Lo Stato Moderno - anno II - n.20 - 20 novembre 1945

LO STATO MODERNO 305 SAL,ARJE COSTO DELLA VITA Problema scottante quello degli adeguamenti salariali e problema di non facile soluzione nel momento attuale, quando ancora instabile è .il valore della nostra moneta e ancora in– certe sono le condizioni produttive del paese, strettamente legate ai rifornimenti di materie prime dall'estero e alle pos– sibilità di finanziamento. Per una precisa impostazione, l'adeguamento salariale va inteso come la ricerca della più equa ripartizione del reddito fra i vari fattori della produzione in modo che gli oneri della guerra siano giustamente ripartiti fra di essi. Non può essere visto, se non ignorando la realtà economica, come un sem– plice allineamento dei salari al mutato costo della vita. Lo squilibrio fra prezzi e salari è infatti espressione dello squili– brio fra disponibilità di beni e servizi e necessità di consumo, e finchè questo esista, qualsiasi allineamento non determine– rebbe che un beneficio momentaneo ai lavoratori, e forse neppure momentaneo ove esso, se previsto, fosse già in pre– cedenza scontato dal mercato. Per poter concedere a tutti i lavoratori una retribuzione. adeguata all'attuale costo dei consumi normali, occorrerebbe che il mercato offrisse beni e servizi in misura da coprire il fabbisogno de:la popolazione, ma in tal caso il problema del– l'adeguamento sarebbe risolto dal mercato stesso attraverso la riduzione dei prezzi. La realtà è che le distruzioni causate dalJa guerra, le ristrette possibilità produttive della nazione, gli scarsi raccolti del suolo, hanno notevolmente ridotto la massa di beni e servizi disponibili sul mercato, imponendo per tutti una limitazione ai consumi. Secondo alcune stime, il reddito nazionale attuale sarebbe, in eguali tem1ini monetari, pari a circa il 60 per cento del reddito prodotto nel 1938; se la riduzione dovesse essere di– stribuita proporzionalmente fra tutte le categorie produttive e, in ciascuna di esse, fra tutti i fattori <le:Ia produzione, la massa delle retribuzioni spettanti al lavoro dovrebbe essere, in termini reali, su un livello inferiore a quello prebellico di circa il 40 per cento. Analogamente -si può dire che la situa– zione individuale di ciascun lavoratore sarebbe comparativa– mente invariata, qualora la riduzione del proprio reddito fosse dell'ordine di tale misura. A determinare l'altezza del reddito del lavoro concorrono non soltanto i salari unitari, ma anche il volume del lavoro prestato, e l'ammontare dei sussidi corrisposti ai lavoratori che, per le attuali contingenze, sono interamente o parzialmente inattivi. La riduzione del numero delle ore per tutti gli operai dell'industria ad un massimo di 40 settimanali ha voluto ap– punto significare una ripartizione della riduzione del reddito del lavoro fra tutti i Javoratori, mentre la concessione di sus– sidi ed integrazioni salariali a mezzo dell'Istituto di Previdenza sociale per i disoccupati e per i lavoratori che lavorano meno di 40 ore settimanali, significa una contribuzione al sostenta– mento di dette categorie da parte di tutta la colletività, sia direttamente, attraverso l'intervento statale, sia indirettamente, attraverso la corresponsione ·di appositi contributi posti a carico dei produttori ma che normalmente si risolvono in un onere per il consumatore. Poichè i lavoratori inattivi percepiscono anch'essi un'en– trata, sia pure in misura ridotta rispetto alle retribuzioni nor– mali - misura che può essere d'altra parte integrata con lo svolgimento di attività accessorie - e poichè anche nel 1938 il numero medio di ore di lavoro effettivamente eseguite da ogni operaio si aggirava intorno alle 40 settimanali. il giverso volume delle retribuzioni della massa operaia fra l'anteguerra ed oggi è dato praticamente dal diverso livello dei salari reali. Esso risulterebbe pertanto invariato, correlativamente al reddito prodotto dalla nazione e quindi alle sue possibilità di consumo, qualora i salari attuali fossero, in pari potere di acquisto, inferiori di circa il 40 per cento a quelli prebellici, e quindi nominalmente aumentati in un rapporto de-] 60 per cento col costo della vita. Oggi non esiste un indice nazionale del costo della vita; molte difficoltà di rilevazione dei prezzi e di elaborazione nella determinazione dell'indice, e soprattutto il frazionamen– to del mercato nazionale fra tanti mercati regionali, provin– ciali e locali, ne rendono impossibile il calcolo. Esistono vari indici di carattere locale calcolati da uffici statistici comunali, da Uffici del lavoro, da enti e privati studiosi, quasi tutti, limitati, però, al capitolo dei generi alimentari e calcolati sulla base di un bilancio alinientare teorico costruito con riferi– mento ad un fabbisogno mininlo di calorie. Non è quindi possibile stabilire con esattezza qua:i siano state le variazioni del costo della vita dall'anteguerra ad oggi, e quand'anche vi fosse un indice ben calcolato secondo tutte le migliori norme della metodologia statistica, si tratterebbe sempre di una misura empirica e molto approssimativa delle effettive va– riazioni. Alcuni indici accennati porterebbero a stabilire io circa 30 vo:te l'attuale livello dei prezzi al consumo dei generi ali– mentari rispetto al 1938, ma per il complesso di tutti i generi e servizi che entrano a far parte del bilancio norma:e di una famiglia di lavoratori, si calcola un livello di circa 20-25 volte. I salari dovrebbero, quindi, raggiungere un livello di 12-15 volte quello de:l'anteguerra. Le paghe base attuali, anche considerando alcune punte particolari raggiunte in qual– che settore, sono indubbiamente ancora inferiori a tale livello; ma se si considerano le retribuzioni complessive, compren– dendo cioè le indennità, i diritti accessori, gli assegni fami– liari e i premi, ci si avvicina molto ad esso con gli ultimi ac– cordi sindacali stipulati in alcune provincie di maggiore im– portanza industriU:e. Il costo unitario del ,lavoro nell'industria meccanica milanese sulla base de!le paghe stabilite in un recente acco~do fra l'Associazione industriale lombarda e la F.1.0.M. e le indennità di contingenza attualmente in vigore, risulta infatti variato dal 1938 ad oggi, come da 1 a 14. La situazione è invero diversa fra le varie classi di lavo- ratori, raggiungendo l'aumento della retribuzione un livello anche maggiore nelle categorie inferiori; così, mentre la re– tribuzione media oraria di un operaio specializzato dell'indu– stria meccanica con moglie e tre figli a carico, è salita da 1 a quella di un manovale nelle stesse condizioni risulta aumen– tata come <la 1 a 16. Discordanze maggiori si riscontrano fra . settore e settore di attività a fra provincia e provincia, di– scordanze che trattative sindacali attualmente in corso ten– dono ad eliminare. Nell'ambito della sola industria il reddito del lavoro ma– nuale risulterà sensibilm;nte aumentato in rapporto al red– dito degli altri fattori produttivi, ciò che appare facilmente quando si consideri che per tale categoria di attività la ridu-

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