Lo Stato Moderno - anno II - n.15 - 5 settembre 1945

LO STATO MODERNO 183 PER IL RINNOVAMENTO DELLA SCUOLA 1. Una pagina attuale di F. •de Sanctis. La tendenza a conferire valore sempre crescente alle scienze esatte o naturali, intese come aspetti e momenti fon– damentali della cultura moderna, non è un fatto molto re– cente. Anzi tale tendenza, anche nel campo strettamente sco– lastico, ha già avuto .importanti manifestazioni nel secolo scorso, e al principio del presente - in Italia e fuori - con aggiunte e ritocchi a questa o a quella scuola tradizionale, con la fondazione di ginnasi e licei scientifici o « moderni », e specialmente con lo sviluppo sempre più ampio e razionale dato all'insegnamento delle scienze in ogni istituto di edu– cazione. Alla origine di tali movimenti è un concetto nuovo, più equilibrato e completo, della cultura, un concetto che oggi comincia ad apparire in tutta la sua chiarezza, ma la cui sostanza fondamentale fu espre~sa proprio dal De Sanctis sulla fine del secolo scorso. Le parole che quel Maestro pro– nunciò a Roma e a Napoli nel mar.i:o 1883 - nove mesi pri– ma della sua morte -=- esprimono il nuovo orientamento in modo semplice e profondo: « Oggi - egli disse - prendiamo un vivo interesse a studiare le cose in se stesse, nella loro esteriorità, nella loro natura, nella loro vita. La base dei nostri studi erano gram– matiche, rettoriche, logiche, metafisiche, cioè a dire i segni e i concetti delle cose; oggi chimica, storia naturale, ana– tomia, fisiologia, patologia, 1ion sono più studi speciali, ma fanno parte della cultura generale, e senti la loro influenza nella scienza, nella letteratura, nell'arte, e fino nella vita co– mune. Nelle scuole popolari si è introdotta come parte prin– cipale la lezione delle cose, ed il metodo intuitivo. Non ci basta studiare le .cose nei libri: vogliamo guardarle nel libro vivo della.natura; prendiamo gusto all'osservazione, alle esplo– razioni, ali'esperienza; vogliamo il laboratorio anche nelle scienze dette spirituali, come nella filologia e nella giurispru– denza; siamo noi laboratorio a noi ~tessi, persuasi che il mae– stro non ci dà la scienza bella e fatta; la scienza vogliamo cercarla ed elaborarla noi, vogliamo vederla non come è fatta, ma come si fa. Perciò in noi s· è più suiluppato il senso del reale; un n11000 materiale è penetrato nella nostra cultura generale; tra– sformati sono i nostri studi nella loro materia e nei lorò me– todi. Vogliamo il metodo intuitivo sperimentale e genetico, cioè la cosa guardata nella sua generazione ... ». Sebbene il De Sanctis fosse un puro uomo di lettere, non meraviglia che la sua mente aperta anticipasse un concetto nuovo della cultura l'anno stesso in cui fiorivano le più belle scoperte di Pasteur e di Koch, quando Grenoble assisteva alla prima trasmissione telegrafica del!'energia elettrica resa perfetta solo due anni dopo dal genio di Ferraris, mentre gli studiosi si chinavano sulle equazioni del Maxwell intenti a vederne scaturire le prime onde elettromagnetiche, mentre Bernardi e Daimler maturavano le prime applicazioni prati– che del motòre a scoppio, e Metchnikoff ci iniziava alla me– ravigliosa conoscenza dei fagociti. Oggi che le inopinabili po– tenzialità di quel mondo si sono attuate, trasformando tutto intorno a noi, la realtà nuova vista dal De Sanctis è più che mai evidente, e perfino l'esperienza degli avvenimenti attuali che tutti soffriamo ce la insegna chiaramente: Una radio, un calcolatore elettrico di puntamento per batteria antiaerea o un individuatore antisommergibili, ci mo– strano con quanta naturalezza l'alta matematica e la fisica 5U- periore entrino nella nostra vicenda quotidiana. Nè minore è l'influsso della scienza-sulla vita morale. E' ben noto, ad esem– pio, quale parte importante occupasse nella mente del dit– tatore tedesco la dottrina del e superuomo >: dottrina che - quantunque in modo del tutto degenere - deriva da una so– lida teoria scientifica che ha sul pensiero contemporaneo in– fluenza paragonabile a quella che ebbero tre secoli. or sono' le vedute di Copernico e di Galileo. Nè si può fare a meno di pensare con invidia ai benefici che tutti avremmo goduto se anche persone di così modesta cultura, avessero potuto conoscere in modo più diretto la dottrina dell'evoluzione e l'alta mente umana e cristiana di Darwin, anzichè orecchiar– ne soltanto fantastiche trasposizioni nelle prose filosofiche o poetiche di un Nietzsche, di uno Stirner, o di uno dei nume– rosi loro imitatori e seguaci. 2, Neo-umanesimo e scuola nuova. Questa speranza ci richiama appunto ad un altro accenno importante del De Sanctis: e La scienza - egli dice - va:– gliamo oggi vederla non come è fatta, ma come si fa>. Era una veduta ardita per quel tempo, quando la storia della scienza sorgeva appena, e per tentativi non tutti felici, specie in Italia. Molto cammino si è poi percorso in quel senso, e oggi esiste un movimento neo-umanistico il quale tende alla visione e all'insegnamento della scienza non per formulazioni astratte, come si fa troppo spesso, ma attraverso l'evoluzione dei concetti e la storia del pensiero scientifico: la scienza, insomma, vista non come copia o cronaca di un mondo ester– no, ma come moto e conquista dello spirito umano: come storia e «.umanità». ' Poichè il sapere positivo interessa la coscienza moderna non solo per i risultati che esso raggiunge, ma per come li raggiuiige, e per il ricco contenuto etico che si sviluppa da uno sforzo costante e disinteressato verso la verità. L'importanza «umana» dei singoli risultati scientifici è determinata dal fatto filosoficamente ben evidénte, ma troppo spesso trascurato, che noi stessi siamo parte di quella che si denomina realtà naturale o esterna, e che - perciò - non vi è conoscenza di tale realtà che non sia, in pari tempo, co– noscenza di noi stessi: del microcosmo in cui si riflette e vive il tutto. Ma il come nella scienza ci interessa quanto il che cosa. I metodi scientifici, e non quelli della matematica soltanto, si ispirano ormai ad un rigore·logico che può certamente for– mare il sostanzioso contenuto di una seria educazione men– tale: un abito che va oltre la conoscenza scientifica e che - opportunamente armonizzato in una formazione spirituale più ampia e comprensiva - può ispirare l'individuo tanto nella intelligenza dell'opera d'arte, quanto nella vita personale o politica. Educazione razionalistica dunque? Non certo razio– nalistica nel senso esclusivo e peggiore della parola. Ma infine il raziocinio ha pure la sua parte, e preponderante, nella vita spirituale. Vivere e voler vivere in un'atmosfera di chiarezza, creare questa luce intorno a sè, ecco quanto molte volte nella storia è bastato, quanto sempre può bastare a rendere impos– sibili molti torbidi errori ed orrori ben noti a noi, quanto occorre _per fugare insidiose ombre sempre ritornanti con il corteo dei fantasmi che degradano la nostra umanità. Non accettare una scienza già fatta con le sue formule• e i suoi ·verdetti, ma riviverne il profondo spirito razionale e l'ansia di ricerca che la anima, il culto della verità che ha da secoli

RkJQdWJsaXNoZXIy