Lo Stato Moderno - anno II - n.19 - 5 novembre 1945

LO STATO MODERNO 279 Considerazioni. sui del recenti orientamenti socialista partito · Due buone ragioni ha avuto Nenni - e con lui gran parte dei rappresentanti del Partito socialista - di promuo– vere e sostenere la fusione del suo pa.rtito con quello comu– nista, o che fa lo stesso, la riorganizzazione dei due partiti fratelli in un nuovo comune partito dei lavoratori: una ra– gione di coerenza teorica ed una di opportunità politica sul terreno più ristretto delJa strategia di partito. I due motivi sono stati chiaramente indicati, nei suoi scritti e discorsi recenti, dalJo stesso Nenni ed ·appaiono cosi pienamente giustificativi dei recenti atteggiamenti del leader sociali~ta, che non c'è bisogno di andare scovando motivi oscuri dettati da un tenebroso machiavellismo. E veramente è una delJe contraddizioni più assurde della vita politica contemporanea la distinzione - che talvolta è diventata opposizione - tra comunismo e socialismo, ed essa non si giustifica, in linea storica, se non collocando il fatto come la forma attuale di un travaglio che si svolge in seno ai movimenti marxistici da circa un secolo, per cui essi da nn lato sono condotti a rivedere le posizioni del maestro e ad allontanarsene, mossi da una incoercibile esigenza di vera democrazia, e dall'altro avvertono la necessità di ritor– nare alla loro fonte e di tenervisi stretti, giacchè ad un certo punto si avvedono che fuori di lì essi non hanno scampo, e sono condannati a negarsi e a morire. Concepire un socialismo fuori del marxismo è uno degli errori più comuni, ma non per questo meno gravi, della pub– blicistica contemporanea, e perciò concepire un socialismo staccato dal comunismo è uno di quegli assurdi che se può dar luogo - come dà luogo attualmente in quasi tutta l'Eu– ropa - a formazioni po;itiche distinte (che si spiegano con quel che abbiamo detto ed anche per contingenti ragioni storiche e politiche che qui non è il caso di elencare), non regge alla più superficiale considerazione teorica. Il sociali– smo - e cioè il marxismo - implica il disegno e l'accet– tazione di una dinamica politica che, o si accoglie in tutti i suoi sviluppi, o si deve rigettare dalle fondamenta. Preten– dere di fermarsi ad un certo punto, prcttmdere di mettere in mot-0 il rullo su un piano inclinato levigatissimo e poi fer– marlo col tocco magico del riformismo pavido ed ambiguo, è un'enorme ingenuità o una pericolosa sconsideratezza. Sarà bene (e forse sarà il caso di ritornare più posata– mente su questo argomento) rammentare che alla base della dottrina socialista giace una concezione così organica (non dico reale) della storia, ed insieme della realtà, che è impos– sibile volere staccare l'azione politica dalla sua radice teo– rica. Gli esperimenti riformistici di oltre mezzo secolo stanno a testimoniare la verità dell'affermazione: chè sempre il ri– formismo è finito fuori dei limiti del sociU:ismo ed ha pro– mosso, per contraccolpo, un irrigidimento delle posizioni ori– ginarie del movimento. Dunque, muoversi sul terreno comune del marxismo e distinguersi (che poi vuol dire, in concreto, contrapporsi e combattersi) sul terreno politico è insieme un equivoco ed un assurdo, da cui la Yita politica europea deve, prima o poi, decidersi ad uscire. Resta la pregiudiziale fondamenta!e che il socialismo sembra opporre al comunismo di una sua fede alla demo– crazia più aperta e dichiarata; ma è proprio qui che si an– nida 'l'errore ed è questo il punto sul quale ci intratterremo in altra parte di questo scritto. Tuttavia converrà subito avvertire, a guisa di premessa, che nella esasperante confusione ìn cui è usata oggi la parola democrazia, i socialisti non possono non intendere la parola che nel senso più specifico e determìnato di democrazia so– cialistica e cioè marxistica, la quale non saprei dire proprio per quali aspetti si distingua dalle formule di democrazja progressista o cli democrazia tenninale e pienamente attuata di cui parla più esplicitamente il comunismo italiano. Le ragioni dunque di una inesorabile coerenza logica stanno a convalidare la necessità di fusione dei due mag– giori partiti di sinistra. Cui si aggiungono quelle alh'ettanto urgenti e concrete, di opportunità politica. Qui il discorso di Nenni si fa più cauto, ed egli parla genericamente della necessità di fare blocco contro le agguerrite forze della rea– zione e di non incappare ancora una volta in un errore che fu funesto alla vita civile italiana e fu delle cause non ultime delfavvento del fascismo. Il marxismo italiano se vuole assicurarsi - come ogni formazione politica deve procurare - l'attuazione del suo programma, e cioè la conquista della maggioranza, non può che tener~i saldamente unito e non deve scindersi in una molteplice colorazione politica a tutto beneficio delle avverse e concorrenti formazioni. Non si tratta, a voler essere più chiari, delle sole forze della reazione, ma di queHe anche che propugnano una più o meno scoperta e cautelosa difesa delle posizioni conservatrici e di quelle che - come la De– mocrazia cristiana - nella tn!)lteplice interpretazione dei loro programmi, lasciano adito a preoccupazioni, di cui non può non tener conto un movimento così decisamente rivolu– zionario come quello social-comunistico. La situazione politica il1 Itali a è ancora oggi così :Fluida e cosi poco chiara, che è naturale - ed è salutare - che ciascnno dei contendenti fermi le sue basi e predisponga la sua linea di azione, in modo da non restare vittima di peri– colose sorprese. Che poi Nenni, ed in genere il social-<mmunismo, battano !"accento piuttosto che su indicazioni politiche più scoperte, su una designazione generica di « forze della reazione » è cosa che da un lato si spiega con ovvie ragioni di opportu– nità, in un momento in cui per tante ragioni i partiti e spe– cialmente quelli cosiddetti di massa, hanno bisogno di pro– cedere in concordia, e dall'altro trova la sua ongme più re– mota e profonda nella forma mentis stessa del socialismo, che eredita dal marxiòmO un modo alquanto ambiguo, e sia detto con tutto il rispetto per Marx, rozzo di intendere le antitesi e la congiunta dialettica degli opposti, per cui non riesce ad operare e a sviluppare la sua capacità costruttiva se non in una contrapposizione violenta con forme di vita civile che la negano. ... A queste ragioni cosi decisamente esposte da Nenni, non si vede che cosa possa opporsi, nè, francamente, ci pare che alla chiarez;oa del loro capo, i sostenitori dell'autonomia del socialismo abbiano saputo contrapporre ragioni sufficien– temente valide. Messi nell'alternativa o di accettare in tutte l·e sue conseguenze un ragionamento cosi ovviamente logico, o di negarlo traendosi fuori immediatamente dal marxismo e cioè dal socialismo, determinando così la irreparabile frat– tura del partito, i sostenitori della destra socialista (la deno– minazione sia qui puramente indicativa) hanno dovuto battere una terza via p1u speciosa che sostanziale, più fervidamente eloquente che convincente. Il socialismo umanistico di Silone

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