Lo Stato Moderno - anno III - n.2 - 20 gennaio 1946

34 LO STATO MOJ;)ERNO BONIFICARE LA BUROCRAZIA Il risanamento della burocrazia, allo stato attuale delle cose, è un problema che non può più essere rinviato se non vo– gliamo compromettere forse in maniera irreparabile l'avve– nire del paese. La questione investe, senza alcuna esclusione, tutti i settori della nazione dalle finanze alla giustizia, dalla pubblica educazione .all'agricoltura, all'industria, al commer– cio, all'esercito. La riorganizzazione dovrà essere radicale ed in profondità se vogliamo seriamente avviare il paese a quel:a ricostruzione morale e materiale della quale tutti parlano ma per la quale, a torto od a ragione, si ha la sensazione che troppo poco si sia fatto finora. Siamo alla vigilia dell'emanazione di provvedimenti note– volissimi in molti campi e particolarmente nel campo finan– ziario, provvedimenti che dovrebbero dare l'avvio alla rico– struzione del paese ed al risanamento della situazione finan– ziaria e monetaria, indubbiamente, fra tutti i problemi, il più ,urgente e quello alla cui soluzione sono subordinati tutti gli altri problemi che dovranno esser-e affrontati nelrimme– diato avvenire. Non c'è dubbio alcuno che il rendimento dei preannunziati provvedimenti sarà assai modesto finchè la sua esecuzione sarà affidata ad una burocrazia che si trova in stato di crisi, per farla uscire dalla quale quel che si è fatto finora dal lato economico è insufficiente, mentre nulla si accenna a fare per la. riforma burocratica. La situazione della burocrazia nel suo vasto insieme è assai più grave di quanto comunemente si creda e la que– stione va affrontata e risolta con risolutezza, senza indugi, senza debolezze <e nella sua interezza, poichè il problema economico, sebbene di importanza vitale, non. è il solo. La situazione economica della burocrazia non potrà essere ri– solta in maniera radicale - come lo deve essere - se con– temporaneamente non si porrà mano alla sua riforma. La · situazione economica degli statali è veramente grave e non esageriamo a chiamarla tragica, specie per i funzionari retti. Si può essere eroi una, ·due, venti volte, ma non non si può pretendere che il funzionario statale sia un eroe in tutti i giorni ed in tutti i minuti della sua vita ed è pacifico che senza un vero e proprio eroismo il funzionario itali ano non può vivere. E' stato detto recentemente che nulla più si può fare, nel campo dei miglioramenti economici agli statali senza com• promettere il malfermo bilancio dello Stato. Md occorrerà evitare che il bilancio dello Stato venga maggiormente com• promesso tenendo la burocrazia in uno stato di permanente disagio. Il tabacco del monopolio dello Stato, che si trova in ab– bondanza alla borsa nera ma che è cosl parcamente razio• nato al consumatore, il permesso per le macchine che in molte provincie italiane va pagato per vie traverse per es– sere ottenuto; le mille concessioni indispensabili alla vita quotidiana delle aziende, come degli individui e per le quali biso_gna sottostare a mille quotidiane piccole camorre, sono i sintomi di un unico male che va affrontato e risolto con coraggio per uscire da una situazione che è umiliante Per ogni branca della pubblica amministrazione il problema stante tutto notevole, di burocrati retti ma il cui numero si assottiglierà con progressione geometrica se nòn si provve• derà al più presto alla riforma om1ai da troppo tempo attesa. Per ogni branca dela pubblica amministrazione il problema presenta i suoi particolari aspetti e naturalmente il piano di riforma dovrà essere predisposto ed attuato tenendo conto delle ~ingole strutture e delle -esigenze particolari di ciascun ramo dell'amministrazione statale. Si potranno in ogni modo cominciare ad esaminare alcuni fondamentali problemi di oa– rattere generale la cui risoluzione .è premessa indispensabile per l'attuazione delle singole riforme. on sarà inopportuno intanto esaminare obiettivamente alcune cause che hanno portato la burocrazia italiana all' at– tuale grave stato· di disagio mòrale e materiale. Bisogna ri– salir-e al periodo immediatamente precedente alla guerra libica per trovare la burocrazia italiana in piena e quasi ,perfetta efficienza sotto tutti i punti di vista. I radi, sporadici casi di scorrettezza venivano colpili con immediata e severa azione repressiva (il caso Nasi insegni), che non si limitava al tra– sferimento dei funzionari colpevoli, secondo l'uso invalso nei recentissimi tempi. L'El condizioni economiche dei funzionari erano, è vero, modestissime ma, tenuto conto delle più modeste esigenze di quei tempi e del basso costo della vita, erano tali da as• sicurare loro una vita tranquilla e decorosa. L'impiegato statale di concetto veniva assunto con uno stipendio che si aggirava sulle L. 1800 circa all'anno, cifra che oggi può sem– brare sbalorditivamente irrisoria, ma che consentiva un tenore di vita modesto ma dignitoso se si tiene conto che allora il prezzo di una camera con pensione completa, in buone pen– sioni, variava dalle L. 30 alle L. 45 mensili! La guerra libica segnò la prima tappa di un aumento ge– nerale nel costo della vita che lentamente ma inesorabilmente, con brevi oscillazioni, continuò sino alla grande ,guerra 1915- 1918; questa causò un più tragico balzo in avanti in -tutti i costi. Le provvidenze emanate dai vari governi per miglio• rare le condizioni economiche degli impiegati statali furono in verità sempre inadeguate. Un malinteso senso di economia non fece mai considerare il .danno ben maggiore che derivava allo Stato dall'indurre la burocrazia a trascurare sempre più il proprio dovere per lo stato di permanente disagio econo– mico in cui essa veniva a dibattersi. Nonostante ciò, la quasi totalità dei funzionari statali ita– liani, bisogna riconoscerne loro il merito, rispondeva ancora nei 1919-20 alle proprie funzioni; il senso del dovere non era ancora una vana parola, l'attaccamento all'ufficio era ancora profondo e reale. Il fascismo trovò la burocrazia italiana in uno ·stato di disagio assillante, ma aveva ancora in mano un ottimo istru– mento che, con accorte riforme - e ne avrebbe ben avuto i mezzi ed il tempo - poteva diventare perfetto, per quanto sia perfettibile ogni cosa umana. Ma una serie di balordi provvedimenti sgretolò letteral– mente un edificio le cui crepe· cominciavano ad affiorare, ma che poteva, essere rapidamente restaurato. La burocrazia fu avvilita e mortificata dai provvedimenti che esclusero dalle promozioni e dai benefici diversi di carriera, prima coloro che non erano muniti di tessera del partito e poi i celibi. Molte nullità ascesero a posti di comando o per il solo merito della tessera o perchè avevano in moglie una buona fattrice di figli, mentre vennero relegati ai bassi ranghi della carriera gli ~piriti in~ndenti. Questo stato di cose produsse nel pe– riodo dal 1922 al 1936 un vero esodo dalle file degli im– piegati statali che in buona part~ si diedero, i più coraggiosi alle libere professioni, gli altri agli impieghi privati ove tro– vavano facilità di assorbimento e possibilità di buone e rimu– nerative carriere. Si perdettero cosi ottimi elementi che po· tevano diventare preziosi per la macchina statale. Lo stato di disagio economico dal 1936 ad oggi è aumen– tato gradualmente sino a diventare un vero stato d'esaspera– zione ed ha gettato la burocrazia in un marasma dà) quale ....

RkJQdWJsaXNoZXIy