Lo Stato Moderno - anno III - n.1 - 5 gennaio 1946

16 LO STATO MODERNO vinco!nta) e de}:e spese generali (per effetto di una più limi– tata produzione e di un più ritardato sviuppo tecnologico) il costo complessivo dei prodotti è, in Ita:ia, assai e:evato rispetto que:!o statunitense. In queste condizioni il cambio di 225, attualmente fissato, è assai lontano dai rapporti medi o comunque più frequentl di parità co1Dmerciale. Questa situazione di « cambio favore– vo:e » è in effetti una dura incognita per 1n nostra economia. La uti:ità di un cambio troppo basso, come è noto, può essere giustificata solo in caso di grave crisi di rifornimenti. Indub– biamentl!' la no,trn situazione produtti\la è condizionata e -!i– mitata da una effettiva scarsità di mezzi di materie prime e a tutta prima un cambio, così basso può apparire vantaggioso. Pagare a prezzì naziona'.i bassi può essere conveniente, ma quali vossibi:itìl' abbiamo, in queste condizioni, di pagare? Per la sua ripresa economica L nostro Paese abbisogna d1 una notevo:e massa di materie, semi'.avorati ed energie (o:il mfaemli e combustibili) che, illustrate e dettagliate nei van piani di rifornimento predi~ost.i (piano di transizione settembre-dicembre 1945, piano di primo aiuto per il 1946), potranno preva'.entemente essere fo;nite dai mercati ang:o– americani. Per quanto riguarda il finanzhunento del piano di tran– sizione per i'I 1945 (circa 200 milioni di do:!ari) questo è as– sicurato dal:e disponibilità di va,uta •statunitense esistente in un nostro conto do::ari a Washington e proveniente dagli accreditamentf delle am-lire emesse in Italia dagli A::eati pe1 conto del:e tru,ppe statunitensi, da!:e rimesse degli ita:iani neg:i Stati Uniti e da crediti vari. Per il piano di primo aiuto per i! 1946, il cui alhmontare è stimato a circa 1200-1300 milioni di do::ari, di cui 800 circa per necessità industria'.i, nessuna possibiità di imme– diato pagamento si presenta attualmente. Gli Alleati. hanno concesso un rifornimento di materie e prodotti da parte del•:•u.N.R.R.A. fino ad un ammontare di 450 milioni di do::ari. Dato il carattere di soccorso e di im- . mediato aiuto che tale contributo deve avere, circa 200 mi– !ioni di do::ari saranno rappresentati da prodotti a:imentarj. Tenuto conto dei no:i che ;·u.N.R.R.A. dov,-à pagare per il trasporto di tùtto C materia'.e destinato all'Italia restano pe1 gli approvvigionamenti di carattere in<lustria:e circa 200 mi– lioni di do::ari (un quarto de'. piano lndustriale per il 1946) che saranno investiti (Princ:pa:mente per !'acquisto di carboni (20% circa), materie prime tessili (25% circa) prodotti farma– ceutici (5%) ed litri prodotti e materie varie. A questo punto, data tale situazione, si presentano in concreto due prob:emi: qua:e sarà. il prezzo di cessione ai prod\lttori italiani, dei materiali che perverranno in base al piano di transizione 1945 di cui sono preannunciati arrivi per comp:essivi 55 mi:ioni di dollari (indirettamente già Man– ziato) e in base al piano U.N.R.R.A. 1946 (in altre paro:e gra– tuitamente fornito)? Ino'.tre qua'.i possibilità ha l'Italia di ap– provvigionarsi, negli Stati U.niti od a:trove, de'.le altre ma– terie e prodotti necessari alla_sua ripresa economica? Per quanto riguarda il primo punto il ,prob:ema si rife– risce al-:e ripercus,ioni de! cambio, fissato per !a conversione in lire del va•'.orein do::ari de]e me°rci importate, sul mercato E' USCITO: W. GIUSTI Il Pnis'iPro di Len1.n ( Bibliotica déllo Stato Moderno) GENTILE EDJTOBE interno dei prezzi e de!'