Lo Stato Moderno - anno II - n.19 - 5 novembre 1945

LO STATO MODERNO 275 RISULTATI DELLE ELEZIONI FRANCESI li 21 ottobre hanno avuto luogo in tutta la Francia le ele– zioni politiche; era questa la terza volta J1ell"annata che i Fran– cesi veniwno convocati alle urne per esprimere la loro vo– lontà politica. La prima volta era stato in aprile-maggio per le elezioni comunali, la seconda in settembre per le elezioni cantona:i; tutte e tre le volte i risultati hanno confermato un ucciso orientamento a sinistra dell"opinionc pubblica francese, ccl insieme una più chiara consapevolezza della necessità di aderire a partiti con programma politico più nettamente de– finito che in passato, onde con entire la formazione di assem– blee meno frammentarie e meno instabili di quelle che impe– dirono alla Francia di avere governi in grado di governare. Dobbiamo anzitutto ascrivere a grande merito del popolo francese l'elevatissima percentuale di votanti, circa I' 0<7,. ossia quasi venti milioni sui ventotto costituenti il corpo elet– torale. li merito è stato t.1nto maggiore in quanto le elezioni po– litiche non comportavano semplicemente la scelta dei can– dicbti ali' Assemblea nazionale. ma andavano congiunte ad una piuttosto complessa manifestazione di volontà, che do- 1·crn esprimt>rsi nella risposta ad un referend11111 sulle due domande: « Volete che l'Assemblea eletta dalla Nazione sia un'Assemblea costituente?» e « Accettate che i poteri pub– blici siano, fino all'entrata in vigore della nuova costituzione, rc((olati dal progetto di legge fissato dal Governo?». li progetto di legge governativo organizzava i pubblici po– teri nella maniera seguente: l'Assemblea eletta cleg\/;crà il presidente provvisorio della Repubblica, il quale nominerà i ministri. Il Gabinetto così formato rimarrei in carica fino al– l"cntrata in vigore della nuova costituzione. L"Assemblea, ol– tre alla funzione lcgislatirn che dovrà espletare entro il ter– mine di sette mesi, voterà il bilancio; un nuovo referendum deciderà poi sul:'ajlprovazione o meno della costituzione ela– borata. Un no alla prima domanda del referendum aHebbe signifi– cato il ritorno alla costituzione del 1875, la costituLione che aveva dato vita alla Terza Repubblica e che era stata vouta con la maggioranza cli un solo voto da un 'assemblea preva– lentemente monai·cl1ica, ma divisa nelle preferenze dinastiche fra legittimisti, orleanisti e bonapartisti. In tal caso l'Assem– blea eletta il 21 ottobre avrebbe costituito la Camera dei de– putati; entro due mesi sarebbe stato eletto, in base alla legge del 1875, un nuovo Senato. I due Corpi, riuniti in Assemblea nazionale, avrebbero deciso poi a Versailles la rifo1ma istitu– zionale. Un 110 alla seconda domanda aveva invece un du– plice significato: per i radicali, i radical-socialisti e i repub– blicani era la logica conseguenza del no richiesto come ri– sposta alla prima domanda; per i comunisti significava invece che la nuova assemblea non doveva avere nella sua attivitù alcun ]jmitc nè di tempo, nè di competenze, potendo inter– bire direttamente sull'attivitit del Governo. Un duplice si implicava invece la costituzione di un'unica assemblea costituente, con poteri sovrani, ma limitati e senza possibilità di rovesciare il Governo. 'Infatti, se entro i sette mesi l'assemblea non compisse il suo mandato, una nuova assemblea dovrà essere eletta con gli stessi poteri e la stessa durata. Alla prima domanda hanno risposto sì oltre 19 milioni di elettori, contro poco più di 800 mila di parere contrario; ciò significa che il 96 % dei votanti è stato concorde nel por fine alla Terza Repubblica, sconfitta ingloriosamente nel giugno 1940. Quanto alla seconda domanda si sono registrati 13 mi- !ioni di si contro poco più di 6 milioni e mezzo di no; per– tanto i due terzi dei francesi hanno accettato la proposta di De Gaulle, appoggiata dai socia:isti e dal Movimento repub– blicano popolare, che rappresentavano i due principali partiti della coalizione governativa. Gli altri partiti politici francesi avevano invece proposto: si alla prima domanda e no alla seconda, il Partito comunista e i movimenti ad esso affiliati (Mo1weme11t Unìfié de la Renaissance française, il Front Na– tiona/, l"Union ck la Jeunesse républicaine de France, l'Unio11 des Femmes françaisese); un duplice 110 i radicali indipendenti, i radicalsocialisti e i repubblicani di destra; un no alla prima e un si alJa seconda domanda i gruppi di destra e di centro raggruppati ne:la Entente rép11blicai11e pour la /iberté et le progrès socia/, l'Allia11c(' démocratique (presieduta da Rey– naud), la Rénovalio11 républicaine (presieduta da t.1utter); la Fédération républicaine, capeggiata da Louis Marin. propu– gnava invece una duplice risposta affermativa secondo le ri– chieste di De Gaulle. In conclusinne si può dire che i partiti di sinistra estranei od ostili alla tradizione politica delJa Terza Repubblica (socialisti, comunisti e repubblicani popo– lari) ne harmo chiesto la condanna, dividendosi poi, comu– nisti ·da un lato e socialisti e repubblicani popolari dall'altro. sulla c;uestione dei poteri della nuova assemblea. Viceversa, i partiti di destra e di centro, particolarmente i radicali e i ra– dicalsocialisti, che furono i protagonisti della politica fran– c·ese in questi ultimi quarant'anni, erano favorevoli al man– tenimento della vecchia costituzione, divergendo però anche essi sulla seconda risposta; infatti gli uomini di destra non si sono sentiti di rispondere negativamente alla seconda do– manda per non lare il gioco dei comunisti, dato che tutto faceva loro prevedere che la maggioranza degli elettori avreb– be risposto Ji alla prima domanda. Questi i risultati del referendum; occorre valutare ora i ri– sultati delle elezioni che hanno visto tre partiti affermarsi con largo distacco dagli altri rendendo assai più facile che in passato la formazione e la stabilità dei governi. Vale infatti la pena di ricordare che durante la Terza Repubblica, dal 1875 al 1940, si sono avuti ben 106 ministeri, con una durata media di circa sette mesi ciascuno; in queste condizioni ben si capisce come vero padrone della Francia fosse il tanto clif. fumato Monsieur le Bureau (la burocrazia). Per rendersi con– to della frammentarietà dei partiti politici francesi, che mal si distinguevano l'uno dall'altro e spesso rappresentavano più delle tendenze personali che delJe distinzioni politiche, e per intendere la grande novità dei risultati delle recenti elezioni, diamo la composizione della Camera dei deputati quale ri– sultò dalJe elezioni del 1931 e da quelle del 1936, che se– gnarono il trionfo della coalizione del Fronte Popolare: Gruppo 1931 1936 Comunisti 10 72 Comunisti dissidenti 11 10 Socialisti S.F.l.O. 97 146 Socialisti U.S.R. 45 26 Socialisti indipendenti 22 11 Radico-socialisti 159 116 Radicali indipendenti 66 31 Repubblicani di destra 99 84 Democratici popolari 23 23 Repubblicani U.R.D. 76 88 Conservatori 6 11

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