Lo Stato Moderno - anno II - n.19 - 5 novembre 1945

LO STATO MODERNO si muove sU:lo stesso terreno malfido di tutti i riformismi, che non possono operare dentro il marxismo ma contro di esso, e la tesi di Saragat di una funzione mediatrice del so– cialismo tra le opposte formazioni politiche del liberalismo classico, pur se in varia guisa ammodernato, occidentale, ed il bolscevismo nelle sue attuazioni odierne, ci pare piuttosto ambiziosa che rispondente alla concreta realtà pol4tica euro– pea. Non può il socialismo fare da mediatore perché è esso stesso parte in causa, e non si vede come il socialismo po– trebbe assumersi una simile posizione senza superare la pre– messa marxistica, donde origina (sia pure attraverso il leni– nismo e lo stalinismo) lo stato russo, e cioè senza negarsi. La tesi di Saragat ha l'innegabile merito di tentare di volgere il socialismo verso una sua missione europea, e di considerare l'ufficio storico di esso, fuori dell'ambito sociale, in uno più propriamente politico. E tuttavia quel che induce a meditare è proprio il fatto che quando il socialismo tenta di uscire fuori dai suoi compiti immediati e clamorosi, clas– sistici ed economici, e quando tenta di assumere una più ariosa funzione civile è indotto ad uscire fuori non solo dal suo campo tradizionale di azione, ma fuori delle sue premesse teoriche e dei suoi postulati operativi. Attribuendo al socia– lismo il compito di mediare l'Occidente e l'Oriente (il che vuol dire i due aspetti contrastanti o addirittura antitetici della civiltà moderna) Saragat postula immediatamente - pur se non esplicitamente - un superamento del marxismo, in quanto tale, verso una sua sintetica integrazione o libe– razione, nella quale non si saprebbe dire quanto resti del vecchio ed aspro vino, e quanto si aggiunga invece del1'acqua - che a noi pare assai chiara - di ben altra fonte. L'eterna vicenda del riformismo si ripete anche questa volta: da Jaurès a Bernstein e poi, attraverso Turati, a Bis– solati, Bonomi e, ora, a Saragat. Ma il nuovo socialismo ita– liano, che, non a caso, già si intitola di unità proletaria, e che eredita tutto il fermento del massimalismo, corroborato dai recenti successi - politici, mi:itari, economici - dello Stato russo, non può lasciar luogo ad un riformismo cosi in– tellettualmente raffinato e così politicamente ambizioso. Noi del Partito d'Azione, ad usati come siamo, per la nostra formazione e per la ferma coscienza democratica che ci governa, a considerare con perfetta obiettività il Hbero muoversi delle forze po:iticbe in Italia, abbiamo osservato con la dovuta attenzione lo svolgersi recentissimo del trava– glio marxistico e ne attenderemo con altrettanta serenità gli inevitabili sviluppi. Nulla ci autorizza a prendere una posizione qualsiasi in un conflitto che non ci impegna direttamente (o ci impe– gna solo per quel tanto per cui, in una libera vita politica, ogni partito non può non vivere dialetticamente della vita degli altri), ed una elementare correttezza ci impedisce di pretendere di dare stimolo o sostegno all"una o all'altra parte. A noi preme piuttosto, per quella missione di educazione politica, che intendiamo assumerci in Italia, porre in rilievo, a,[ di sopra dei particolari dissensi delle due parti, l'e:emento positivo che si sprigiona dal conflitto stesso. :!.llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll!!; USCIRÀALLAFINE DELL'ANNO LA RASSEGNA D'ITALIA diretta da Francesco Flora Di vasto interesse italiano, di risonanza interna– zionale. Adunerà scritti dei migliori autori italiani Le recenti discussioni in seno al partito socialista hanno costituito un elemento di chiarificazione nel panorama tut– t'altro che limpido del!a odierna lotta politica italiana. Per noi il problema posto da Nenni