Lo Stato Moderno - anno II - n.20 - 20 novembre 1945

LO STATO MODERNO 307 DAL PROCESSO DI RlOM , A.L PROCESSO PET AIN 7. - Il processo di Riom La radio di Vichy annunciava: « Giustizia <leve essere fatta! Il governo del Maresciallo Pètain considera il processo <lei responsabili della disfatta come un dovere inderogabile». Il 30 luglio 1~40 un consiglio di ministri si riuniva a Vichy per esaminare le responsabilità relative al passaggio dallo stato di pace a quello di guerra. Il giorno stesso l'atto costih1zionale n. 5 istituiva la Corte Suprema di Giustizia che, a differenza del Senato riunito io Alta Corte, era concepita come un tribunale pennanente, composto di giudici nominati dal consiglio dei ministri e incaricato di giudicare ministri, cx ministri e loro diretti collaboratori, sia militari sia civili, accusati « d'aver commesso crimini o delitti nell'esercizio delle loro funzioni o d'aver tradito i doveri della loro carica». Azione di diritto pubblico che non si prescriveva se non decorsi dieci anni dal giorno in cui era stato commesso il fatto, « anche se anteriore alla promulgazione della legge•· Ma via via, il campo delle sue competenze si andava esten– dendo ai ministri colpevoli cli concussione, a coloro che « hanno fatto sorgere o alimentato Jo spirito bellicistico, op– ponendosi con tutti i mezzi ai tentativi di conciliazione o di pace»; a coloro che, avendo il compito <li preparare la difesa del paese, non• l'harmo fatto; a coloro che dichiararono .Ja guerra dietro ingiunzione dello straniero, senza consultare la nazione; a coloro che, una volta dichiarata la guerra, fmono incapaci di condurre le operazioni. Questo elenco fatto daBa radio ufficiale di Vichy (Cfr. Allard, Les respon– sables de notre dérostre. Parigi, 1941, p. 11) rappresenta l'apertura massima del problema. Perchè la ricerca delle responsabilità era, nella Francia del 1940-42, un problema molto complesso, che non aveva con le responsabilità vere nulla a che fare, e avrebbe dovuto invece servire a ciascuno per provare la propria tesi. I tedeschi reclamavano il processo, onde dimostrare che la responsabilità della guerra gravava sulla Francia. Sarà la tesi estrema a cui tutti, dal più al meno, recalcitreranno, e alla quale Thierry Maulnier risponderà: « La Francia non ha di che giustificarsi davanti a nessuno, e soprattutto non di che scusarsi davanti al vincitore d'aver voluto difendere quello che le rimaneva dei vantaggi pagati con quattro anni di lotta snervante e col sangue di un milione e mezzo di suoi figli; la Francia non ha di che chiedere scusa a nessuno per aver tentato di venire in aiuto di un alleato in pericolo » (Acti011 Française, 26 febbraio 1942). Gli anti-vichiisti stessi di Parigi, pur desiderando fare concessioni alla tesi tedesca, volevano che dal processo uscisse l:r prova che la responsabilità della guerra ricadeva su di un determinato regime e sui partiti che erano al potere. Vichy dal canto suo, voleva, attraverso il processo, pro– nunziare la condanna della repubblica, del regime demo– cratico, degli uomini politici; ma scagionare lo Stato Maggiore. Gli accusati all'udienza del 20 febbraio 1942 di– chiararono: « Qui a Riom si tratta di uccidere la repubblica dopo averla disonorata> (Daladier); ma e se è il processo della repubblica che volete fare - griderà Léon Blum ten– dendo le mani verso i giudici - noi saremo qui i suoi testi– moni, i suoi difensori ». Gli uomini del!a resistenza. infine. scrivevano P~i loro fogli clandestini: « Non vogliamo in nessun modo prendere le difese di Daladier e di Léon Blum, ma già fin d'adesso la Francia sa che il processo di Riom è una farsa politica. Si vorrebbe condannare il regime repubblicano e renderlo responsabile di un disastro, cosicchè tutte le altre respon– sabilità vengano taciute. Come si può non vedere che, cosi agendo, si asseconda il desiderio tedesco? Addossare le respon– sabilità del:a guerra e della disfatta alla repubblica è addos– sarle alla Francia dato che il regime democratico è il suo ». (Combat, marzo 1942, n. 1). E' così che Vichy, cui in ultima analisi spettava di istruire il processo e pronunciare la sentenza, distinse tre temi: la responsabilità relativa alla dichiarazione di guerra, quel:a relativa alla sua· preparazione politica, diplomatica e militare e que!la della condotta della guerra; e, esc!usa la pri– ma che sarebbe andata troppo palesemente incontro ai desideri tedeschi, cosa che non era nelle intenzioni di Pétain; esclusa la preparazione politico-diplomatica, tema eccessivamente in– tricato che avrebbe fra l'altro portato decisamente in causa l'Inghilterra con la quale Vichy nell'interregno tra i due ministeri Lavai (13 dicembre 1940-20 aprile 1942) - e fu precisamente in quest'epoca che il processo fu istruito e si svolse - cercava sotto sotto di non inasprire ancor più i rapporti (il Maresciallo e i suoi ministri erano considerati dall'opinione pubblica filoinglesi e accusati di anglofilia dalla stampa di Parigi); eliminato senz'altro il tema della respon– sabilità nella condotta militare della guerra che avrebbe chiamato in causa lo Stato Maggiore (e Vichy era il mondo dei vecchi generali e degli ufficiali di Stato Maggiore e pro– prio in quel tempo uscivano i varii libri in difesa del loro operato) - non rimasero più che le responsabilità neHa pre– parazione militare della guerra, la quale, si voleva provare, non aveva potuto essere quale doveva, perchè il regime democratico è tale per sua natura da permettere che gli uomini politici intervengano in questi temi e facciano en– trare il giuoco politico an·che nella questione degli arma– menti. Cot, si diceva, aveva inviato i pochi areoplani di cui la Francia disponeva alla Spagna repubblicana; Blum aveva introdotta la settimana lavorativa di quaranta ore; Daladier era stato ministro della guerra, e il ministro della guerra è di diritto il presidente del Consiglio Supremo della Difesa Nazionale ... In questa atmosfera, tra un giuoco di opposti inte– ressi, si istruì il processo. Nei primi giorni del settembre 1940 vengono posti in istato di accusa e arrestati Daladier, Paul Reynaud, Gamelin. Guy La Chambre, ex ministro del- 1' areonautica che si trovava nell'America del Sud, rientrò io olipper per mettersi a disposizione della giustizia. Cot invece rimase laggiù, accontentandosi di telegrafare da Wa– shington per rivendicare a sè la responsabilità di tutti « i provvedimenti concernenti l'aviazione e le forniture d'arma– menti• ai repubblicani spagnoli nel periodo dal giugno 1936 al giugno 1938 ». I detenuti vennero internati nel castello di Bourassol vicino a Riom, sede della Corte Suprema di Giustizia. Agli imputati si aggiunse più tardi il controllore generale Jacomet. Ma il 12 agosto 1941 Pétain in un suo discorso annun– ciava di aver creato un Consiglio di Giustizia politica « onde giudicare i responsabili della nostra disfatta>. il quale < mi

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