Lo Stato Moderno - anno II - n.18 - 20 ottobre 1945

morale di poter usare una tattica più dolce che non i Russi. Resta la possibilità di attriti ideologi– ci; a questi Fisher non dà importanza: per essi soto non si fanno guerre! Per non averle sul serio devono invece Rus– sia e Stati Uniti infliggersi una spe– cie di self-controt: nè l'uno nè l'altro devon cercare di far cadere per esem– pio nella propria zona di influenza le tre zone periferiche cioè Germania, Giappone, Cina meridionale; non de– vono gli Stati Unit'i spronar la Cina alla riconquista della Manciuria o del– le sue provincie comuniste del Nord, non deve la Russia cambiar lo scarta– mento delle rotaie al di là dei suoi con– fini, progettare ambiziosi programmi navali. Se avvenisse il contrario di tutto ciò sarebbe la guerra. Grande influenza sul futuro del mondo avranno naturalmente le con– dizioni economiche interne poichè « la debolezza ed il disordine invitano sem– pre all'aggressione». Una crisi negli Stati Uniti come quella scoppiata nel 1930 potrebbe aver ripercussioni disa– strose per la pace, per i riflessi che potrebbe aver in Cina, nel Sud Ame– rica ed in Europa. Quindi la chiave di volta della difesa deg'li Stati Uniti sa– rà la completa occupazione operaia in casa propria. Inoltre essi dovranno aiutar il benessere anche fuori dei lo– ro confini, abbassando le proprie bar– riere doganali, concedendo presti ti, for– se anco sussidi ed appoggiando la de– mocrazia dappertutto, magari anche in India. « Democrazia e libertà son sem– pre ancora anni potenti: gli Stati Uni– ti non possono permettersi di farsele fuggir di .mano ». Altri pericoli al di fuori delle spe– cifiche zone di attrito certo ci sono e gravi: due Nazioni, per tendenza isola– zioniste e nuove nel loro ruolo dL su– pernazioni, buttate nella politica mon– diale, inevitabilmente avranno tutti i difetti dei dilettanti, come l'impronti– tudine, la terribile tendenza a genera– lizzare che, unite alla ebbrezza del suc– cesso, potranno portare a fa tali passi errati. Il Fisher conclude da ottimista e cioè da buon americano: « Se noi ed i russi insieme possiamo imparar a compor– tarci col senso di responsabilità e di ritegno di vere superpotenze, noi potre– mo stabilire una pace reale di mutua confidenza invece di una tregua ar– mata». L'esame è acuto e mostra che il ·Fi– sher non ha paura di mettere a nudo le tremende responsabilità delle super– potenze e glì appetiti delle lor viscere di bronzo, ma è certo che se l"umanità non vuol distruggersi - ed oggi le possibilità tecniche del macello tota– le esistono - dovrà imporsi una se– vera disciplina anche morale. Ciò però allo stanco osservatore, stanco di guer– ra e stragi, appare assai poco probabi– le; l'equilibrio che nel mondo fu rotto a Tripoli trentaquatt:r'anni or ~ono non LO STATO MODERNO si è ancora ricomposto. Lo ricompor– ranno forse i rappresentanti dei due colossi mondiali ai quali dal destino è stato posto in mano un potere quale mai nessuno ha avuto? Sola cosa certa è che il mondo è stanco di guerre e come gli altri i due presunti protago– nisti dello storia futura, ma è conclu– sione assai melanconica dopo tanti or– rori, e quando ancora sussistono pur– troppo tante ragioni per una nuova guerra. ROLANDO BALDUCCI Sistemi elettorali e stabilità di governo GiuMano PJschcl afferma che le nuo– ve istituzioni democratiche debbono rea– lizzare una maggiore stabilità di go– verno; io concordo appieno ed aggiungo che ciò è necessario perché dobb!iamo tenere presente che nella logica dei fatti il fascismo non fu fondamentalmente che una reazione ad un regime parla– mentare il quale non consentiva al paese di avere un governo. Premesso che io opino che tale in– tento sia più facilmente raggiungibile con una repubblica presidenziale piut– tosto che con una repubblica parlamen– tare, sia pur dotata di determinati si– stemi elettorali, mi pare che il Pischel esponendo il suo sistema, si fermi a mezzo e non arrivi alle estreme logi– che conseguenze. Ammettiamo pure l'esclusione dal par– lamento di quei partiti che non abbiano ottenuto quel determinato minimum, determinabile dalla Costituente, ma chi ci assicura (caso limite) che questo li– mite non sia raggiunto da un solo par– tito? in questo caso ci troveremo con un parlamento senza opposizione, men– tre può essere che il minimum sia rag– giunto da diversi partiti e in tal caso si impongono ministeri di compromesso. per origine intrinsicamente instabili. Per avere un governo stabile è ne– cessario che nel parlamento esista una maggioranza politicamente omogenea, ed allora il sistema elettorale non do– vrebbe essere congegnato in modo da escludere quei partiti che non abbiano raggiunto quel minimum summenzio– nato, ma tutti i partiti, tranne i due che abbiano conseguito il maggior nu– mero di voti, e tra questi due partiti dovrebbe avvenire il ballottaggio. L'autore accennando al collegio uni– nominale lo definisce passatistica pra– xis, in questo da lui profondamente dissento; io sono per il collegio unine- DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE: 269 minale perchè ripugna al mio senso realistico che un uomo debba votare per una idea, e che a pochi uomini che sono a capo dei partiti sia effettiva– mente demandata la nomina dei de– putati. Uno dei vantaggi del collegio unino– minale è che esso determina la neces– sità di presentare dei candidati che ab- , biano un intrinseco valore individuale, una moralità perfetta, che siano effet– tivamente qualcuno, e ciò con indubbio vantaggio della levatura del complesso parlamentare. Ma è vero che tale forma di elezione– offende necessariamente l'altissimo i– deale di giustizia? Non è vero, perchè collegio uninomi– nale e proporzionale non sono due ter– mini antitetici, in quanto si può pen– sare che il collegio uninominale abbia la funzione non di eleggere diretta– mente dei deputati ma di designare i cittadini che in rappresentanza dei par– titi debbano accedere in parlamento nel numero, per ciascun partito, deter– minato dalla proporzionale. l\1ARIO LEVI DA ZARA PROFETA O... PESSIMISTA Ahimè, or sono appena dieci anni e io scrivevo che l'Italia per mezzo secolo potea fare a meno di letteratura e di arte, che l'Italia per mezzo secolo era meglio 1.avO'Tasseal suo inventario e si educasse con interiore preparazione e trasformazione a un nuovo officio n;I mondo. Credo ancora la prima cosa, non credo più la seconda. Questa gente bizantina non si prepara nè Si prepa– rerà mai a nulla, si trasformerà sem– pre in peggio. Sparirà senza lume nè di canto nè di pensiero, senza eroismo nè di lotta nè di sacrificio, sparirà fran– tumata sotto la valanga della vendetta plebea. Un po' di sapienza e di amore ci potrebbe ancO'Ta salvare dalla rivo– luzione sociale. Ce ne scamperà forse la espansione della giovine Slavia e l'intervento degli Americani. CARDUCCI Da un ratto comincia la storia di Roma: Lucrezia, morendo, tascia, quasi eredità, i! consolato. Sar-ebbe tema di libro non frivolo: quanto la civiltà deb– ba alle donne. TOMMASEO • E. WERTHEIMER e ' ,, os e il laburismo GENTILE EDITORE

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