Lo Stato Moderno - anno II - n.19 - 5 novembre 1945

288 LO STATO MODERNO Agli attacchi della tribuna e della stampa, se già nella stessa zona occupata s'opponeva Jacques Doriot, ex comu– nista, ora membro del Consiglio Naziona'.e, proclamando: e Je 5uis un homme du Maréchal » (Parigi, Grasset, 1941), ribatteva p_oila stampa di zona libera, dove s'erano rifugiati i vecchi giornali, divenuti men che l'ombra di quello che una volta erano stati: H Temps, lo Journal, il Figaro, e l' Action Fra11çaise, che ce:ebrava in ogni suo articolo il trionfo della tesi virulentcmente sostenuta per un quaran– tennio e divenuta ora programma di governo. E alle velate ma trasparenti accuse mosse al Marcsc.iallo, sulle colonne del Figaro (14 marzo 1941) rispondeva Wladimir d'Onnesson che, dopo lanciati i soliti insulti alla « democrazia elettorale divenuta per sregolatezza la caricatura del regime parla– mentare», proclamava la ne~essità e l'esistenza di una « my– stique Pétain ». lta'.ia docet! L'agitazione dei politicanti si perpetuò ancora per mesi e mesi tra colloqui senza risultato di Pétain con Lavai, di Darlan con Hitler. E all'accordo, al quale finalmente si addi– venne, contribuirono molti fattori. Primo di tutti il quadro genera!e creato dall' armistizio. Questo, pensato come un modus vivendi stabilito per il breve lasso di tempo che avrebbe dovuto, secondo i calcoli di chi lo firmò, separare la capito– lazione della Francia da quella della Gran Bretagna, si pro– trneva oltre misura e, rendendo evidente l'impossibilità di ricostruire uno schema di vita normale in un Paese innatu– ralmente tagliato in due parti sottoposte a diverso regime, vanificava ogni sforzo politico si fosse per tentare. In secondo luogo la situazione creata dagli avvenimenti era più forte delle singole volontà, e anche Darlan, vo:ente o nolente, dovette mettersi sempre più nella• scia del collaborazionismo com'era stato tracciato e voluto da Laval, cosicché la diffe– renza tra ·1e posizioni dei due andò di giorno in giorno atte– nuandosi. Finalmente, sve:atasi la vanità dell'azione, quel– l'indaffarato correre d'uomini politici, strombazzato dai gior– nali, fini per mostrare a chiunque la sua vera natura di me– schino giuoco di ambizioru personali e di subdoli calcoli. Ridotto a queste modeste proporzioni, l'attrito Pétain– Laval-Darlan, che aveva avuto all'inizio l'aspetto di un cozzo irriducibi'.e di idee politiche, potè trovare una soluzione cli compromesso in una formula che venne adottata dal rimaneg– giamento avvenuto il 20 aprile 1942 a Vichy, il quale, con– temperando le varie ambizioni, creò Darlan capo delle forze armate e Lavai capo del governo. L'interesse del pubblico però a11<lavasempre più stranian– dosi da questi uomini, cosicchè i loro sforzi anche per questo verso trovarono la loro -condanna nel disinteresse generale in cui affondavano come in un grigio mare di nebbia che in– ghiotte le forme e smorza gli echi. (Contin11a) FEDERICO FEDERICI BORSA NERA E RIPARTIZIONE DEI REDDITI Sui giornali è 11110 continua lagna ·per la borsa nera, ma con ,così congenita demagogia e con così bolsa retorica che non t'i si trova az:::eccata,sia pure per isba,glio,un'osse-rva– zio1ie giusta. Co,i colori melodrammatici, ogni giarno ci vien rappresentata Ja solita scena di un ristretto, ristrettissimo numero di «speculatori» i quali, con le loro male arti, sfmt– ta.no la grandissbma maggioranza, la qtUISi totalità, degli ita– liani. Non viene detto, ma si lascia intendere: pochi profit– tatori, iJJ questi anni di guerra, hanno ammassato grcmdis– sime ricchezze. Il potere d'acqu.isto, enormemente dilatato dall'aumento della circolazione monetaria, starebbe concen– trandosi o si sarebbe già concentrato in poche mani. Fai.sa, falsissima questa rappresentazione: lantana, lon– tanissima claMa verità effettuale. La verità è clie il potere d'a,cquù;to, attraverso un processo facilmente riconoscibile, si è diffuso in tutti gli strati delw popolazione: e, quasi pa– radossalmente starei per dire, proprio di.ffuso relativa.mente i.n mù111ra 11wggiore in quegli strati che travano più com– miserazi01ie nei 110stri 'Soli.ti giornalisti. Per con vi.ncersene basta entrare i:n un qualsiasi negozio che smerci generi vo– luttuari. Oppure guardare coloro che fumano sigarette a1C– quistate a 10 e più lire l'una. Dttrante la seconda guerra mon<liale· ìl fenomeno del « pescecanesimo » 11011 è stato limitato, come durante la prima, agli ·imprenditori ed ai commercianti stabili.ti, ma si è allargato a numerosissimi ~iuovi ed improvvisati impren– ditori, e specialmente commercianti: con una polverizzazione massima dei g11adag11icli congiuntura e d-i inflazione. La lunghe;:;za ~·tessa del conflitto, l'arenamento di molte atti– vità produttive, le vice11àe della guerra, ila gravissima infla– zione e via discorrendo han110 liberato molti individui dagli i.mpeg11i di /avaro: e naturalmente in 1}fimo luogo coloro per i quali tal-i impegni ermw più tenui. Poi i molt-i hanno sentita la .11ecessità di arrotondare la mercede. Talchè oggi l'osservatore obiettivo constata che non v·i sono pochi grossi profitatori bensì molti, moltissimi piccoli. Q11esti « pescicani » chi divorano? Gli appartenenti alle cl=i tartassate dall'inflazione: e precisamente i percettori a reddito fisso. L'impiegato (:he ,wn sa staccarsi dal suo posto per gettarsi allo sbaraglio; il vecchio che vive sui frutti del lavoro passato; il ,padrone di .casa (sì, anche il ·/J{l– drone di casa) che ha visto il suo patrimonio in parte di– strutto dai bambardamenti ed in parte danneggiato dall'im– possibilità di compiere normali restaurazioni per il femw dei fitti. Ma questa gente è proprio quella che ha voce più fle– bile, subi.to sovercl1iata dal bacca1w dei più arditi e di quelli che urlano più forte. Molte volte vien fatto di doman.:lare se la borsa nera produce guasti. Sì, risponclo: ma non certo nel senso che li intende la maggioranza. Non i guasti economici (dato e non concesso che ci siano) attraggono la mia attenzione, bensì i guasti marmi. La diffu~one deJ. ,commerciare con ra– pùli ecl ingenti guadagni ha ingenerato in molta gente il convinci.mento che si possa indefinitamente 1Jiverecosì: laoo– rare poco e gul1àagnare molto. Sogno cli molti, cli troppi ita– liani, oggi. E' questo il genne cli una malatt·ia destinata ad intossicare per molto tempo l'organismo sociale; malattia tanto più distruttiva in quanto è vero proprio il contrario: sarà d'uopo per tutti, e come, la.varare molto e guadagnare poco, se si vorrà in tempo relativamente breDe rraggiungere un minimo di benessere collettivo. L. L.

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