pratico non adatti per determinati impieghi. Il passaggio fra un' am– ministrazione e l'altra delìo Stato di elementi che si dimo– strassero meglio adatti ad occupare determinati posti sia reso facile e sia anzi incoraggiato. Sia in proposito fatto obbligo ai capiufficio di segnalare quegli elementi che per spiccate attitudini più proficuamente sarebbero adatti per determinati settori. Si istituisca presso ogni direzione di ufficio una specie di consiglio d'amministra– zione cui ogni capoufficio debba riferire di tutte le pratiche più importanti e deìl'andamento del proprio ufficio (vedi an– cora su questi argomenti il Petrocchi}. Ogni collega potrà dare così quei suggerimenti che la pro– pria esperienza e la maggiore capacità gli può far dare e ciascun funzionario verrà ad avere giudicata la propria opera in modo continuativo da un collegio permanente. Per deter– minate pratiche ed affari si richieda l'approvazione collegiale di questa specie di consiglio d'amministrazione. Si riveda tutta la materia delle assunzioni. Si rendano meno onerosi per quello che concerne la cultura generale e si pre– tenda una maggiore competenza nella materia professionale. Si procuri di rendere effettiva la possibilità di chiamare a determinati uffici elementi di indubbia capacità, prelevandoli se occorre dagli uffici privati, o professionali e, perchè no?, fra gli uomini cl' affari di indiscussa probità e di notorietà nazionale. Anche se su quanto abbiamo sopra esposto naturalmente non tutti saranno d'accordo, pensiamo però che su u-n punto tutti consentiranno con noi: la riforma della burocrazia non potrà farsi attendere o!tre senza compromettere la soluzione effettiva di tutti i problemi della ricostruzione, alla cui ese– cuzione è la burocrazia che viene preposta. Non dimentichiamo che ai burocrati dovrà essere a'ffidata l'esecuzione degli importanti provvedimenti finanziari che sono allo studio. Dal loro successo dipenderà in gran parte l'avvenire del paese. Noi potremo darci le leggi piv perfette e più sagge, le meglio adatte ai duri momenti che stiamo at– traversando, ma esse resteranno lettera morta, o quanto meno il loro rendimento sarà assai modesto, se non avremo in perfetto stato di funzionamento gli organi che dovranno applicar:e. E adj:sso, dopo che ne abbiamo parlato male, ci sia con– cesso di spezzare una lancia a favore della burocrazia italiana. Poicbè è invalso l'uso di avvilire e svalutare ogni cosa nostra, ci sentiamo in dovere di affermare però che la burocrazia italiana, con tutti i suoi difetti e le sue manchevolezze con tutte le sue lamentate corruzioni, è ancora fra le mi~liori d'Europa e fra le meno corrottè. Prova ne sia il commercio di ogni favore e di ogni con– cessione, dai divorzi alle cittadinanze ed agli appalti, che si fa in molte burocrazie straniere che fra l'altro non hanno la attenuante del disagio economico nel quale vive la nostra burocrazia. Queste constatazioni abbiamo voluto fare non per dei confronti odiosi nè per consolarci con uno sciocco mal co– mune mezzo gaudio, ma perchè siamo fermamente convinti che la nostra burocrazia è un organismo fondamentalmente. sano e che sta solo in noi evitarne la completa rovina. NICOLA RUSSO Difesa di un Ministero Difesa postuma, si capisce bene, ora che il ministero della ricostruzione è mcrto, ben morto, sacrificato, durante l'ul– tima crisi, sttll'altare della concordia dei partiti. Ma difesa lo stesso di questo ministero, veramente vissuto l'espace d'un matin. Stil carattere rissoso e fazioso degli italiani si è scritto e riscritto: e qui non vole certo la pena nemmeno per fare bella figura con appropriate citazioni, di ritornare sull'argo– mento. Si può solo estrarre t1n vo' di succo da queste consi– derazioni sul nostro costume: gli italiani litigano perchè in– dividualisti e perchè pronti ad esasperare questa loro carat– teristica, bella o bmtta che sia, sino alla indisciplina, sino all'anarchismo. Ognuno vuole fare da sè. Ognttno intende ar– rangiarsi. Ognuno trova che il lai;oro degli altri è mal fatto mentre è solo ben fatto il suo. Questo spirito individualistico, i11tempi normali, è contenuto i11leggi e disposizioni di governo che tut.ti , bon gré mal gré, osservano. Ma in tempi anormali. come gli attuali, non v'è diga legale che tenga. E Che c'entra tutto questo, si domanderà il solito lettore, con la promessa difesa del ministero della ricostruzione? C'entra. E come. E accontento subito il lettore. La ricostmzione eco– nomica del paese è opera poderosa e poliedrica che in veste tutti i settori della vita italiana. Opera clie ricliiederà, per molti anni, sforzi inauditi e mezzi ingentissimi. Ma i mezzi a disposizione, invece, sono scarsi. Donde la necessità di coor– dinarli, cli stabilire delle precedenze nella ricostruzione, di economizzare all'osso, cli non far nascere doppioni inutili e colli via. In altre parole di creare un organo centrale avente l'autorità di fare rispettare a tutti gli enti incaricati della ri– costruzione tm certo piano comune di lawro: proprio il èom– pito del ministero della ricostruzione. Invece? Invece i singoli ministeri si dimostrarono subito insoffe– renti ad una disciplina comune di attività. Al ministero dei lavori pubblici vogliono ricostruire e riparare co11 un certo criterio senza tener conto delle esigenze di altri ministeri. Il ministero delle comunicazioni riatta le ferrovie per conto suo. Il ministero dell'industria fa dei piani senza tener conto delle possibilità finanziarie che solo il ministero degli esteri può forn'ire. Il ministero delle finanze litiga con quello del tesoro e viceversa. Il ministero del lavoro appare e non ap– pare. Adesso è rinato il ministero ,/egli scambi e valute as– sumenclo il nuovo nome di ministero del-commercio estero: e co11le unghie e con i denti cerca di farsi riattribuire fram– menti di potere già spartiti fra tutti gli altri ministeri. Si capisce wbito come queste rivalità abbiano fatto blocco mandando a picco il ministero che proprio aveva il compito cli comporle. Invano questa funzione coordinatrice è stata attribuita ad tm evanescente C. I. R. (Comitato interministe– riale per la ricostmzione) che, probabilmente, non funzionerà mai a dovere. Chiunque osservi con occhio obiettivo questo gazzabuglio non può fare a meno di domandarsi quanto tempo durerà la ricostruzume economica clel paese. In eterno se si va avanti co:.,1.Per fortuna la burocrazia romana, per quanto impegno ci metta, non riesce a frenare completamente la volontà ri– costruttrice degli italiani- Ci cuoi altro. I ministeri italiani continuino pt1re a litigare tra cli loro, a lavorare per contd proprio senza sapere che cosa fanno gli altri, a mantenere in vita (ed anche a creare) enti e superenti comodi rifugi per mclti spostati. La rycostruzione è effettivamente una costi più grande di loro. Gli italiani sempre più si accorgono che non c'è da far gran conto su effettivi aiuti da Roma: e che da r; vengon solo intralci. Per cui agiscono di conseguenza. L. L.

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