Lo Stato Moderno - anno II - n.19 - 5 novembre 1945

LO STATO MODERNO 289 LU-CI ED OMBRE SOVIETICA DELLA Degli scrittori più recenti, nessuno dispone di un osservatorio come l'Am– basciatore americano, di uno Stato Maggiore di segretari e di tecnici, di formule tipo • Apriti Sesamo• che spa– lanchino le porte delle fabbriche, le ferrovie e i porti, le mura del Cremli– no e forse anche il cuore dei ministri. Tuttavia notizie pervengono a poco a poco e in genere costituiscono con– ferme che il Davies ha visto giusto (an– zi molti lo saccheggiano sicché biso– gna leggerli con cautela). Fra i meglio informati è Nikolaus Basseches. Egli ci narra ad esempio in tema di produzione e di commercio, in •vati scritti (Weitwoche, Zurigo, no– vembre 1943, maggio, novembre 1944), che oltre aiL!a ,proprietà collettiiva ne esiste una Jndi vJdualle; e oltre a:lla fornitura statale dei generi tesserati esiste on mercato libero autorizzato. Allo Stato appartiene il terreno, ma esso può darlo in usufrutto o in af– fitto. Allo Stato appartengono pure le industrie e le grandi imprese di com– mercio e i trasporti pubblici come pu– re le case d'abitazione in città costi– tuite prima del 1922. Esistono però cooperatJve di a,rtigiarui che possie– dono fabbriche, poi vi sono coopera– tive di costruzione di case. Le aziende agricole colletfrl.)e (Kol– koz) sono anch'esse cooperative di pro– duzione. Allo scopo di riacquistare la fiducia dei contadini, scossa fino al 1932 da oltre un · decennio di leggi instabili, il terreno è stato diviso fra le cooperative agricole in perpetuo; il terreno dato ad un'azienda collettiva non può essere ridotto ma solo accre– sciuto. Le macchine agricole apparten– gono a stazioni statali. Ai contadini cne hanno portato scorte si assegna un red– dito. Dedotte le tasse, consegnato il prodotto dovuto allo Stato a prezzi fis– si, accantonate le quote per sementi e per le istituzioni sociali, il resto del prodotto (in genere la metà) viene di– viso in natura o in denaro tra i soci, 1n ragione del lavoro prestato. Di que– sti prodotti e denaro i contadini sono padroni senza limiti. Inoltre la casa è proprietà loro ed ereditaria. Il Kol– koz deve dare un pezzo di teNeno con– tiguo in usufrutto; il prodotto di esso e le migliorie appartengono al conta– dino il quaJe deve solo dare la prefe– renza al Kolkoz per l'acquisto. Il con– tadino può possedere una mucca, un certo numero di maiali e pecore e un numero illimitato di pennuti. Può pos- RUSSIA di GIULIO BERGMANN (Continuazione dal numero precedente) sedere cavalli se in zona di steppa. An– che qui può comperare e vendere. Il Kolkoz gli deve dare una mucca a credito se non ne ha. Denaro si può possedere in misura il– limitata; si può depositarlo in banca contro interesse, ma non prestarlo a privati. Tutti devono impiegare il 10% del reddito in titoli di Stato (pratica– mente invendibili). Siccome il guada– gno è libero, vo sono già dei ricchi, p. es. ,scruttorJ, come A•lexei Tolstoi i cui libri hanno avuto larga tiratura e le opere molte reppresentazionò. In città si può possedere una casa comperata presso una cooperativa di costruzioni; si può possedere anche una casa di campagna fabbricata da sè o da una cooperativa e si può ven– derla ma non guadagnarci. Ogni in– quilino ha diritto a 8 mq. di abitazio– ne; rn:i impiegati in posizioni parti~o– lari hanno diritti superiori, cosi pro– fessionisti e scienziati, pagando affit– to proporzionale al reddito. L'abitazio– ne può essere permutata attraverso uf– fici di Stato. Tuttavia si specula e si elude la legge. Ma dove mai non si elude la legge quando è coercitiva in troppo vivo contrasto