Lo Stato Moderno - anno II - n.20 - 20 novembre 1945

::!Oti LO STATO MODERNO zione del reddito complessivo rispetto all'anteguerra si valuta in circa il 55 per cento e che in effetti ,la disponibilità di materie prime, attuale e prevista per i prossimi mesi, con– sentirà di mantenere un livello produttivo pari alla metà circa di quello prebellico, Ne è una conferma il fatto che anche la retribuzione nominale degli impiegati è, in media, di sole cinque volte quella dell'anteguerra e la retribuzione dei dirigenti di circa tre volte e mezza. I] miglioramento relativo delle retribuzioni dei lavoratori e, fra questi, di quelle categorie inferiori, è una conseguenza della necessità indiscutibile di assicurare a tutti il minimo di sussistenza, facendo gravare gli oneri del.Ja guerra prin– cipalmente sulla propriet\l, e sui maggiori redditieri. D'altra parte non si potrà andare oltre un certo limite nel livellamento dei redditi senza compromettere seriamente le possibilità di risparmio, sia diretto che attraverso l'imposizione fiscale, e quindi le possibilità di ricostruzione del paese. Le retribu– zioni attuali sono ancora insufficienti a soddisfare un bilancio normale dei lavoratori, ma anche quando si distribuisse in parti uguali il modesto reddito nazionale, l'entrata indivi– duale sarebbe ancora insufficiente a consentire un consumo normale di beni e servizi restando dispersa ogni possibile fonte di risparmio. Occorre, particolarmente in periodo di crisi, difendere il lavoro da:Ie leggi economiche del mercato, ma non si può stabilire un rapporto tra salari e prezzi che si allontani dal punto di equilibrio fra offerta e domanda di beni e servizi. E' con ta:e visione, oltre che in base alle possibilità e alle necessità delle industrie, che occorre esaminare le questioni salariali che oggi si dibattono sul tavolo delle discussioni. Oltre una generale perequazione delle paghe basi, è al– l'ordine del giorno una eventuale applicazione del sistema della scala mobile nell'intento di far variare l'indennità di contingenza concessa ai lavoratori in modo da adeguare pe– riodicamente le retribuzioni alle variazioni del costo della vita. Il sistema, largamente applicato dopo l'altra guerra in diversi paesi ed anche in Italia, è sostenuto dli lavoratori a difesa dei loro redditi ed è accolto da una parte degli indu– striali che lo preferirebbero alle continue revisioni delle ta– riffe salariali. Esso però incontra non poche opposizioni giu– stificate da considerazioni economiche e tecniche. Le considerazioni economiche, che trascendono i rapporti fra datori di lavoro e prestatori d'opera per investire pro– blemi generali dell'economia nazionale, portano a far temere che il sistema contribuisca al progressivo rialzo dei prezzi e quindi al processo di inflazione, attraverso un reciproco rin– corrersi fra prezzi e salari. Le variazioni dei prezzi determi– nerebbero, infatti, quelle dei salari, ma queste, a loro volta, determinerebbero le variazioni dei prezzi, ed essendo pre- gjltlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllillllllllllllllllllllllll!Jg USCIRAALLAFINE DELL'ANNO LA RASSEGNA D'ITALlA diretta da Francesco Flora Di vasto interesse italiano, di risonanza interna– zionale. Adunerà scritti dei migliori autori italiani viste, sarebbero anzi scontate in precedenza dai prezzi. Dare al lavoratore la certezza che al crescere dei prezzi aumenterà in proporzione la sua retribuzione, significa tranquillizzarJo di fronte al rialzo dei prezzi, ma significa al tempo stesso lasciar liberi i suoi stimoli al consumo. Se i prezzi rialzano vuol dii-e, per legge economica, che la domanda è superiore all'offerta; se questa resta invariata, l'equilibrio potrà essere ristabilito attraverso una riduzione della domanda; l'adeguamento proporzionale dei salari ai prezzi tenderebbe invece a mantenere invariata la domanda ostacolando perciò il raggiut1gimento di un punto di equi– librio. Il sistema ·costituirebbe invero una causa concomitante delle variazioni dei prezzi, le quali non sono determinate sol– tanto dal gioco della domanda e dell'offerta ma anche, specie in periodi anormali e di forte instabilità economica come l'attuale, da altri fattori di carattere monetario e finanziario. Il sistema sarebbe inoltre fattore di instabilità nell'economia aziendale, rendendo incerti i costi e pregiudicando, quindi, i piani di produzione e qua•lsiasi regime vincolistico dei prezzi. Per queste considerazioni, l'eventuale applicazione della scala mobile dei salari non può ovviamente essere esaminata se non nel quadro delle direttive generali di politica econo– mica e in armonia con i provvedimenti che il Governo inten– derà attuare, sia per incoraggiare la produzione, sia per di– fendere il consumatore, e quindi, nell'un caso come nell'altro, gli interessi dei lavoratori stessi. Le considerazioni tecniche si basano sulla impossibilità, specie nelle attuali circostanze, di costruire una misura pre– cisa delle variazioni <lei costo della vita: qualsiasi misura non può essere stabilita che in base a criteri convenzionali, sia per la scelta ,delle merci e dei servizi da considerare, sia per i pesi da attribuire ad essi nella costruzione dell'indice. Questo potrà inoltre avere un movimento più o meno accentuato a seconda che si adotti il principio della immutabilità dei pesi attraverso il tempo, oppure quello della periodica revisione della composizione qualitativa e quantitativa dei generi - ferme determinate grandezze, come il numero minimo di calorie per la parte alimentare - in relazione alle disponi– bilità del mercato e alla condizione di minima spesa. Di or– dine tecnico sono anche le complicazioni derivanti alle azien– de dalle continue revisioni contabili che ,la scala mobile com– porterebbe. Qualora dall'esame della questione, nei suoi vari as,petti e riflessi, dovesse emergere l'opportunità di adottare il sistema, sarà comunque necessario applicarlo con tutti gli accorgimenti atti ad attenuarne gli inconvenienti. I numeri indici del costo della vita siano calcolati con norme precise ed uniformi sulla base dei prezzi medi mensili, considerando un complesso di generi e di servizi di cui sia sicura la rilevazione e che siano adeguatamente rappresentativi dei consumi di prima neces– sità dei lavoratori, escludendo le voci soggette ad una rile– vante elasticità di domanda o i cui prezzi siano particolar– mente sensibili alle oscillazioni del mercato. Dovrà essere considerata l'opportunità di attuare un adeguamento non in– tegrale alle variazioni del costo della vita, ma in scala gra– dualmente decrescente, sia nel caso di rialzo che di ribasso, trascurando, comunque, le oscillazioni inferiori ad un certo minimo ed attuando la revisione sulla base di una media degli indici di -più mesi. AGOSTINO DE VITA

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