.a produzione. E' evidente che il mer– cato è talmente avido di ben~ sia di consumo che strumf'n– tali, per cui non sorgeranno certo, specie in questi tempi, pro– b:emi di sovradisponibi:ità e qùindi di crisi. Bisogna però fare distinzione fra beni di consumo diretto e beni strumentali o materie prime nonchè fra beni non pro– ducibi'.i in Ita'.ia e beni che anche ne! nostro Paese sono pro– dotti in limitata oppure sufficiente quantità. L'app'.icazione di un basso cambio, come può essere que[o attua:mente fissato con il do]aro, darà, a coloro che entre'?anno in possesso di merci di importazione, un profitto di •congiuntura a svantaggio dei produttori naziona:i, i quali, vedendo sacrificar-$ via via la prodàzione del:e imprese marginali, non solo subiranno del'.e perdite ma sariinno pessimisticamente orientati su'.:e pos,si– bi:ità future di produzione con le conseguenti ripercussioni di natura economica e socia'.e. Se si tratta di beni di <,-Onsumo diretto o di materie faci:– mente controllabili :ungo il processo di lavorazionb fino al prodotto finito,una organica struttura funzionante di organi di discip:ina e di distribuzione può spostare tali sopraprofitti di congiuntura dag:i intermediari commercia:i e industriali di– rettamente a favore dei consumatori con_tribuendo così ad una riduzione del costo de'.'.a vita. Per quanto riguarda i beni ,strumenta'.i i bassi prezzi favo- . riranno la formazione di sovraprofitti d'emerg,enza che po– tranno essere avocati da::a collettività o con imposte o con vend:te a:I'asta a cura de:Jo Stato dei beni importati o con l'applicazione di particolari correttivi, mentre. in a:tri casi, specie se trattasi di mel'Ce di non fondamentale e farga irn· portanza, si potrà '.asciare più aJ11Pia:ibertà. Mo:to più importante è l'inf.uenza del cambio per la ri· cerca de'.'.e vie e de'.le moda'.ità per ottenere il finanziamento de::e altre materie di importazione previste dai piani. I nor– mali mezzi di .approvvigionamento sono, come è noto, i se• guenti: esportazioni; compensazioni; prestiti; altre partite at• tive de]a b[anc:a dei pagamenti. k: fine di realizzare esportazioni, e compensazioni è ne– cessario, però, che il '._iveli:o di cambio sia suff:ciente a izaran– tire la possibi'.ità deJ:e vendite a::•estero dei nostri prodotti. I! cambio di 225 non è ancora 51,1fficientea favor:re il nostro commercio estero. Mentre il rapporto di 1 a 100 non per· mette. prat:camente. alcuna esporta?'one. ad un cambio di 225 a!cune merci diventano esportabili in certi Paesi europei (limoni, aranci, vino, uva, essenze, acido ta~a:ico e c!trico, canapa. zo:fo, mercurio, seta, ecc.). Ma molti a.tn prO'inth. spe– cie de:I'industria meccanica, non sono ancora esportabili ed un Guoulteriore aumento, non eccessivo (forse sui 300/350 circa), potrebbe assicurarci notevo'.i a'.tr&correpti di esportazioni ~ti'.i a fornirci, gli indispensabi:i mezzi finanziari per le nostre llll- portazioni. . · A:tra fonte di finanziamento è l'ottenimento di crediti al– l'estero, ma tenuto conto de'.la situazione, questi dovranno esser~ spesi unicamente neK'acquisto di beni strumentali e, da::'altra parte, so:tanto con una ripresa del'.e nostre opera– zioni commercia!i con !'estero e con un ristabilimento de:Ia nostra posizione di equi'.ibrio, sarà più facile il loro otteni• mento. Da'.le suesposte considerazioni !J>pare notevole ·l'interdi– pendenza dei vari problemi insiti a que'.lo del cambio e te• nuto conto del:e necessità di importazioni e di esportazione e de]a opportunità di evitare che cambi sottova'.utati pregiu– dichino a!cune nostre indust;i; pur senza giungere a prote– zionistici interventi, il cambio di 225 ci appare ancora- note- vo:mente basso. .. · GIOVANNI LANDRISCINA

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