e dai suoi amici costituisce un momento assai significativo nella storia della vita civile d'Italia. In mezzo alla ambiguità, non sempre derivante da super– ficialità o sbadataggine, ed alla confusione dei discorsi e degli orientamenti politici, Nenni ha avuto il merito di dir cose chiare e di porre a fi.10coun probiema urgente quanto scot– tante. Egli non ba avuto paura delle esb·eme conseguenze e non si è tenuto al consueto machiavellismo delle mezze mi– sure. Questa volta le esigenze del partito collimavano con la natura dell'uomo, impetuosa e schietta. Qualunque sia il risultato della sua azione, l'Italia non potrà che giovarsene: il socialismo è stato messo decisamente di fronte alle sue responsabilità, e, in generale, tutta la sinistra del!'orizzonte politico italiano, è stata e sarà costretta a fern1are i suoi pro– grammi e ad elaborare un'azione più decisa ed unitaria. Ad un panorama multicolore e variante per sfumature sottilis– sime (e spesso sostenute ed avvalorate solo da questo terri– bile ingegno italiano, così scaltro e così abiie a costruire sul vuoto e ad ammantare di istanze positi\-e il gioco delle sue costruzioni intellettuali), se ne vien sostituendo un altro più lucido e mcg:io schiarito: la sinistra ordina i suoi ranghi e ferma i temi del suo annunzio. La destra, o le destre, il cen– tro, o i centri, non potranno non avvertire il contraccolpo. E' avviata così un"ulteriore chiarificazione delle nostre mutue posizioni. Il socialismo viene rivedendo i suoi conti di fronte alle premesse teoriche da cui scaturisce (e senza delle quali non è, nè può più essere) e assumendo le sue responsabilità: il vecchio e glorioso partito guadagna oggi un altro titolo di merito i:n cospetto della vita politica italiana .. A guardar bene, l'odierno travaglio del socialismo appa– re, dopo l'euforia della lotta antifascista che era essa stessa ragione di unità, lo sviluppo di quell"altro che già avvalorò la prassi socialistica in Italia dalla fine del secolo scorso fino al 1922 e che tutta la recente esperienza storica - dallo sta– ljnismo alla critica crociana del marxjsmo, dalla fondazione dei partiti neo-liberali alla espansione della nuova democra– zia di tipo americano - deve necessariamente menare ad una chiarificazione. Per primo dunque il socialismo italiano appalesa i suoi interni travagli e si pone coraggiosamente sulla via del loro superamento: e ciò non fa d'onor poco argomento. E' naturale che posto il problema su queste basi, che vorremmo dire di pedagogia politica, i discorsi e g:i orien– tamenti degli oppositori ci interessano tanto quanto quelli di Nennj. Ciascuno, a suo modo, conferisce a quella chi:lri– ficazione della vita politica italiana, che, oggi, ci sta tanto a cuore. E come Nenni scopre l'inflessibile imperio del marxi– smo che governa e djrige tutta l'azione del suo partito, così gli altri sarano indotti a chiedersi e a determinare sino a qual punto sono disposti ad accettare quel governo. E come nel partito socialista, così fuori di esso molte ambigue simpatie socialistiche dei partiti extra-marxistici, fondate su di una non ben chiara distinzione di quello che io clùamerei socialismo funzionale rispetto al socialismo in– tegrale o marxistico (ed anche su questo argomento gioverà, per schiarire le idee, ritornare più pacatamente) saranno co– strette ad uscire dall'ambito, dirò così, psicologico o senti– mentale e ad organarsi in un sistema di idee, che o si accetta e si accetta sino alle estreme conseguenze, o decisamente si nega e si battono altre strade. Tutti i partiti sono chiamati a dire le loro parole chiare, tutti i partiti sono invjtati a scoprirsi, il che non può non recar giovamento ad un'Italia, che, oggi com11 oggi, into..

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