con le situazioni economiche? Si possono tenere servi, nel concetto che si dà loro parte del proprio gua– dagno per avere più tempo per un la– voro superiore. Si può possedere una automobile e anche tenere un condu– cente (più spesso usa l'auto chi ha un conducente di Stato). Si possono tenere macchine da cucire e vi sono corsi di lavoro domestico ma il lavoro per ter– zi può essere fatto solo per chi porti la stoffa e contro una patente: è vie– tato confezionare per il commercio. Nell'industria il rendimento perso– nale determina molte gradazioni. Tec– nici e impiegati dirigenti hanno un po– tere crescente e si oppongono al cen– tralismo di Stato; le imprese tendono alla indipendenza, dando una quota di prodotto a guisa di imposta. Anche nell'agricoltura le ingerenze centrali 'Ili sono ridotte, specie dove gli uomini in guerra sono sostituiti dalle donne, più energiche e autonome. Do– ve l'azienda collettiva produce bene gli iscritti sono fedeli, dove il prodot– to è scarso si moltiplicano gli orti pri– vati. Una curiosa notizia che dà poi lo stesso Basseches è la esistenza di zone a proprietà privata. L'Estremo Oriente ha la proprietà agraria individuale con– servata per promuovere l'emigrazione. Centinaia di grandi agricoltori che non si adattavano all'economia collettiva furono trapiantati e ricevettero grnndi tenute e libertà di vivere nella forma economica preferita. In Russia europea essi avrebbero rappresentato una de– bolezza del regime sovietico; in Asia ne sono un sostegno! E' sorta una gran– de industria che fornisce. là l'esercito e le popolazioni. In tema di evoluzioni del sistema sovietico meritano di essere riferite le notizie sui prestiti. Si è visto che il Davies parla del primo che rese 4 mi– liardi di rubli e commenta il suo ca– rattere economico poco comunista di risparmio a interesse. Poi c'è stato il secondo prestito che su un preventivo di 10 ha reso 16 miliardi. E nell'estate del 1944 il terzo, preventivato in 25 miliardi, secondo notizie da Stoccol– ma alle Basler Nachrichten, marciava verso i 50. Rende il 2 per cento oppu– re premi. La sottoscrizione era favori– ta dalle campagne che « vendono il prodotto a prezzi alti e dispongono di molto denaro•· La rivista svedese Industria recava i dati ufficiali del bilancio russo 1941 e constatava il successo della politica di industrializzazione e di compressio– ne del consumo; circa i prestiti di guer– ra osservava che la forma di prestiti a premi fa appello agli « istinti capi– talistici •· L'accresciuto sfruttamento delle in– finite risorse naturali è descritto in un recente volume di propaganda comu– nista (Kieser, Le secret de la puissance Russe, Ginevra, 1944) il quale offre lar– ghi dati statistici sui piani quinquen– nali e sugli straordinari progressi in– dustriali. Entusiasta della produzione industriale, in conironto alla stasi za– rista, è anche Eric J obnston presiden– te della Camera di Commercio degli U.S.A., fautore dell'apertura di larghe relazioni economiche fra la Russia e l'occidente. L'esperto inglese Bernard Pares (La Russie Soviétique et la Paix) documenta le profonde modifi– cazioni dal 1920 ad oggi, dal comuni– smo al socialismo di stato, e quelle della famiglia e delle concezioni sociali. René Konig, trattando delle « Ten– denze dello sviluppo della famiglia in Russia» (Neue Schweizer Rundschau, 1944), ci descrive rantichissimo uso di abbandono dei bambini, ricorda la fon– dazione di vasti brefotrofi a Mosca per raccogliere i bambini dei Raskolniki (antichi credenti) e così spiega la com– parsa di innumerevoli trovatelli negli

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